Mercati

Google Glass, molti problemi nel consumer ma c’è spazio in ambito business

Alcuni piccoli sviluppatori hanno abbandonato il progetto perchè poco profittevole. Ma il programma Glass At Work sembra funzionare

Pubblicato il 25 Nov 2014

Gianluigi Torchiani

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Che fine hanno fatto i Google Glass? Per almeno un paio d’anni sono stati la novità tecnologica andata per la maggiore, che tutti i patiti di tecnologia speravano di poter utilizzare, tanto che svariate ricerche ne preannunciavano un successo straordinario con svariati miliardi di dollari di fatturato previsti. La realtà è che però, oggi, l’intero progetto appare in grande difficoltà, tanto che addirittura il fatto che recentemente il cofondatore di Google, Sergey Brin, si sia presentato a un evento senza i suoi Google Glass (come invece faceva puntualmente da un paio d’anni a questa parte) è stato interpretato come un segno di disaffezione. Anche perché Google, in questi ultimi mesi, appare maggiormente concentrata sulla complicata partita degli smart band, un prodotto che ha già un mercato avviato e che sembra destinato a una forte espansione, in particolare ne settore consumer. Per il momento, invece, gli occhiali intelligenti non sfondano, anzi: la tanto pubblicizzata versione di prova del prodotto, messa in vendita a 1500 dollari, si può ritrovare su E-Bay a metà prezzo, a testimonianza di un non travolgente successo del prodotto. Ma quello che dovrebbe preoccupare maggiormente Big G è la crescente disaffezione che stanno dimostrando gli sviluppatori delle app per Google Glass. Reuters ha contatto 16 tra loro e ben nove avevano abbandonato il progetto, soprattutto a causa della mancanza di clienti o per le limitazioni del dispositivo. Altri tre, invece, si sono concentrati nello sviluppo di app per le imprese, abbandonando i progetti consumer. In effetti l’ambito business, al momento, appare l’unico campo in cui l’utilizzo dei Google Glass potrebbe rivelarsi redditizio (una ricerca Gartner di non molto tempo fa aveva stimato un risparmio nel settore servizi derivante dall’utilizzo di questi apparecchi di oltre un miliardo di euro l’anno).

Ad esempio gli sviluppatori della app Strava (molto utilizzata per corsa e ciclismo) hanno pubblicamente dichiarato il loro entusiasmo per i Google Glass, che renderebbero possibile agli sportivi conoscere le proprie prestazioni in tempo reale. In generale il programma Glass at work, lanciato lo scorso aprile dalla compagnia di Mountain View sembra che stia procedendo bene, tanto che negli scorsi giorni alcune importanti compagnie hanno annunciato l’adesione al progetto: si tratta di AMA Medical, Augmate, Interapt, Pristine and Ubimax. Particolarmente interessanti, sembrano essere tuttora le applicazioni degli smartglass nel campo della salute, industriale, spaziale e della pubblica sicurezza. Insomma, se nel business sembra esserci spazio per gli occhiali intelligenti, molto meno sembra essercene nel consumer. Anche perché i rumors della rete continuano a segnalare numerosi difetti legati all’usabilità, oltre che quello ricorrente per la privacy. Senza contare che Google avrà da lavorare parecchio sull’immagine, poiché per il momento i Glass appaiono un prodotto per “Super Nerd”. Google,ovviamente, ufficialmente getta acqua sul fuoco, sottolineando come ci siano centinaia di ingegneri e dirigenti impegnati nel progetto, che continua a puntare su un approdo consumer. Quel che è certo è che questo lancio sarebbe dovuto avvenire nel2014 ma ora appare perlomeno rimandato all’anno prossimo. Un ulteriore motivo di preoccupazione è dato dal fatto che anche Microsoft e Apple che, appena un anno e mezzo fa sembravano pronte a entrare nel mercato, per il momento stanno rimanendo prudentemente alla finestra.

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