Confrontandomi con i clienti in tutto il mondo ho capito che hanno una cosa in comune: aziende e funzioni IT devono affrontare una lista di sfide in continua evoluzione. Le imprese devono soddisfare la richiesta interna di risorse e funzionalità, oltre a trend, requisiti di mercato e avanzamenti tecnologici. La realtà è che la maggior parte delle organizzazioni è molto simile in termini di infrastruttura di base. Tutte hanno data center, storage, networking, cloud di qualche genere – pubblico, privato, ibrido – ma ciò che le differenzia è il modo in cui stanno portando la loro strategia di digital transformation sul mercato – ed è qui dove l’uso di tecnologie Open Source contraddistingue una realtà dai suoi concorrenti.
Budget contenuti per richieste sempre più pressanti di risorse quali Internet of Things e Cloud; Container, Everything as a Service – le complessità si presentano ogni giorno. E poi, l’esigenza di fare reporting, gestione, risparmi, mitigare i rischi, sicurezza, governance, ottimizzazione e innovazione. Senza le policy, i controlli, le capacità di management, l’innovazione tecnologica e l’agilità tutto questo potrebbe portare all’esplosione di rischi e costi. Fortunatamente, c’è il Software Asset Management (SAM).
Il mercato del software asset management esiste da quasi 25 anni e si prevede che cresca dai USD 1,16 miliardi del 2017 ai USD 2,32 miliardi del 2022, a un tasso composito annuo (Compound Annual Growth Rate – CAGR) del 14,8% nel periodo, dovuto alla crescente necessità di gestire l’intero ciclo di vita degli asset. Nei mercati meno maturi, i clienti tendono a focalizzarsi sugli strumenti SAM come ‘pallottola magica’ per risolvere tutti i loro problemi.
Tuttavia, un Software Asset Management maturo si basa su una gamma di service framework component noti come Policy, Process, People, Data e Technology, servizi che supportano e rendono possibili gli obiettivi di business attraverso reporting, management e analisi. Ma come succede per altri servizi, è necessario che vi siano obiettivi SAM – di solito focalizzati su Rischio, Costo e Ottimizzazione. Ed è qui dove le cose cambiano ed evolvono.
Storicamente, il focus SAM è sempre stato sulla riduzione dei costi e la gestione dei rischi. Ridurre i costi di licenze e sottoscrizioni, compresi i requisiti di manutenzione, e assicurarsi di conoscere i rischi di compliance. Oggi però un maggior numero di imprese sta passando a un obiettivo di ottimizzazione del business al fine di supportare l’innovazione e i cambiamenti citati in precedenza – IOT, EAAS, rapid application development e deployment… tutti dipendenti da servizi SAM per mantenere il controllo e consentire l’ottimizzazione.
Qualche esempio di come il SAM possa abilitare altre aree di intervento: nel DevOps attraverso l’applicazione di controlli per garantire che il shadow IT non superi il valore dell’uso di strumenti e sistemi agile cloud. O nella sicurezza, per identificare il livello di supporto, versione, edizione e patch degli asset in tempo reale per garantire che siano conformi agli standard e ai requisiti di governance. Nell’area cloud transformation e container grazie a una vista completa dell’ambiente distribuito indipendentemente da piattaforma, vendor, hosting service provider, ecc. E infine nell’area dei data risk – essere in grado di capire la relazione tra applicazioni, middleware, data source, server, reti per identificare e gestire velocemente data sprawl e rischi (pensiamo al GDPR).
Applicando il servizio SAM a nuovi settori è possibile ottenere notevoli vantaggi e utilizzare queste capacità per abilitare il percorso di trasformazione digitale. In questo modo è possibile mantenere il proprio vantaggio competitivo, indipendentemente da ciò che la tecnologia ha in serbo per noi!