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Le pagelle di fine anno ai big dell’IT: male Twitter, promossa Microsoft

Il 2016 dell’Information Technology è stato caratterizzato dalle mosse dei principali nomi del settore. I risultati non sono stati però uguali per tutti

Pubblicato il 30 Dic 2016

Gianluigi Torchiani

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Il 2016 si avvia alla conclusione anche per i giganti dell’IT, in buona parte localizzati Oltreoceano. Che hanno è stato per loro? Ovviamente nessuno di loro è rimasto fermo, ma i risultati sono stati estremamente differenti. Tanto che abbiamo provato a stilare una sorta di pagellone di fine anno, basato su andamento economico, efficacia delle novità presentate e prospettive per il futuro. Partiamo dalle note negative: il 2016 resterà senza dubbio un anno da dimenticare per Twitter che, fondamentalmente, ha mancato tutti gli obiettivi che si era riproposta un anno fa: innanzitutto a partire dal numero di utenti attivi, che appare in forte calo ed è lontano dai numeri in crescita registrati dalle piattaforme social più popolari. Non solo: un modello di business sostenibile è ancora lontano dall’essere implementato, tanto che la società è sostanzialmente in perdita e il valore delle azioni è crollato rispetto ai tempi della quotazione in borsa. Tanto che cinque dei principali top manager hanno abbandonato la società nel corso del 2016. Non solo: le trattative per una possibile acquisizione si sono arenate, con i due principali indiziati, Disney e SalesForce, che si sono chiamati fuori. I tentativi da parte del Ceo Jack Dorsey per rilanciare il social non mancano, ultimo tra tutti una piattaforma per effettuare i video a 360 gradi direttamente da Periscope, ma è difficile pensare che possano bastare per il rilancio. Voto: 4

Il 2016 non sarà ricordato come il migliore anno della storia di Apple: la società di Cupertino, come sempre, ha presentato tutta una serie di nuovi prodotti e piattaforme. Ma, a onor del vero, nessuno di questi appare particolarmente innovativo e rivoluzionario rispetto al recente passato. L’unica vera novità che ha catturato l’attenzione di pubblico e mass media sono stati gli auricolari senza fili per il nuovo iPhone di casa, innovazione che, però, ha anche ricevuto molte critiche. Il 2016 è stato poi caratterizzato dalla lunga querelle tra Apple e FBI per lo sblocco del cellulare del killer di San Bernardino. Alla fine dei conti, il Governo USA ha aggirato il rifiuto di Apple, dimostrando dunque la non fondatezza della leggenda sulla totale sicurezza e impermeabilità dei dispositivi della Mela. Soprattutto, le trimestrali hanno evidenziato una pericolosa dipendenza della società dalle vendite di iPhone, che rappresentano una fetta preponderante del fatturato. È mancata, insomma, quell’innovazione di prodotto capace di spiazzare mercato e concorrenti, tanto che Oltreoceano si sono sentite le prime critiche rivolte alla guida di Tim Cook, giudicata troppo timida e prudente a dispetto dell’enorme capitalizzazione e liquidità disponibile. Voto 6– (di stima)

Problemi per certi versi simili vive anche Google/Alphabet, che pure non può certo lamentarsi dell’andamento del suo giro d’affari e degli utili, entrambi in rilevante aumento nell’ultima trimestrale dell’anno. In buona parte, però, il business è ancora tradizionale, legato alle ottime performance della raccolta pubblicitaria on line. Bene anche il cloud, mentre tutta la serie di dispositivi hardware del gruppo, ad esempio quelli legati alla domotica e all’efficienza energetica, faticano ancora a prendere consistenza.(voto 7)

Jeff Bezos, Ceo Amazon

L’anno è stato invece, per motivi diversi, molto positivo per aziende come Amazon e Facebook. La prima sta continuando a macinare numeri sempre più importanti, aiutata anche dalla crescita travolgente registrata dalla sua divisione cloud. Non solo: la società guidata da Jeff Bezos sta allargando il suo raggio d’azione anche al mondo degli spazi fisici, come dimostra il supermercato appena inaugurato. L’unico neo del 2016 è relativo al (presunto) cattivo trattamento dei dipendenti, su cui si è discusso a più riprese nel corso dell’anno (voto 7,5)

Facebook, d’altro conto, ha continuato a consolidare il suo impero, con il suo Ceo, Mark Zuckerberg, che è stato accolto come un vero e proprio imperatore in Italia. Gli utenti sono stabilmente sopra il miliardo di unità, gli introiti pubblicitari aumentano e così via. In questo caso l’unica pecca riguarda i video, su cui il gruppo ha scommesso tanto: nei mesi scorsi Facebook è stata costretta a scusarsi pubblicamente con gli inserzionisti per aver sovrastimato il tempo trascorso dagli utenti davanti ai filmati sulla piattaforma (Voto 8)

Infine c’è Microsoft, che di questo 2016 si porterà a casa la più chiacchierata acquisizione dell’IT, vale a dire quella di Linkedin. Che le permette di fare capolino nel mondo dei social dall’angolazione preferita da Nadella,vale a dire l’ambito business. In particolare, aprendo grandi opportunità nella crescente economia del crowdfunding on line. C’è poi in positivo Azure, che continua a macinare utili e tassi di sviluppo a doppia cifra e i passi in avanti significativi sul fronte machine learning e intelligenza artificiale. Inoltre, se nel 2016 il gruppo ha pagato nelle sue trimestrali lo scotto del sostanziale disimpegno nell’ambito smartphone, dal 2017 non sarà più così. Tanto che, secondo un previsione dell’analista Michael Markowski che sta circolando parecchio sul Web, la casa di Redmond è la meglio posizionata tra i big dell’IT per raggiungere nei prossimi anni una capitalizzazione pari a mille miliardi di dollari (voto 8+).

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