Le reti di oggi stanno diventando insostenibili. Mai come ora si è fatto così affidamento sulle reti per il successo del business e mai come ora le reti sono state meno adatte ad affrontare il futuro. Non è solo il fatto di affidarsi alle reti per governare e connettere aziende e clienti (dalla trasmissione di voce e dati, allo storage alla condivisione di dispositivi) o l’apparizione di hacker estremamente preparati che cercano di conquistare l’accesso a dati privati tramite la rete. Concorre anche l’attesa proliferazione dell’Internet delle Cose e l’arrivo dell’era che chiamiamo della Coesione Digitale.
L’impatto sulle aziende e sulla pubblica amministrazione sarà profondo. Le reti rischiano di rappresentare un collo di bottiglia per lo sviluppo delle imprese e l’innovazione. La crescente complessità della gestione di molteplici dispositivi, le maggiori misure di sicurezza e i livelli crescenti di supporto avranno conseguenze sui costi e qualunque possibilità di vantaggio competitivo sarà negata dall’allungamento del time to market di prodotti e servizi. Il carico finanziario e il lavoro necessario per rendere le reti più resilienti e difenderle rischia di essere devastante per molte imprese.
Queste sfide potranno essere vinte con l’avvento di reti automatizzate, programmabili e in grado di autodifendersi che possano adattarsi e fare i conti con servizi predittivi basati su intelligenza artificiale che cambiano adattandosi ai nostri comportamenti. La coesione digitale aiuterà noi, i partner di canale e i loro clienti ad assumere decisioni migliori e più rapidamente, basate su fatti e dati. E al centro di tutto c’è la Self-Driving Network.
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Le conseguenze dell’automazione
Come le auto a guida autonoma, le self-driving network sono nate molto tempo fa ma ci vorrà del tempo perché siano adottate su larga scala a causa dei cambiamenti di atteggiamento e di infrastruttura IT necessari. Se da un lato è improbabile che ci possa essere un passaggio netto all’auto a guida autonoma prima di dieci anni, dall’altra le aziende non possono permettersi una fase di adozione di dieci anni. La capacità delle reti sta già avvicinandosi al massimo possibile in molte organizzazioni e rimanere al passo con la domanda generata dalla crescita dell’IoT, dalle capacità tecnologiche degli hacker e dalla quantità di risorse necessarie per gestirla.
Le self-driving network, proprio come le auto, saranno sistemi totalmente automatizzati, autoprogrammabili che possono assumere decisioni senza intervento umano. Saranno in grado di monitorare, gestire, configurare, riconoscere, difendere, aggiornare e analizzare qualunque cosa succeda sulla rete, prevedendo i problemi prima che si verifichino. I risultati saranno di vasta portata:
– La self-driving network può ridurre i costi. La Self Driving Network è una rete automatizzata e come tale può completare autonomamente molte attività operative lunghe e laboriose (configurazione, provisioning, test di resilienza, ecc…). Riducendo la complessità operativa anche i costi possono essere ridotti e le persone dedicate ad attività più qualificanti.
– Rapidità di innovazione. Con meno persone dedicate alla gestione dell’operatività quotidiana – gestione, aggiornamento e monitoraggio della rete – nuove risorse e competenze possono essere impegnate su attività che generano fatturato, trasformando il team che si occupa del networking da un centro di costo a un hub per l’innovazione.
– Consolidamento dei servizi di rete. una self-driving network può eseguire l’autoconfigurazione e l’autoprovisioning, contribuendo a consolidare le necessità di servizi di rete e virtualizzazione. Ciò significa meno spazio storage, meno manutenzione e risparmi di energia per il data center.
– Maggiore continuità di business. La maggior parte delle interruzioni di una rete è dovuta a errori umani. Una rete automatica si gestisce da sola e per questo garantisce maggiori livelli di affidabilità e costanza dei servizi di rete.
Un’opportunità preziosa per il canale
In questo scenario i partner di canale diventano una componente essenziale. La self-driving network, inoltre, rappresenta un’eccellente opportunità anche per i VAR. Le aziende sono sotto pressione per trovare una soluzione e mentre complessità, proliferazione dei dispositivi e requisiti di sicurezza crescono, le organizzazioni avranno bisogno di persone esperte nella manutenzione e gestione delle reti. Indipendentemente da quale tecnologia o servizio i VAR vendano ai loro clienti, la connettività di rete è necessaria e pertanto i partner di canale hanno visibilità sui punti di pressione delle reti dei loro clienti, sui problemi e sulle aspettative. Il VAR è quindi in una posizione ideale per essere l’esperto di rete che progetta, implementa e gestisce le molteplici componenti software based che all’interno di una self-driving network richiedono integrazione e interoperabilità. Il rapporto non è più basato sull’intervento quando ci sono guasti da riparare ma su un modello di engagement basato su attività come gli assessment, la pianificazione della capacità, l’innovazione e la gestione continua per supportare i bisogni dell’azienda cliente.
La self-driving network offre ai VAR l’opportunità di raggiungere diversi altri centri di costo all’interno dell’organizzazione dato che la rete diviene la piattaforma con cui erogare nuovi servizi. Grazie alla self-driving network i VAR possono assumersi il carico di gestione della rete lasciando che i team IT si concentrino sull’innovazione e la trasformazione.
Questa è per il canale una scommessa a lungo termine. Le reti non cambieranno. Anzi, man mano che i clienti inizieranno a riconoscere il valore derivante dall’automazione, le reti cresceranno e richiederanno personale competente. Analogamente a quanto successo con l’adozione del cloud computing, la self-driving network è ben chiara all’orizzonte e i VAR che per primi investiranno in quest’area saranno quelli che raccoglieranno più benefici nel prossimo futuro.