Per HPE è arrivato il momento del passaggio di consegne al vertice: tra pochissimi giorni, il primo febbraio 2022, Stefano Venturi lascerà il posto di amministratore delegato a Claudio Bassoli, come già previsto nelle scorse settimane. Come ha messo in luce lo stesso Venturi, il passaggio cade in un momento molto positivo per HPE Italia: “Quello appena concluso è stato il miglior anno fiscale di sempre da quando esiste HPE, ogni indicatore è stato di gran lunga sopra le aspettative. In particolare sono andate molto bene le tecnologie, ambito in cui HPE si è concentrata fin dalla sua separazione con HP. Tutti i nostri settori hanno segnato numeri positivi, dal networking (siamo leader di mercato nel Wi-fi 6) allo storage, senza dimenticare il segmento Compute e in particolare HPC. Inoltre è molto positivo l’ambito Green Lake che sta andando a tripla cifra. Più in generale tutta la strategia messa in piedi da HPE sta funzionando per il meglio. La trasformazione che avevamo avviato anni fa è ormai compiuta, quindi ho pensato che per me questo fosse il miglior momento per uscire”.
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La scommessa su Green Lake
Venturi ha anche sottolineato come Bassoli sia perfettamente in grado di completare il cammino intrapreso, a cui peraltro ha attivamente partecipato in questi nni, ricoprendo il ruolo di Vice President Sales dal 2012. Dal canto suo Bassoli ha evidenziato come “Venturi ha portato HPE a essere una delle protagoniste della trasformazione digitale del Paese”. Il nuovo numero di HPE Italia, inoltre, ha tracciato le linee guida della sua azione, che puntano molto sul rilancio del sistema Paese nel post pandemia. “È un momento di grande opportunità per il Paese, che passa tramite il PNNR: il digitale sarà uno dei protagonisti principali, dunque occorre ridurre il gap tecnologico del Paese e digitalizzare ovunque sia possibile. Abbiamo davanti un periodo storico come forse non c’è mai stato negli ultimi decenni”. Dal punto di vista delle soluzioni HPE, confortata dai recenti successi, scommette molto sulle potenzialità di Green Lake, ritenuto una soluzione che permette alle imprese di avere i vantaggi della user experience del cloud, senza però necessità di affrontare enormi investimenti e – soprattutto – senza vincolare le infrastrutture a un luogo fisico predefinito. Rendendo così rapida l’implementazione di questo nuovo modello, basato su una logica a km zero, in cui i dati sono collocati dove effettivamente le aziende ne hanno bisogno e senza necessità di muoverli da una parte all’altra del pianeta.
Il ruolo dei partner
La gestione di HPE Green Lake, così come di tutte le altre innovazioni di HPE, continuerà a passare per un ruolo importante dei partner: “Tutto quanto viene erogato tramite servizi offerti da nostri partner, a cui si rivolgono le aziende utenti. Considerate le continue innovazioni e soluzioni che lanciamo ogni anno, la nostra filiera svolge un attività di trasferimento tecnologico importantissima, come ha peraltro dimostrato il successo degli Innovation Lab. Il messaggio che vogliamo lanciare ai nostri partner è di continuare a lavorare insieme per sfruttare le opportunità di investimento di HPE. Dobbiamo innescare una velocità di innovazione digitale superiore a quella degli ultimi anni, grazie ai 50 miliardi del digitale destinati al PNNR. E non è possibile pensare di fare questa rivoluzione digitale senza il contributo della filiera Ict nazionale”. Proprio il progetto degli Innovation Lab è stato ricordato da Venturi come una delle iniziative più importanti durante la sua guida: “Abbiamo davvero fatto tante cose, al di là degli obiettivi di business ci sono due cose di cui vado fiero: innanzitutto il coinvolgimento di tutti i dipendenti nelle attività di CSR, che dieci anni fa praticamente non esistevano. Inoltre, l’organizzazione del canale insieme a Paolo Delgrosso, che ci ha permesso di portare innovazione sul territorio insieme ai partner, grazie al progetto Innovation Lab”.
La necessità della cultura digitale
Bassoli ha poi evidenziato la necessità di lavorare per colmare il gap delle cultura digitale nel nostro Paese, ricordando come, in un futuro sempre più Data-driven, la digitalizzazione di imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini giocherà un ruolo chiave nell’abilitare la competitività del sistema-Paese. In particolare, secondo un recente studio HPE- Ambrosetti, per la Pubblica Amministrazione l’impiego di soluzioni Cloud basate su Everything-as-a-Service potrebbe generare un risparmio di costi pari a oltre 650 milioni di Euro, equivalenti a una riduzione del 25% dei costi ICT. Nonché abilitare un aumento della produttività fino al 2,3% per le imprese che potranno utilizzare nuove infrastrutture ICT più avanzate e sempre aggiornate.