Una storia di innovazione lunga 17 anni, che non accenna a fermarsi, e posiziona Bitdefender tra i principali attori al mondo in materia di sicurezza informatica. Nell’ultimo anno, poi, l’accelerazione sul versante innovativo è stata significativa, con l’inserimento nel proprio portafoglio di soluzioni basate su tecnologie come intelligenza artificiale e machine learning. Ad accompagnare la strategia di business dell’azienda ci sono i partner di canale, attori fondamentali in questo percorso di crescita ed espansione del gruppo: «Tutta la nostra attività ruota attorno alle partnership con terze parti – spiega Denis Cassinerio, Regional Sales Director SEUR di Bitdefender – una scelta fondamentale ora che l’innovazione nell’ambito della security, anche per via delle normative attuali, si sviluppa attraverso una logica sempre più proattiva».
È così, quindi, che Bitdefender si presta ad affrontare le nuove sfide sulla sicurezza. Sfide che si presentano sempre più insidiose e di difficile interpretazione. «Siamo di fronte a minacce molto diverse ed eterogenee rispetto al passato – continua Cassinerio – condizione che porta alla formazione di un mercato ancora inesplorato. In questo contesto, quello che ci interessa più di tutto è riuscire a realizzare controlli tecnologici dinuova generazione, capaci di sviluppare difese in grado di far fronte a una tipologia di attacchi diversi rispetto a quelli a cui eravamo abituati qualche anno fa». Il vero fortino da difendere resta comunque il datacenter, tutt’ora obiettivo principale degli attacchi informatici di ultima generazione.
«Puntiamo molto alla trasformazione del datacenter – sottolinea Cassinerio – perché rimane il primo target dell’attacco sulla sicurezza. Fenomeni come il “software define datacenter”, l’iperconvergenza o tutte le dinamiche del cloud stanno andando a mettendo sempre più a repentaglio la condizione di security». Ma in che modo si possono risolvere queste criticità? Una soluzione potrebbe essere portare al canale e al mercato una logica di architetture estremamente solide, oltre che tecnologie innovative in grado di affrontare i nuovi livelli di attacco.
Di che tecnologie stiamo parlando di preciso? «Ci sono due prodotti fondamentali su cui stiamo puntando – spiega ancora Cassinerio – il primo si chiama GravityZone Ultra ed è una piattaforma capace di gestire in modo completo il ciclo di sicurezza. Affinché le aziende siano in grado di anticipare un “data breach” è necessario soprattutto andare ad analizzare quella che è la storia dell’evento e garantire così una condizione di sicurezza ideale». E un ruolo determinante, per la protezione del datacenter, lo gioca anche l’introspezione di memoria: «La seconda area su cui ci stiamo focalizzando è la cosiddetta introspezione di memoria – conclude Cassinerio – che vedrà una forte evoluzione in ambito datacenter. Qui l’obiettivo è quello di utilizzare la tecnologia per andare a proteggere i processi di applicazioni critiche in una condizione di architetture nuove che rispecchino la logica dell’iperconvergenza e la riduzione della superficie di attacco».