Per il mondo dell’Information Technoogy, il CeBIT di Hannover è sicuramente il palcoscenico più importante, non solo nel panorama europeo. Le altre due grandi fiere hi-tech continentali, il Mobile World Congress di Barcellona e l’IFA di Berlino, hanno mostrato come alcuni temi siano oramai intrecciati in un flusso tecnologico che, in alcuni punti, segue una stessa strada. È il caso dell’Internet of Things che, partita da un ambito professionale, oggi riguarda anche prodotti di consumo globale. Oppure il cloud, che abbiamo imparato a conoscere e a utilizzare non solo per accedere alle foto ma anche ai file dell’ufficio, spesso non considerando il pericolo che tali piattaforme potrebbero rappresentare per l’incolumità di dati sensibili.
Il CeBIT, sotto questo punto di vista resta l’appuntamento preferito per analizzare più nel dettaglio alcune tematiche fondamentali. Certo, non mancano gli annunci di prodotto. Ieri abbiamo scoperto la nuova gamma di router di AVM e non dimentichiamo che proprio qui nel 2013 Samsung ha presentato il suo primo Galaxy Tab mentre la scorsa edizione BlackBerry ha lanciato SecuTablet. L’edizione 2016, proprio come il MWC di fine febbraio, pare decisamente indirizzata verso la realtà virtuale e le eventuali applicazioni nella vita di tutti i giorni.
Ad esempio HPE, divisione enterprise di HP, ha mostrato preso il suo stand Avatar Platform, un prodotto che permette di ricreare un’immagine a 360 gradi digitalizzata di una persona, grazie ad uno scanner e a diverse telecamere poste in diversi punti della stanza. L’immagine finale, composta da 64 scatti differenti e simultanei, viene processata dal software Quantum Matrix che mette assieme un modello a sé stante in tre dimensioni, che può parlare e muoversi da solo, comandato da un pannello centrale.
La presentazione di AVM è invece l’esempio più alto di come le moderne infrastrutture di rete stiano cambiando il modo con cui le persone accedono ad internet. Non solo connessioni wireless e cablate ma anche 4G e, soprattutto, senza limiti spaziali. Basta portarsi dietro un router per navigare con dispositivi diversi a velocità LTE.
Parlando di Internet of Things e wearable è di spessore l’intervento che Amal Graafstra, CEO di Dangerous Things, ha tenuto oggi per spiegare non solo le potenzialità degli oggetti interconnessi e indossabili ma anche dei rischi legati al biohacking, cioè la trasformazione del corpo umano attraverso un eccesso di impianti e modifiche tecniche che, se non portano un beneficio concreto ad un deficit naturale, rischiano con l’estremizzare fin troppo l’utilizzo della tecnologia.
Rischi concreti che oggi l’Europa correi quando si tratta di cybersecurity. Per questo Kevin Mahaffey, CTO dell’azienda Lookout ha spiegato in che modo, con un suo collega hacker, è riuscito ad hackerare un modello di Tesla S, centrando l’attenzione di addetti ai lavori e clienti sulla necessità di mettere maggiormente al sicuro i sistemi di collegamento che permettono alle vetture di ricevere e inviare informazioni tramite internet, aprendo le loro portiere anche agli sguardi degli intrusi. Ma Europa è anche 5G ed è per questo che Hans Vestberg, Presidente e CEO di Ericsson traccerà al CeBIT le linee guida per l’introduzione del nuovo standard di reti mobili nel continente. Atteso per il 2020, le ultime stime affermano come l’avvento del 5G potrebbe addirittura essere anticipato al 2018 con una serie di test concreti sul campo, prima di una disponibilità a livello globale.