Manca meno di un anno alla fine del supporto di Windows 7, il sistema operativo lanciato nel 2009 da Microsoft: a partire dal 14 gennaio 2020, infatti, l’assistenza tecnica e gli aggiornamenti automatici che permettono di proteggere i Pc equipaggiati con questo OS non saranno più disponibili, come peraltro già da tempo annunciato dalla casa di Redmond. Le domande, naturalmente, sono tante: quanto le imprese sono preparate a un cambiamento di questa portata? Quanto ancora Windows 7 è ancora diffuso in azienda? La risposta è che, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non poche organizzazioni utilizzano Windows 7, nonostante dopo siano arrivati ben altri due OS, vale a dire Windows 8 e Windows 10. Per una questione di costi, di mancato ricambio del parco hardware, ma anche per la complessiva buona affidabilità garantita da questo sistema operativo nel tempo. Ecco perché un buon numero di aziende nel mondo ancora utilizzano Windows 7: più precisamente, secondo una ricerca condotta da Kollective, ben il 43% delle imprese negli Stati Uniti e nel Regno Unito ancora adotta questo OS. E data la tipologia di aziende presenti in Italia, che tende nettamente verso le PMI, è probabile che nella Penisola queste percentuali siano persino superiori.
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Fine supporto Windows 7 : i precedenti
Basti pensare che, secondo una stima rilasciata nel 2014 dalla stessa Microsoft, a due mesi dalla fine del supporto a XP, in Italia circolavano 6-7 milioni di PC con il vecchio sistema operativo. Considerato che, proprio ai tempi della fine del supporto di XP, alcune grandi aziende impiegarono ben tre anni per completare la migrazione dei propri dispositivi, è evidente che il tempo a disposizione non è tantissimo. Problemi del tutto simili erano stati rilevati in ambito server, al momento della fine del supporto a Windows Server 2003 e della successiva migrazione. A preoccupare ulteriormente ci sono alcuni altri dati rilasciati da Kollective: quasi un quinto dei reparti IT ha dichiarato di non conoscere il termine del supporto per il proprio sistema operativo, mentre un altro 6%, seppure consapevole, non ha nemmeno iniziato a pianificare la migrazione a Windows 10. Inoltre, un ulteriore 16% del campione ha ammesso di avere ancora macchine in funzione sui sistemi operativi Windows XP e Vista non supportati.
Fine supporto Windows 7: stop agli aggiornamenti gratuiti
Ma cosa succederà esattamente con la fine del supporto a Windows 7? A partire dal 14 gennaio 2020, se nel PC è in esecuzione Windows 7, non si riceveranno più gli aggiornamenti della sicurezza. Windows continuerà dunque a funzionare, ma non si otterranno più da Microsoft gli aggiornamenti software, inclusi quelli importantissimi relativi alla sicurezza. Windows 7 può comunque essere installato e attivato anche dopo la fine del supporto. Tuttavia, l’OS sarà più esposto a rischi di protezione e virus proprio a causa della mancanza di aggiornamenti della sicurezza, anche perché il servizio clienti Microsoft non sarà più disponibile per il supporto tecnico.
Aggiornamenti Windows 7: la possibilità dell’estensione
In realtà per le imprese che proprio non volessero abbandonare Windows 7 esiste una terza opzione, ovvero quella di aderire all’estensione di sicurezza a pagamento fornita dalla stessa Microsoft, ovvero all’offerta Windows 7 Extended Security Updates (ESU), che sarà disponibile fino a gennaio 2023. Gli aggiornamenti verranno venduti per ogni singolo dispositivo a un prezzo incrementale di anno in anno e saranno disponibili per tutti i clienti di Windows 7 Professional e Windows 7 Enterprise con contratti multilicenza, con uno sconto per i clienti con abbonamenti a Windows Software Assurance, Windows 10 Enterprise o Windows 10 Education. Inoltre, Office 365 ProPlus sarà supportato nei dispositivi con Windows 7 Extended Security Updates (ESU) attivi fino a gennaio 2023. Questo significa che i clienti che acquistano l’offerta Windows 7 ESU potranno continuare a eseguire Office 365 ProPlus.
Fine supporto Windows 7: cosa fare
Per tutte quelle aziende che non vogliono usufruire di questa estensione, rimangono sostanzialmente due strade: acquisire nuovi dispositivi con a bordo Windows 10 già installato, oppure mantenere l’hardware e aggiornare i PC Windows 7 compatibili, acquistando e installando una versione completa del nuovo OS. Per quanto riguarda, invece, Windows 8, è ancora abbastanza presto per pensare alla migrazione: il supporto di Microsoft terminerà infatti soltanto nel gennaio del 2023.
Fine supporto Windows 7: un’opportunità per il canale
In che modo il canale Ict italiano può beneficiare della fine del supporto a Windows 7? Secondo quanto racconta in questa intervista Roberto Vicenzi, vicepresidente del System Integrator Centro Computer, questo passaggio può portare numerose opportunità per il trade, considerato che una buona parte dei profitti dei reseller è ancora legato alla vendita di hardware, dunque anche di PC. L’esperienza dell’addio a XP insegna però come, molto probabilmente, anche in questo caso non ci sarà nessuna particolare corsa da qui al 14 gennaio 2020. Piuttosto, la scadenza può essere vista come un incentivo per spingere i clienti finali a sostituire il proprio parco PC, in modo magari da sposare con più facilità i servizi cloud.
Windows 7: la fine del supporto apre il problema sicurezza
Il principale problema che scaturirà dalla fine del supporto gratuito a Windows 7 riguarda naturalmente la sicurezza, come racconta in questa intervista a Digital4Trade l’esperto di sicurezza Alessio Pennasilico. E’ infatti evidente che qualsiasi azienda che non aggiorna il proprio OS resta esposta a molte famiglie di malware e di attacchi di varia natura. Un problema che è destinato ad aggravarsi per la presenza delle applicazioni obsolete che gravitano sul sistema operativo, le cui vulnerabilità possono essere utilizzate per compiere ulteriori attacchi. Eppure, la sola presenza della scadenza del 14 gennaio 2020 non sarà sufficiente per spingere le aziende al passaggio al nuovo sistema operativo, per una questione di costi e investimenti, ma anche per oggettive difficoltà di natura tecnica.
Windows 7: la mancata migrazione ha un costo
Le aziende medio-grandi italiane non sono del tutto impreparate alla fine del supporto a Windows 7, anche per effetto dell’entrata in vigore del GDPR, che già lo scorso maggio ha spinto alcune imprese al cambio. Lo racconta la società di consulenza e System Integration Insight in questa intervista. D’altro canto le possibili resistenze all’introduzione di Windows 10 sono ovviamente sempre possibili, per ragioni di costi e quant’altro, ma il punto di vista di Insight è che deve essere chiaro che anche questa scelta comporta delle conseguenze, sia dal punto di vista della sicurezza, che da quello della produttività individuale e aziendale.