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Trasformare il Data Center fa bene (anche) alle PMI

Le infrastrutture adatte all’innovazione devono garantire il ROI ai clienti, assicurando flessibilità e facilità di gestione. Temi alla base dell’iperconvergenza e delle composable architecture

Pubblicato il 28 Set 2016

Gianluigi Torchiani

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Iperconvergenza e composable architecture possono essere le risposte che il canale può dare ai clienti che necessitano di infrastrutture integrate, gestite da software e in maniera automatizzata. Le esigenze delle aziende stanno andando, infatti, verso una sempre maggiore integrazione delle diverse componenti delle infrastrutture che compongono il Data Center. Computazione, storage, e network si riuniscono in architetture convergenti, anzi, ormai iperconvergenti, con evidenti semplificazioni nella gestione. Si liberano risorse, sia in termini di personale sia di budget, che tutte le aziende, di qualsiasi dimensione, possono sfruttare per innovare e presidiare in maniera ottimale i propri mercati di riferimento.

Non più, quindi, un’organizzazione a silos delle varie componenti, ma sempre più a stretto contatto, in un’unica struttura, e con una orchestrazione unificata, con componenti che non solo dialogano, ma strettamente cooperano tra di loro. Nascono soluzioni, se non addirittura appliance, che offrono, agli operatori del canale e ai clienti stessi, un unico riferimento, sia per la certificazione degli apparati, sia delle competenze, sia, ancora, della manutenzione. Un nuovo modo di organizzare le risorse presenti in azienda, quindi, svincolandole dall’operatività “manuale” e indirizzandole a scopi più “nobili”, innovazione in primis, di cui tanto c’è bisogno in un mondo sempre più competitivo che non fa sconti a chi arriva tardi. Se ne parlerà in occasione di un apposito webinar organizzato da Digital4Trade e HPE, in programma il prossimo 11 ottobre

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