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Huawei Cloud Congress 2015: «Cari partner credete nelle nuvole!»

La società cinese è decisa a ridefinire e ampliare la comunità dei partner a valore aggiunto. La crescente modularità delle soluzioni proposte permette di implementare in breve tempo ambienti cloud e storage fortemente verticalizzati

Pubblicato il 19 Set 2015

Marco Maria Lorusso

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Huawei ha da sempre legato il proprio brand alla telefonia mobile e al wireless.

E se è vero che nell’universo consumer è famosa per i suoi tablet e smartphone (che contribuiscono a generare il 26% del fatturato globale pari, lo scorso anno, a 46 miliardi di dollari), non va dimenticato che il suo core business è rappresentato dalle infrastrutture di rete per il mercato dei carrier (67% del giro d’affari).

Eric XU, numero uno di Huawei

Da cinque anni a questa parte, tuttavia, la multinazionale cinese con sede a Shenzhen sta aggredendo con decisione anche il segmento enterprise, che al momento pesa per il 7% sul turnover e che, nelle dichiarazioni del rotating CEO in carica, Eric Xu, dovrebbe arrivare a toccare i 10 miliardi di dollari di fatturato entro i prossimi cinque anni.

Come ci riuscirà è presto detto. Anzitutto, con il rilascio di nuovi layer software e middleware sempre più aperti e modulari che consentiranno, con l’ausilio dei partner OEM, di garantire la rapida implementazione di ambienti cloud verticalizzati. Ancora, spingendo sull’acceleratore dell’innovazione. Ecco perché la società, che investe annualmente circa 1/10 del proprio fatturato in ricerca e sviluppo, si dice pronta a costruire 7 nuove facility dedicate alla sperimentazione (che si aggiungono alle attuali 31) e assumere diverse migliaia di ingegneri nei prossimi tre anni.

L’evento

Per spiegare meglio il suo nuovo corso, la società ha riunito a Shanghai oltre 10.000 tra partner, clienti, analisti e giornalisti (80 le nazioni rappresentate) in una due giorni interamente focalizzata sul cloud e sulle infrastrutture utili ad abilitare l’Internet of Things (IoT).

«Siamo piccoli e relativamente giovani in questo business – esordisce Yan Lida, a capo dell’Enterprise Business Group – ma vediamo che il mercato enterprise ci dà fiducia, non solo per quel che riguarda la creazione ex novo di data center e ambienti cloud, ma anche nella sostituzione di ambienti storage e data center obsoleti».

«Il nostro impegno sarà sempre più convogliato verso le infrastrutture IT, le piattaforme software e i servizi cloud di classe enterprise, con l’idea di creare un vero e proprio ecosistema cloud – ribadisce il CEO Xu nel corso del keynote di apertura del Huawei Cloud Congress 2015 –. La cooperazione con le aziende è al centro di questa visione, mentre l’acquisizione e lo sviluppo di talenti specifici ne costituisce le fondamenta. Questo ecosistema consentirà ai nostri partner di espandere il proprio business nel segmento enterprise e di raggiungere, insieme a noi, l’obiettivo del successo reciproco». Un successo che si basa sin dalla nascita di Huawei, nel 1987, sul rapporto instaurato con gli alleati, non solo quelli tecnologici ma, soprattutto, quelli di canale, che permettono di creare soluzioni “su misura” per le diverse industry. Che il canale sia fondamentale per la società lo si evince dal fatto che, da sempre, quasi il 100% del business di Huawei è realizzato grazie al contributo dei partner.

E in Italia?

La strategia annunciata da Xu verrà, ovviamente, declinata e sviluppata anche sul territorio italiano. Huawei sta mettendo in atto una politica di recruitment piuttosto aggressiva nel nostro Paese. «Abbiamo circa 180 partner locali e collaboriamo attivamente con i grandi integratori come Accenture – sottolinea Roberto Schiavone, Channel Sales Director di Huawei Technologies Italia –. Tuttavia, i nostri investimenti nei prossimi mesi saranno convogliati soprattutto sul rafforzamento delle partnership con i system integrator locali. Vogliamo migliorare la formazione, perché i VAR e i box mover non sono più sufficienti a supportare l’implementazione delle tecnologie Huawei. La nostra crescita nel mondo enterprise richiede la formazione di nuovi solution partner OEM, in grado di comprendere e collaborare con il cliente finale alla soluzione dei suoi bisogni». L’idea è di creare una piazza virtuale «una piattaforma di collaborazione totalmente aperta, che permetta di portare al mercato soluzioni innovative e verticalizzate», ha proseguito.

Alessandro Cozzi, Direttore Enterprise Business Group Huawei Italia

«Stiamo facendo recruiting anche tra gli esperti di customer facing – gli fa eco Alessandro Cozzi, nells foto, Enterprise Business Group Director Italy and Western Europe – così come tra gli specialisti del networking. Va detto che quasi il 100% del budget marketing è da sempre destinato alla formazione dei nostri partner, sia on site che da noi, a Milano oppure qui in Cina, a Shenzhen». L’obiettivo assegnato a Cozzi dalla casa madre è, di fatto, piuttosto audace: arrivare nel giro di 5 anni a fatturare nel segmento enterprise 200 milioni di euro, circa la metà dell’attuale turnover complessivo della filiale italiana.

Gli Annunci

L’evento di Shanghai ha fornito l’occasione per presentare a clienti e partner le novità della casa di Shenzhen. Anzitutto, la versione 6.0 di FusionSphere, il sistema operativo aperto per la virtualizzazione software e lo storage software-defined. Pensato per lo sviluppo rapido di soluzioni verticali di astrazione e la gestione degli ambienti cloud, è già utilizzato presso 800 clienti e 160 data center in 80 paesi del mondo.

Novità anche sul fronte dell’analisi rapida dei dati destrutturati, con il software FusionInsight.

Alla platea è stato, infine, annunciato il rilascio imminente di OceanStor DJ un software per la gestione “su richiesta” delle risorse di memorizzazione che ottimizza l’efficienza operativa dei centri dati.

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