Viviamo in un’economia basata sul cloud e dominata dalle applicazioni mobile, una ’sharing economy’, dove le organizzazioni, per erogare agli utenti servizi digitali sempre più sofisticati, devono ricorrere all’adozione di infrastrutture IT composite, in cui server e dispositivi fisici dei tradizionali data center si fondono con risorse virtuali e servizi su cloud pubblici o ibridi. Qui la sfida, per F5 Networks, fornitrice di soluzioni per il mondo applicativo, resta saper orchestrare al meglio queste infrastrutture, portando semplicità di gestione, ma anche disponibilità e sicurezza dei servizi. Una sfida che F5 rinnova come propria missione, come confermato a Vienna nel corso del recente Agility 2016, evento dedicato a partner e clienti: obiettivo è aiutare le imprese a erogare applicazioni veloci, sicure e affidabili a ogni tipo di utente, dovunque, in qualunque momento e su ogni tipo di dispositivo.
Compito non facile – considerando che F5, con un fatturato di due miliardi di dollari nell’anno fiscale 2015, annovera fra i propri clienti grandi aziende, service provider ed enti governativi, a cui fornisce tecnologia per stare all’avanguardia in settori come la cybersecurity, la mobility e il cloud. Alla propria tecnologia, F5 affianca però la collaborazione con partner di primo piano, come Cisco, HP, IBM, Microsoft, Oracle e VMware, con cui sviluppa soluzioni per migliorare la gestibilità, rafforzare la sicurezza, e creare implementazioni applicative più rapide ed efficaci.
Novità e strategia 2016
Ad Agility 2016, diversi gli annunci di soluzioni ’sofware-based’: da BIG-IP 12.1, che fornisce servizi applicativi con una maggior integrazione verso il cloud pubblico e con più sofisticate policy di sicurezza per ambienti on-premise e cloud ibridi; a BIG-IQ Centralized Management 5.0, che estende la gestione per il portafoglio di soluzioni BIG-IP, introducendo miglioramenti a livello di scalabilità e performance; a iWorkflow 2.0, che abilita l’orchestrazione dei servizi F5 con soluzioni focalizzate su tecnologia SDN (software-defined networking), come Cisco ACI e VMware NSX, così come scenari di deployment ininterrotto, attraverso strumenti DevOps forniti da vendor come Ansible, Chef e Puppet.
Anche sulla base di tali annunci, quest’anno la strategia per aiutare la transizione delle imprese verso la nuvola, spiega Karl Triebes, Executive Vice President Product Development e CTO di F5, si fonda su sei pilastri: nell’area cloud, espandere le dimensioni del mercato ADC (application delivery controller); nel settore security, fornire soluzioni di gestione delle identità e degli accessi, e di protezione delle applicazioni; nello spazio dei service provider, incrementare la focalizzazione verticale; nell’area gestione e orchestrazione, fornire soluzioni di gestione complete e rafforzare la presenza negli ambienti Cisco APIC, VMware NSX, Microsoft Hyper-V e Openstack; nei servizi globali, incrementare il fatturato sui prodotti e la soddisfazione dei clienti; infine, nell’offerta Silverline, accrescere ed espandere l’omonima piattaforma.
Partner, ’cambio di pelle’ sempre più incombente
E le opportunità di business per il canale? «Credo che il ruolo dei partner debba adattarsi al mercato» risponde Julian Eames, Executive Vice President e COO di F5, chiarendo che la transizione verso servizi come quelli di Amazon e il public cloud potrebbe tagliarne alcuni. «Se i clienti acquistano servizi ’utility-based’ nel cloud, vendere un pezzo di hardware con qualche software e servizio è una strategia destinata a scomparire. Quindi i partner devono adattarsi a questi nuovi mercati, ma devono anche comprendere come tali tecnologie si integrano insieme». E su questo punto, ritiene Eames, poter lavorare con una società come F5, in grado di formare il canale attraverso forti competenze consulenziali, costituisce un beneficio importante.