La connessione è il paradigma alla base della Digital Transformation, un processo che si è potuto iniziare a sviluppare proprio grazie al crescente numero di oggetti collegati alla rete. Oggetti che fino a qualche tempo fa era impensabile potessero comunicare e che fosse utile che lo facessero. Il risultato è un affollamento di tali oggetti IP based, dalle stampanti, ai laptop, ai vari device mobili, con la conseguente espansione dei perimetri aziendali, sempre più sfumati. Va da sé che una tale situazione non può far altro che complicare il monitoraggio della sicurezza. La californiana Qualys, nasce nel 1999 proprio con l’obiettivo di scovare le minacce, i punti d’accesso e gli eventuali attacchi silenti presenti in azienda, attraverso soluzioni e servizi di Vulnerability Assessment disponibili in cloud.
Un modello as a service in mano al canale di partner
«Qualys è presente nel mondo con una trentina di filiali, tra le quali quella italiana è stata aperta 2 anni fa – spiega Emilio Turani, managing director Italia, Spagna e Portogallo -. Un’espansione che è andata di pari passo con il successo sul mercato delle soluzioni di Vulnerability Assessment, che Qualys arricchisce con vulnerability management, protection e Web application scanning, rappresentando di fatto la soluzione adatta in termini di sicurezza e compliance, disponibile in modalità as a service. Un modello che quindi garantisce costi di amministrazione bassi a fronte di un’alta scalabilità, apprezzabile dai mercati di qualsiasi dimensione, ma soprattutto da quelli medio-alti, dal Finance, al Telco o la PA, ossia quelle realtà dove gli indirizzi IP da proteggere e scansionare sono numerosi, offrendo nel contempo un servizio interoperabile con i processi aziendali, in grado, anzi, di abilitarli».
Sono già un’ottantina i clienti che Qualys ha acquisito in Italia nei 2 anni dall’apertura della filiale, aziende enterprise e medium-business che vengono seguite attraverso i propri partner, tipicamente profili con competenze e approccio di tipo consulenziale, in grado di enfatizzare anche l’aspetto economico delle soluzioni proposte le quali, grazie al modello pay per use e pay as you grow, sono in grado di scalare secondo le esigenze dei clienti e soddisfare le variabili di budget. Servizi che vengono erogati da 4 data center per il repository dei dati, 2 dei quali in Europa.
Un modello di vendita che ben si adatta ai processi di Digital Transformation in atto, sfruttando anche i contributi fiscali legati ai progetti di Industry 4.0, per i quali il vendor è riconosciuto e accreditato, proponendo un servizio a costi prevedibili, indipendentemente da dove i dati risiedano, essendo il pricing basato unicamente sul numero degli indirizzi IP da gestire.
«Non possiamo fermare l’onda che va verso il cloud e l’esasperazione dell’IP – interviene Luca Besana, Channel manager Italia di Qualys -. Le aziende saranno sempre più fluide e quindi bisogna orientarsi alla corretta gestione, senza comunque “appesantirle”, non avendo tecnici e budget per seguire le nuove tecnologie. In tal senso, i servizi di Qualys si adattano a quel che trovano in azienda, senza vincolare il cliente, offrendo un’unica console dalla quale monitorare la sicurezza dei dati. Qualys ha un tradizionale posizionamento enterprise. Ma oggi lo spettro del target si è abbassato all’SMB, un cambio di scenario che ci a fatto crescere molto sul canale. Che deve essere strategico, capillare e consulenziale. Oggi collaboriamo con una ventina di partner system integrator che gestiamo in maniera one tier, alcuni dei quali erogano i servizi in modalità gestita, in qualità di MSP (Managed Service Provider), un numero che non è previsto in crescita a breve: prefriamo per ora concentrare i nostri sforzi sui partner esistenti in modo da potenziarne le opportunità di business».