A circa dieci giorni di distanza dal referendum che ha sancito l’inizio del processo di addio alla Ue da parte del Regno Unito, non è ancora chiaro in che modi e in che tempi avverrà la Brexit. È possibile però iniziare a ragionare sulle conseguenze per il mondo IT, anche italiano. Non prevede impatti immediati Piera Loche, Managing Director di Zycko Italy, distributore Pan-Europeo specializzato in soluzioni IT innovative, e presente in 14 paesi in Europa, tra cui l’Italia a partire dal 2007, che ha la sua sede centrale in Gran Bretagna.
Cosa cambia per voi e la vostra casa madre con l’ormai certa uscita dalla Ue del Regno Unito?
Da sempre, il nostro Headquarter è basato a Londra, con uffici e team che supportano noi e i nostri partner nell’adozione di soluzioni tecnologiche poco conosciute ma efficaci e che possano assicurarci di potersi differenziare in un mercato IT oggi fin troppo affollato. La nostra offerta è supportata da una flessibilità finanziaria, servizi logistici a livello internazionale nonché servizi professionali e di marketing interno, il tutto perfettamente coordinato dai nostri team di Londra, che ci consentono a noi e ai nostri partner, di sviluppare business in tempi rapidi. Non crediamo avvengano grandi cambiamenti sul nostro business in corrispondenza all’uscita della Gran Bretagna dalla Unione Europea nel breve-medio periodo, la situazione avrà sicuramente delle evoluzioni che potranno essere chiare una volta che conosceremo tempi e condizioni dell’attivazione della Brexit.
Ritenete possibile uno spostamento delle principali sedi europee degli operatori IT dalla Gran Bretagna a un Paese dell’Europa continentale?
Siamo un gruppo paneuropeo solido e abbiamo gestito moltissimi eventi che, negli anni, hanno avuto più o meno impatto a livello macro economico. Certo, questa decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Europa è un momento delicato ed importante che potrebbe portare ad alcuni cambiamenti, ma parlarne ora è assolutamente prematuro.
Prevedete contraccolpi per il mercato IT nel suo complesso?
Brexit potrebbe diventare una minaccia al mercato unico del settore IT, fondamentale condizione per il nostro settore dove molte aziende USA hanno siglato accordi importanti con le sedi in UK, definendo Londra un vero e proprio HUB per la distribuzione delle tecnologie su ampio raggio. Il settore IT è sempre stato promotore e assolutamente in favore di un’Europa più integrata, fondata sulla libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali. Le nuove regole legate alla Brexit, potrebbero nei prossimi anni, rendere più complesso e costoso l’interscambio di beni tra noi e la Gran Bretagna, ma questo lo scopriremo più avanti.
Con la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea, vi aspettate un aumento della complessità e, soprattutto, delle conseguenze per i costi della logistica?
Come sappiamo la Gran Bretagna gode di una posizione particolare fra i membri dell’Unione Europea. Il paese, infatti, ha mantenuto la propria moneta, non fa parte dell’area Schengen e gode di ampi margini di sovranità economica. Allo stesso tempo, però, l’economia britannica è strettamente collegata a quella dell’UE e con la Brexit la Gran Bretagna esce da molti accordi UE di libero scambio con paesi terzi e si ritrova a doverli rinegoziare. La Brexit può influire in modo significativo su tutte le operazioni commerciali di prodotti tecnologici , basti pensare alla reintroduzione dei dazi doganali, e i tempi di trasporto si allungherebbero e, in generale, tutti i processi logistici subirebbero un serio rallentamento, ma anche in questo caso dovremmo attendere che l’ Unione Europea definisca le nuove regole per capire il reale impatto che questa decisione potrà avere sul mercato europeo e mondiale .