Le piattaforme di messaggistica sono diventate così importanti da decretare il successo o l’insuccesso degli smartphone? Nel caso di WhastsApp probabilmente sì: non a caso la notizia che la popolare chat, acquistata due anni fa da Facebook, entro la fine 2016 terminerà supporto e aggiornamento per i sistemi operativi ritenuti obsoleti o poco diffusi (tra cui tutte le versioni dell’OS BlackBerry, Nokia e Windows 7.1 Mobile) ha fatto il giro del mondo. Tanto che i critici si spingono a dire che si tratti di una sorta di mossa “concordata” per spingere verso l’obsolescenza numerosi smartphone e, in definitiva, costringere i consumatori finali a nuovi acquisti. Ma, in realtà, le cose sono un po’ più complesse, anche se è certamente vero che WhatsApp, che ha da poco superato la barriera del miliardo di utenti attivi, ha ormai la forza per spostare gli equilibri nel mercato della telefonia.
Ma andiamo con ordine: nel blog ufficiale di WhatsApp si ricorda come nel 2009, anno di nascita della chat, circa il 70 per cento degli smartphone avessero in dotazione i sistemi operativi offerti da BlackBerry e Nokia. Al contrario i sistemi operativi mobili offerti da Google, Apple e Microsoft – che rappresentano il 99,5 per cento delle vendite odierne – erano allora presenti su meno del 25 per cento dei dispositivi mobili venduti. Insomma sono venduti sempre meno. Da qui la decisione del gruppo, peraltro espressa in termini piuttosto tranchant: «Questi dispositivi mobili – si legge sul blog della compagnia – sono stati una parte importante della nostra storia ma non offrono più le capacità che ci servono per ampliare le nostre funzionalità in futuro. Per noi questa è stata una decisione difficile da prendere, ma quella giusta per fornire alle persone modi migliori per tenersi in contatto con amici, familiari e persone care attraverso WhatsApp».
In definitiva WhatsApp continuerà a fornire aggiornamenti per chi ha smartphone Android dalla versione 2.3 in su, per i dispositivi iOS di Apple (gli iPhone) e per i Windows Phone con versione del software dalla 8.1 a salire. Tanto che il consiglio agli utenti finali è netto e chiaro: occorre passare a un nuovo Android, iPhone, o Windows Phone prima della fine del 2016 per continuare ad usare WhatsApp. La cui scelta appare chiara: nel prossimo futuro la chat è chiamata a reinventarsi per trovare finalmente un modello di business profittevole. Dato anche il definitivo addio al pagamento del servizio, annunciato negli scorsi mesi. In ballo, infatti ci sono ulteriori ampliamenti dei servizi legati alle chiamate vocali e probabilmente anche alle videochiamate.
Ma anche soluzioni per il mondo aziendale. Come scritto nel blog aziendale nelle scorse settimane, «A partire da quest’anno, testeremo strumenti che consentono di utilizzare WhatsApp per comunicare con imprese e organizzazioni da cui vorrete ricevere notizie. Ciò potrebbe significare comunicare con la banca circa operazioni fraudolenti, o con una compagnia aerea su un volo in ritardo. Oggi riceviamo tutti questi messaggi altrove – attraverso sms e telefonate – per questo vogliamo testare nuovi strumenti per rendere tutto questo più facile su WhatsApp, continuando ad offrire una esperienza senza annunci pubblicitari di terze parti e spam».
Insomma, vista la tanta carne sul fuoco, inutile continuare a investire ancora per sviluppare un prodotto compatibile con OS poco venduti. Più che a spingere i consumatori al ricambio (che peraltro va forte già di per sè, come dimostra il record di vendite del 2015) la conseguenza principale potrebbe essere quella di costringere definitivamente a una scelta Blackberry. L’azienda canadese, come abbiamo raccontato negli scorsi mesi, ha deciso di avviare la produzione di un dispositivo funzionante con l’OS Android. Ma aveva promesso di non abbondare la commercializzazione di telefoni cellulari 100% Blackberry. Una scelta che però, ora potrebbe essere riconsiderata alla luce della decisione di WhatsApp. Difficilmente l’utenza business – che rimane il target dell’azienda canadese – potrà accettare di avere in mano un telefono privo del principale servizio di messaggistica mondiale, ormai utilizzato anche per le comunicazioni aziendali. Dunque il passaggio totale dei telefoni BlackBerry ad Android potrebbe essere soltanto questione di tempo, anche se per il momento dal Canada non ci sono conferme ufficiali.