Un’inaugurazione che ha visto la presenza non solo di Chuck Robbins, CEO di Cisco, che con Agostino Santoni, amministratore delegato, hanno di fatto tagliato il nastro alla nuova struttura, ma anche di personalità come il ministro per l’innovazione tecnologica Paola Pisano, Roberto Baldoni, vicedirettore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza e responsabile del Nucleo per Sicurezza Cibernetica, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e Roberta Cocco, assessore alla Trasformazione Digitale del Comune di Milano.
Il centro di Co-Innovation nasce dalla percezione chiara della necessità di avere un focus sempre più preciso sulla sicurezza, percepita come chiave per la competitività dell’intero Sistema-Paese: “Se tutto sarà connesso, tutto dovrà essere più sicuro”, ha dichiarato Agostino Santoni.
“Questo centro, il primo in Europa a essere dedicato principalmente alla sicurezza IT e alla privacy, fa parte di una rete mondiale attualmente composta da 12 strutture e si inserisce nel progetto Digitaliani, annunciato nel 2016, per il quale abbiamo previsto investimenti per 100 milioni di dollari”.
In un Paese fatto di piccole imprese, quale è l’Italia, la proprietà intellettuale va tutelata. “Ma in una fase di trasformazione quale è quella che stiamo attraversando, anche la proprietà intellettuale è diventata digitale e va protetta con ancora maggiore attenzione. Le imprese sono più competitive quando sono sicure”.
Un tema che vede concorde Paola Pisano, ministro per l’innovazione tecnologica: “Un paese che vuole crescere digitalmente e non pensa alla sicurezza mette a repentaglio la sua economia e la sua libertà. Le aziende in Italia investono e spendono poco, troppo poco in sicurezza. Per le piccole imprese si parla di 3.000 euro l’anno, per quelle grandi di 20.000. Sono cifre troppo basse per la dimensione del fenomeno. Dobbiamo lavorare con i diversi stakeholder, con istituti di ricerca, scuole, università, aziende, per un passaggio di best practice indispensabili”.
Nel Co-Innovation Center si lavora su tre fonti: security, skill e social impact.
Lo descrive Enrico Mercadante, responsabile per l’innovazione di Cisco Italia e alla guida dello Specialists team di Cisco per la regione Sud Europa: “Il Co-Innovation Center prosegue il percorso di Digitaliani: siamo partiti dagli skill, per poi proseguire con il lavoro con le imprese, con l’ecosistema dell’innovazione, con l’Innovation Exchange, con le 20 startup che stiamo esportando nel mondo e con il territorio, con le partnership attivate con il Comune di Milano e quelli di Torino e Genova”.
Quattro i fronti sui quali si lavora nel Cisco Cybersecurity Co-Innovation Center: Ricerca, Formazione, Innovazione e Connessione.
C’è molta attenzione a “innovare dove ci sono gli innovatori”, con un occhio di attenzione a quelle realtà che non hanno strutture come la piccola e media impresa: “In una filiera connessa non si possono lasciare nodi scoperti. In una filiera digitalizzata il punto più debole diventa il punto di attacco”.
Nel centro trova spazio anche il grande tema della protezione delle infrastrutture critiche del Paese, ovvero banche, reti idriche, reti elettriche… “Quando si amplia il perimetro bisogna proteggersi servono soluzioni robuste di sicurezza. Quando si parla di IoT e 5G è importante pensare a come proteggere queste reti nel futuro. Le filiere digitali IoT e 5G creano un nuovo mondo che va protetto insieme a tuto l’ecosistema di partner, clienti, università”.