Il mondo della stampa 3D sta cominciando a prendere, lentamente piede, in contesti manifatturieri su larga scala. Se finora l’interesse maggiore si era avuto grazie alle possibilità di produzione fai-da-te in casa, per lo più ristrette a cover per il cellulare e simpatici gadget, il vero punto di rottura è avvenuto nell’industria, a livello eterogeneo, dove il 3D printing sta davvero facendo la differenza. Sappiamo, ad esempio, che i produttori automotive lo utilizzano già per creare in poco tempo prototipi per il telaio e le parti interne, così da verificare concretamente e a costi ridotti, se un aggiornamento può essere davvero fattibile o meno; oppure le istituzioni militari che hanno rivelato di adottare il 3D per la costruzioni di droni ed elementi di aerei.
Campo medico
Un’ulteriore innovazione arriva dalla Nord Corea, dove medici e dentisti avrebbero accesso a una stampante in grado di riprodurre parti del corpo umano, per ottenere pezzi di ricambio da impiantare sui pazienti. A dirlo è stato il dottor Hwang Seong-hyeok, del Dipartimento di odontoiatria di stato, che in diretta sulla rete nazionale KCTV ha spiegato i vantaggi di tale tecnologia: “Con questo metodo possiamo plasmare frammenti di ossa per ogni utilizzo, grazie a un progetto di scansione corporea dettagliato”. Si parla dunque di “bioprinting”, come di un campo di applicazione del 3D in netto divenire. Per realizzare elementi da impiantare nel corpo (come porzioni di mascella) viene utilizzato un materiale fatto di polimeri biologici invece di sostanze xenogeniche, quelle usate sinora per progetti simili. A giugno, la Pyongyang University of Science and Technology aveva mostrato un prototipo di stampante 3D durante un evento trade, questa è invece la prima volta che la si vede in funzione.