Digital Signage

Con lo Smart Signage di Samsung entriamo nella nuova era della proximity

Due nuovi smart display, l’ML32E e l’ML55E, mostrano come sia possibile catturare l’attenzione del consumatore coniugando design, tecnologia e versatilità

Pubblicato il 06 Giu 2016

Paolo Longo

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Il digital signage, come forma di comunicazione di prossimità, è già in una fase avanzata di sviluppo. Sebbene in Italia l’adozione stenti ancora a decollare del tutto, ci sono mercati in cui non è più così strano interagire con schermi e videoproiettori per ottenere informazioni aggiuntive su un prodotto, analizzarne la provenienza e il ciclo di lavorazione e addirittura chiedere supporto a un operatore prima dell’acquisto.

Oramai la tecnologia ci circonda, popolando spazi di vita sinora impensabili (i wearable, la domotica, l’IoT) e il digital signage non è altro che la conseguenza di un processo di adozione inevitabile. Come sfruttare questa ennesima possibilità per agganciare meglio gli utenti e potenziali acquirenti? La risposta di Samsung, leader nella fornitura di servizi e piattaforme display-based, è tutta nelle soluzioni Smart Signage Mirror Display, ovvero l’unione tra uno specchio ed un display ad alte prestazioni che svolge la doppia funzione di ritrarre chi si trova dinanzi, mostrando elementi contestuali all’ambiente di utilizzo.

Facciamo un esempio. Vi trovate all’interno di una catena di abbigliamento e scoprite di potervi specchiare indossando i jeans o la gonna in prova, componendo il resto dell’outfit virtualmente, scegliendo altri accessori come foste in un videogame. Misura, forme, colori, tutto è personalizzabile e adattato automaticamente alla persona ritratta. Si tratta ovviamente solo di uno dei possibili ambiti di utilizzo della tecnologia, applicabile a tanti contesti, dal retail allo showroom, passando per l’healthcare, il fitness e tanto altro.

A rendere concrete nel presente queste possibilità ci sono il Samsung ML32E e l’ML55E, due prodotti presentati all’ ISE 2016 che si è svolto a febbraio di quest’anno. La particolarità di entrambi, differenti per dimensioni, peso, luminosità massima e tempi di risposta, è l’integrazione di uno specchio all’interno del classico formato digital signage. I display funzionano in automatico appena il sensore di prossimità rileva una persona.. A quel punto viene attivata la funzionalità specchio con i vari menu in sovraimpressione a disposizione, a seconda del capo scelto.

I vantaggi non sono solo per il mondo del fashion e della vendita al dettaglio, visto che la piattaforma aperta permette di integrare applicazioni e modalità d’uso cucite addosso alle esigenze della singola azienda. Il vantaggio non è dunque solo per gli utenti finali,che possono vivere un’esperienza decisamente più immersiva e appagante, ma anche per le imprese che vogliono estendere il valore e la portata dei propri messaggi, tramite uno strumento che permette anche di ottimizzare gli investimenti.

L’idea della multinazionale coreana è infatti quella di offrire una soluzione che possa ridurre tutti quei costi nascosti che emergono quando si adotta il digital signage coniugando eventuali necessità di design.. Per questo la Smart Signage Platform (SSP) va oltre la fornitura di una semplice architettura legacy; all’interno dei display della serie ML è già presente un media player, un’antenna Wi-Fi, uno storage capiente, una serie di template grafici preimpostati e un software avanzato da cui partire per sviluppare contenuti in-house.

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