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Il cambiamento del mercato non frena la crescita di Avanade

La joint venture tra Accenture e Microsoft ha appena archiviato l’anno fiscale con uno sviluppo vicino al 10%. Per il futuro sono in arrivo ulteriori assunzioni sul territorio nazionale

Pubblicato il 11 Ott 2016

Gianluigi Torchiani

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Mauro Meanti, Amministratore Delegato Avanade Italy

Il mercato IT si sta trasformando a grande velocità, come tutti ripetono. Un cambiamento che ha investito anche Avanade, la joint venture tra Microsoft e Accenture dedicata alla fornitura di servizi digitali innovativi, come ha raccontato Mauro Meanti, amministratore delegato della filiale italiana. Il cambiamento è legato alle aree in cui Avanade a cui ha legato la sua strategia, prima tra tutte la Digital transformation dei processi interni e esterni aziendali (erp e Crm/marketing). E qui si sono viste le vere novità rispetto al recente passato: «Sempre più spesso siamo coinvolti in progetti che comprendono sia il lato Crm che ERP, in maniera integrata. Una rivoluzione che rende magari la progettazione più complicata ma anche più di impatto per il business aziendale. Non a caso, i recenti annunci di Microsoft vanno in direzione di un progressivo merge tra Erp e Crm, commerciale e anche funzionale, dunque i confini si fanno sempre più labili».

L’altra area di crescita è quella della cloud transformation, per Avanade legata soprattutto all’implementazione del cloud pubblico. In particolare, il progetto più importante riguarda RCS MediaGroup: Accenture, Avanade e Microsoft hanno progettato insieme una soluzione cloud ad alte prestazioni per il gruppo editoriale, sfruttando l’Accenture Hybrid Cloud Solution for Microsoft Azure e l’Accenture Cloud Platform. Nel nostro Paese non mancano però delle resistenze al completo avvento della nuvola: «Il principale ostacolo all’adozione nel cloud nel bancario è la digital regulation. Alcune imprese fanno poi fatica a migrare nuove piattaforma a causa della persistenza di grosse basi legacy. Nelle grandi aziende poi, anche se certamente esiste una componente di valore, l’aspetto economico è quello che fa realmente la differenza, che può vincere le resistenze e spingere alla migrazione. Nelle nuove realtà il discorso è invece completamente diverso», spiega il numero uno di Avanade Italia.

Per inseguire questa evoluzione nell’ultimo anno Avanade ha affrontato un importante processo di cambiamento strutturale, passando da un modello captive, dove il suo posizionamento nei confronti dei clienti era come fornitore di tecnologia, per arrivare a un modello che si fonda su servizi e soluzioni basate sull’ascolto e sulla reale partnership con il cliente. Il tutto si è concretizzato in una nuova struttura organizzata per Market Unit, (cloud, digital group, business application, technical services) che raggruppano in maniera omogenea l’offerta del gruppo. «La categorizzazione dell’offerta va incontro alla domanda che sempre più spesso ci dobbiamo porre: chi è il compratore? Prima il nostro interlocutore era esclusivamente il Cio, oggi è sempre più spesso il marketing. In questo ultimo caso, più che aspetti tecnici, va spiegato l’impatto sul cliente», spiega l’amministratore delegato.

Questa evoluzione però non ha impedito alla società di viaggiare a un tasso di crescita confortante nella Penisola nell’anno fiscale chiuso ad agosto, appena sotto il +10%. Più o meno si tratta delle stesse percentuali di sviluppo che ha conosciuto nello stesso periodo Accenture (che è poi l’azionista di maggioranza) e decisamente superiore a quella registrata da Microsoft. Avanade resta attiva in cinque mercati verticali: insurance, Pa, utility, communication e media/entertainment, finance, e product (manifatturiero/retail), con un particolare focus sugli ultimi due. L’ultimo anno è stato particolarmente positivo soprattutto in ambito PA, mentre le altre aree sono rimaste più o meno stabili. In un contesto di mercato, che è bene ricordarlo, è particolarmente difficile, con investimenti ridotti e una diffusa pressione sui costi. Il giudizio dell’AD è comunque del tutto positivo: «Siamo cresciuti di più nelle aree in cui eravamo più piccoli, questo aspetto per me è significativo, ora abbiamo un parco clienti più distribuito rispetto al passato», chiosa Meanti.

Per il futuro l’obiettivo di Avanade Italia è di crescere ulteriormente, arrivando in doppia cifra alla prossima chiusura di fatturato annuale. Per cogliere questo traguardo si punta su ambiti come analytics e IoT: proprio sull’Internet of things è in arrivo l’implementazione di una piattaforma apposita in tandem con Accenture. A conferma dei target ambiziosi ci sono i numeri sul personale: Avanade quest’ultimo anno ha assunto circa 100 persone, soprattutto nella sua sede di Cagliari, arrivando a complessivi 750 dipendenti sul territorio nazionale. Per il 2016/17 sono in arrivo ulteriori assunzioni: si cercano Technical e Solution Architect, solution Developer e Programmer, System Engineer, Delivery Lead, Business Analyst.

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