Il PNRR?
È il momento di accelerare.
Sostenibilità e NextGeneration EU?
Sono due facce di una stessa medaglia. Sono un gioco di causa effetto, che va oltre il solo “green” e che trova una leva grazie ai fondi messi a disposizione dai piani.
Sono questi i primi stimoli emersi nel corso di un talk che ha idealmente chiuso l’appuntamento You&IBM, che si è svolto presso gli IBM Studios di Milano e che ha visto come protagonisti Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato di IBM Italia, sollecitato da Maurizio Decollanz, direttore della comunicazione della società, e Agostino Santoni, vicepresidente di Confindustria nazionale con delega al Digitale.
Così, la prima parte del talk è stata dedicata a una analisi della situazione attuale.
Che, naturalmente, non è semplice.
Indice degli argomenti
Il ruolo del digitale in uno scenario di incertezza
Rebattoni parla di aspettative al ribasso, di una spinta inflattiva importante, di scarsità di materie prime. “Tutto questo riguarda qualunque tipologia di mercato e industria. Nessuno è esente da questa incertezza. Ma una certezza c’è: il ruolo del digitale”.
E se il digitale e l’innovazione scientifica e tecnologica già rappresentano la risposta in scenari di crisi e di emergenza, oggiè il momento di puntare sulle due grandi transizioni del digitale e della sostenibilità, “che insieme rappresentano la base della ripresa e della resilienza, cui sono destinati i fondi del PNRR”.
Un piano, il PNRR, “la cui fase di disegno è stata eccellente. Ora, però, il tempo rappresenta una variabile critica e bisogna accelerare”.
E questa accelerazione può avvenire se si è in grado di generare energie di sistema.
“Dobbiamo lavorare in una logica inclusiva, aperta, non solo blu e green ma multicolor, mettendo insieme anche tutte le competenze che servono”. E in questa spinta alla co-creazione, che di fatto rappresenta il nuovo mantra di IBM, la società si muove come azienda tecnologica, con un forte focus su cloud ibrido e AI.
“Supportiamo la creazione di queste energie di sistema con la nostra proposizione tecnologica, con le competenze della nostra area consulting e con tutto il nostro ecosistema di partner”.
Risposte strutturali dalla digitalizzazione
Ancora più netto è Agostino Santoni, nel definire il peso e il ruolo del digitale in questa fase, se pure così critica.
“Noi oggi siamo mainstream, il nostro settore è mainstream. Tutti, dai governi alle industrie hanno nel digitale il fattor comune dei loro investimenti. Io non avevo mai visto uno scenario come questo”.
“La delega al digitale assegnatami dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi – prosegue – mi porta oggi a parlare con 150.000 imprese e a influenzare 5 milioni di addetti a usare il digitale come una delle più importanti transizioni del Paese”.
Stefano Rebattoni vede nel digitale una risposta alla fase di crisi, nella quale molti sono i fronti aperti, dal gas all’energia, dall’emergenza idrica a quella bellica, dalle difficoltà di approvvigionamento sia nel mondo della componentistica, sia in quello agroalimentare.
“Servono risposte rapide che nascono da nuove forme di collaborazione”.
E a dimostrazione del ruolo strategico del digitale, Santoni sottolinea come il primo annuncio del recente G7 sia stato quello di un investimento di 600 miliardi di dollari per la digitalizzazione delle infrastrutture critiche dei Paesi in via di sviluppo, una risposta concreta, una risposta strutturale a un bisogno reale e non solo una risposta emergenziale.
Ma c’è un ulteriore passaggio da sottolineare.
Puntare alla sovranità dei valori e lavorare sul capitale umano
“Gli eventi attuali – prosegue Santoni – mostrano come anche nel digitale vi sia stata una accelerazione rispetto al concetto di sovranità: sovranità digitale, sovranità energetica, sovranità dei talenti. Ma di quale sovranità parliamo? È importante la sovranità geografica o dovremmo concentrarci su una sovranità che guarda piuttosto ai valori?”.
Ed è qui che emerge il desiderio condiviso, espresso dai due manager.
Sarebbe bello e giusto che il nostro Paese fosse in grado di diventare una piattaforma, aperta, interoperabile, nella quale gli algoritmi che generano la conoscenza sono rappresentati dai talenti e dalle persone.
“In Italia non siamo dei campioni nella collaborazione: dovremmo imparare a ed essere più capaci di fare progetti e co-creare”, è la considerazione di Rebattoni, nella consapevolezza che “un Paese più fruibile e attrattivo può richiamare investimenti e talenti”.
E la domanda è inevitabile: come si può fare per realizzare queste condizioni così necessarie?
Santoni riprende una riflessione del presidente del Consiglio Mario Draghi: “ Riprendere il gusto del futuro”. E prosegue: “Bisogna promuovere i valori del capitale umano. Bisogna promuovere il diritto, ma anche il dovere, dei lavoratori alla formazione. Bisogna tornare a essere il paese delle opportunità, inclusivo, che si diverte”.