Sicurezza informatica

Bitdefender e SGBox uniscono le forze contro il cybercryme

L’integrazione tra la soluzione Gravity Zone e SGBox rende possibile il monitoraggio e la protezione dei server critici che sostengono applicazioni fondamentali

Pubblicato il 27 Giu 2017

Gianluigi Torchiani

sgbox-bitedfender

Il cybercrime è sempre più agguerrito e preparato: lo ha dimostrato con particolare virulenza l’attacco Wannacry, ma anche i tanti grandi e piccoli tentativi con cui quotidianamente i criminali informatici cercano di impadronirsi dei nostri soldi e dei dati, con tecniche sempre più moderne e sempre meno facilmente rilevabili. Attacchi che, tra l’altro, vanno spesso a buon fine: la stima è che il cybercrime in Italia si porti via il bottino nel 39% dei casi, ma poiché si tratta soltanto dei casi denunciati, è probabile che questi numeri siano decisamente più elevati. Ecco perché le singole soluzioni di sicurezza fornite dai diversi vendor, per quanto ottime, non sono spesso da sole più sufficienti: Occorre dunque lavorare in un’ottica di integrazione, mirando a gestire i possibili data breach a 360 gradi. Anche perché all’entrata in vigore dell’ormai celebre normativa del GDPR manca meno di un anno e proprio la gestione degli eventuali furti di dati ne rappresenta un punto cardine. Ancora di meno manca alla piena operatività delle misure minime di sicurezza volute dall’Agid per la PA, di cui invece si parla decisamente poco. Si spiega così l’alleanza, anzi la vera e propria soluzione congiunta che è stata presentata da due player diversi del settore sicurezza, Bitdefender e l’italiana SGBox, con l’obiettivo dichiarato di creare qualcosa di valore per il mercato dal punto di vista dei contenuti tecnologici.

Le Api per far dialogare le piattaforme

Più specificatamente, grazie all’integrazione tra la piattaforma di sicurezza Gravity Zone e SGBox si arriva alla costruzione di un meccanismo autoimmune capace di rispondere alle minacce in real time, permettendo alle imprese di preservare la necessaria compliance e – allo stesso tempo – contenere i costi. In buona sostanza i server critici che sostengono applicazioni fondamentali vengono monitorati e protetti, e in caso di un tentativo di attacco, ne viene bloccata l’esecuzione. Da un punto di vista operativo, SGBox è in grado di rilevare una minaccia e comunicare a Bitdefender di isolare il dispositivo infetto. La comunicazione avviene attraverso le Api messe a disposizione dal vendor rumeno e, grazie a questo dialogo continuo, non solo le minacce vengono rilevate (come fa tradizionalmente SGBox), ma vengono anche arrestate e contrastate. In questo modo si riduce concretamente il rischio di esposizione alle minacce, che invece oggi tende a essere molto lungo, tanto da perdurare anche per mesi.

Denis Cassinerio, regional sales director di Bitdefender Italia

Vulnerabilità sotto controllo

Soddisfazione per l’accordo è stata espressa da Denis Cassinerio, Regional Sales Director di Bitdefender: «Con l’integrazione di SGBOX e Hypervisor Introspection di Bitdefender, la sicurezza raggiunge un nuovo paradigma a cui tutti dovranno fare riferimento. I server critici che sostengono applicazioni fondamentali vengono monitorati e protetti, e in caso di un tentativo di attacco, le capacità di intervento offrono una visione approfondita, anche con metodologie e tecniche di attacco moderne, come quelle prive di file, o basate su vulnerablità diffuse (Wannacry) o non risolvibili con una patch (ad esempio, l’attacco di tipo Atom-Bombing utilizzato da Dridex ed altri moderni APT)». Sulla stessa linea anche Massimo Turchetto, CEO & Founder di SGBox: «SGBox si integra con i prodotti Bitdefender per raccogliere e analizzare i dati di log di sicurezza della rete per il rilevamento avanzato delle minacce. Con questa integrazione, il Security Manager può raggiungere un approccio più maturo alla sicurezza, ottenendo una visibilità approfondita degli eventi e, al tempo stesso, un livello più maturo della Situational Awareness di sicurezza».

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