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Tecnologie più partner: la ricetta Huawei per affrontare il mondo del cloud

Nel corso del Huawei Cloud Congress di Praga, la multinazionale cinese ha delineato le sue strategie per il mercato europeo. L’obiettivo è incrementare le vendite di storage e server

Pubblicato il 29 Apr 2016

Gianluigi Torchiani

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La rivoluzione del cloud è al centro dei progetti di Huawei. E non poteva probabilmente essere altrimenti, dato che la multinazionale cinese, al di là della sua sempre più importante facciata consumer, è attiva nelle infrastrutture cruciali per il mondo aziendale, come server, storage e Big Data. Che in questi anni sono state profondamente rivoluzione dall’avvento della nuvola. Con un occhio speciale al mondo delle telecomunicazioni e dei carrier, con cui Huawei ha sempre avuto un rapporto privilegiato. Ovviamente, un gigante del peso di Huawei ha una strategia ben definita in questo campo anche per il mercato europeo e l’ha voluta precisare nel corso del Huawei Cloud Congress 2016, che si sta svolgendo in queste ore a Praga. Un mercato, quello, del Vecchio Continente, dove Huawei in questi ultimi anni sta crescendo a un tasso medio del 23%, tanto da aver registrato nel 2015 un giro d’affari di 7,7 miliardi di dollari.

A cui propone un cloud con determinate caratteristiche: open source, ibrido e integrato. Non a caso Huawei è il uno dei principali partecipanti a progetti open source come come Open Stack, Docker e Hadoon. Come ha riassunto Leon He, president western europe enterprise business: «Nel nuovo mondo dell’Ict bisogna avere le tecnologie ma anche la piattaforma (aperta, flessibile ed elastica), unitamente a un’ecosistema di sviluppatori e partner. Il Cloud? È facile parlarne ma non praticarlo. Innanzitutto pensiamo che debba essere open: pensiamo a come era il mondo della tecnologia di dieci anni fa. Bene, tutte le innovazioni principali di questo decennio sono arrivate dal mondo open source, senza eccezioni».

Un’altra preferenza piuttosto netta è quella di puntare sul cloud ibrido: come ha spiegato nel corso del suo intervento Krzystof Celmer, senior IT solution sales Expert di Huawei, «Vediamo che oggi molti stanno puntando sul public cloud. Vogliamo cambiare questo approccio». La convinzione del gigante cinese è che in ambiti strategici come Finance, energia, settore pubblico e così via la strada della nuvola pubblica non sia adatta, soprattutto perché complicherebbe il funzionamento ottimale delle tradizionali applicazioni sviluppate nel mondo legacy. Inoltre OpenStack è ritenuta la piattaforma ideale in termini di facilità di sviluppo, gestione e utilizzo. E l’appeal dei grandi provider in termini di prezzo non spaventa Huawei, che è convinta che l’Hybrid cloud possa dare vita a soluzioni competitive anche da questo punto di vista.

Ovviamente il gigante cinese non intende giocare in primo piano il ruolo di provider in questa arena, ma vuole lasciare il compito ai suoi partner, mettendo a disposizione la sua ampia e profonda gamma di tecnologie server e storage, continuamente aggiornata grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo. Un esempio di questo di questo tipo è l’Open Telekom cloud, messo in piedi in Germania con operatori del calibro di Deutsche Telecom e T-System, un progetto che prevede la fornitura di servizi cloud al mondo enterprise, in diretta competizione con Amazon. Iniziative di questo tipo stanno servendo ad aumentare l’interesse del Vecchio Continente verso le tecnologie del vendor.

Che come ammette Zheng Ye La, president It Product line del gruppo, è soddisfatto dell’andamento del mercato europeo, ma ritiene possa esserci molto spazio di crescita in ambito server e storage. In effetti sono ancora lontani i livelli della Cina, dove Huawei è stata capace di superare un nome storico come EMC per quote di mercato. «ll numero delle nostre spedizioni in Europa non è ancora abbastanza grande, se comparato con quello di altri vendor, ma siamo ottimisti per il futuro visto il nostro andamento brillante. Sono comunque soddisfatto per la crescita. Abbiamo elevati target per l’Europa, ma con un approccio passo dopo passo, che riesca ad assicurare ai clienti finali del vero valore. Per il futuro Huawei è determinata a fare importanti investimenti nell’IT, a prescindere dalle acquisizioni».

Un ruolo chiave nella crescita è ovviamente demandato al canale di vendita, che nella sola Europa può contare su 4 alleati “strategici” (SAP, Accenture, Vodafone e Softstone)30 solution partner e circa 1.000 channel partner: «Per noi è molto importante fornire servizi end to end al consumatore finale: abbiamo identificato società altamente professionali in Europa che sono diventate nostri partner e svolgono questo ruolo con efficacia. Questi partner hanno capito che lavorare con Huawei è una scelta win-win. Siamo sempre alla ricerca di nuovi partner arrivino, è un processo che non si ferma mai», conclude Zheng Ye La. Insomma per conquistare la nuvola, Huawei anche in Europa chiama a raccolta vecchi e nuovi partner.

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