Oramai conosciamo la situazione: Samsung ha richiamato all’ovile circa 2,5 milioni di Note7 venduti o pre-acquistati in tutto il mondo. La causa è un problema alla batteria che ha già causato almeno 35 scoppi e deflagrazioni con danni evidenti al prodotto e, in alcuni contesti, anche ai proprietari. La situazione è seria, tanto che la FAA. agenzia che controlla il traffico aereo negli Stati Uniti, ha vietato di accendere il dispositivo in volo mentre altre compagnie lo hanno addirittura bannato dai bagagli a mano, obbligando i possessori a imbarcarlo. Per evitare situazioni anche peggiori, la nordcoreana ha dunque deciso di sostituire tutti i modelli, con un danno economico non da poco.
Anche in Italia, chi lo ha acquistato in anteprima, con consegne previste inzialmente per il 30 di agosto, dovrà attendere come minimo il 19 settembre per vederselo recapitare alla porta. I pochi fortunati (o sfortunati, è da capire) che invece hanno fatto in tempo a metterci le mani su dovranno recarsi al negoio dove il Note7 è stato acquistato per attendere poi il nuovo modello. In cambio otterranno un buono da 50 euro da spendere come meglio si crede. E cosa succede a tutti gli altri? Le possibilità sono due: o si richiede un rimborso totale oppure si continua a usare il “vecchio” Note7, sperando che non scoppi mai.
Ma in questo caso potrebbe sorgere un bel problema. A quanto pare, Samsung sarebbe intenzionata a “spegnere” da remoto tutti i Note7 della prima tornata, entro fine settembre, per evitare che possano presentare problemi in futuro. A quel punto, gli utenti si ritroverebbero con un costoso fermacarte tra le mani, seppur ancora possibile di cambio dal rivenditore. Meglio non rischiare dunque e accingersi a re-impacchettare il phablet e attendere qualche giorno per averne uno privo di problemi, rampante e, si spera, non irascibile.