Che Google non fosse più soltanto un semplice motore di ricerca i lettori più attenti se ne erano sicuramente accorti.
Negli anni, infatti, la società di Mountain View non è certo rimasta ferma dietro al suo celebre algoritmo, ma ha investito a tutto campo: browser, YouTube, adverting e, in tempi più recenti, ha deciso di operare come service e cloud provider, puntando persino al mondo delle energie rinnovabili o a quello automobilistico.
Con l’obiettivo probabilmente di fare ordine dietro a queste tantissime attività, il gruppo ha deciso di dare vita a Alphabet, la nuova super holding a cui faranno capo tutte le divisioni dell’ormai ex Big G.
Ovviamente questo non significa la scomparsa del marchio e del nome Google: Google Inc, infatti, continuerà a esistere, ma sarà una controllata di Alphabet, anche se ovviamente la più importante, che reggerà le “tradizionali” attività web based.
Ma intorno alla holding graviteranno anche Google Ventures, la società di venture capital del gruppo, Capital, la società di private equity, Google Fiber, che gestisce servizi Internet ultraveloci.
Per la medicina (soprattutto ricerca contro l’invecchiamento e le malattie senili come l’Alzheimer) Google ha già creato la società Calico (sta per California Life Company). Sotto Alphabet staranno anche gli XLab, i laboratori del gruppo per i progetti più sperimentali, come i droni e l’auto senza pilota. Possibile ma non ancora ufficiale anche il varo di una società dedicata al mondo smart home.
Tutta questa rivoluzione, come da prassi, è stata annunciata con un post sul blog ufficiale di Google a firma di Larry Page, cofondatore della società: «La G sta per Google. Come io e Sergey abbiamo scritto 11 anni fa Google non è una società convenzionale. E non vogliamo che lo diventi. In questo ambito vi abbiamo detto di aspettarvi piccole scommesse in aree che potrebbero sembrare speculative o addirittura strane se confrontate con le attività attuali».
«La nostra società funziona bene oggi, ma riteniamo che possa essere migliore. Per questo creiamo una nuova società, chiamata Alphabet. Abbiamo spesso ritenuto che nel tempo le società sono a proprio agio nel fare sempre la stessa cosa, decidendo solo piccoli cambi. Ma nell’ industria tecnologica – continua Page- dove le idee rivoluzionarie spingono verso le prossime aree di grande crescita, c’è bisogno di essere un po’ a disagio per restare rilevanti».
Insomma la necessità di far galoppare in maniera più autonoma e libera le aree a maggiore tasso di innovazione del gruppo è alla base della nascita di Alphabet, il cui nome è stato scelto proprio perchè identifica il linguaggio, ritenuto da Page come una delle innovazioni più importanti dell’umanità.
Anche se qualcuno critica la scelta perchè Alphabet è utilizzato da realtà di svariati settori. Tanto che in effetti la società ha dovuto rinunciare al dominio Alphabet.com e optare per l’indirizzo www.abc.xyz.
La centralità della holding è comunque chiara dalle nuove cariche societarie: Page sarà ceo di Alphabet, mentre Brin ne sarà presidente. Eric Schmidt resterà executive chairman e Ruth Porat Cfo. Google Inc, invece, sarà guidata dall’attuale vice di Page, Sundar Pichai.
A poche ore dall’annuncio la reazione della borsa Usa (dove le azioni Alphabet sostituiranno alla pari quelle Google) è stata positiva (dopo un periodo di performance non certo esaltanti): secondo gli esperti la scelta dovrebbe aumentare la trasparenza sugli investimenti della società di Mountain View (che in qualche caso non hanno convinto gli investitori).