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Il capitale umano, la risorsa più preziosa e decisiva

Soluzioni e tecnologie innovative, strategiche, stupefacenti, abilità di dialogare con i distributori e vendor portando il loro verbo sul territorio… Gli operatori del canale ICT oggi sono tutte queste cose insieme ma possono e devono essere soprattutto veri imprenditori capaci di “imprendere”, allevare talenti e avere visione

Pubblicato il 26 Ott 2013

Marco Maria Lorusso

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Andrea Rangone, School of Management Politecnico di Milano

In mezzo a mille difficoltà generate da questa cattiva congiuntura generale ma, soprattutto, dalla difficile situazione economico-politica del nostro Paese una certezza, un possibile bagliore sembra ormai essere emerso ed evidente a tutti. L’innovazione digitale è l’ultimo treno che l’Italia deve agganciare per regalarsi una competitività industriale più vicina agli attuali e lontani standard europei.

In un simile scenario, il ruolo degli operatori della filiera ICT, di coloro che guardano quello che succede nel mondo e hanno il compito di portarlo nelle case e nelle imprese, è di enorme importanza. Dalla loro abilità di farsi “messaggeri”, portatori sani di vantaggi concreti dipende una buona fetta del destino del nostro Paese. Per questo, a tutti loro dobbiamo chiedere di essere prima che abili conoscitori delle tecnologie, degli imprenditori, nel senso più letterale e puro del termine.

Imprenditori che “intraprendono” progetti sulla scia di una visione chiara e precisa, capaci di gestire un’organizzazione a 360°, dalla parte economico-finanziaria alle risorse umane. Il vero imprenditore

deve infatti essere anche un allevatore di talenti, una persona che è in grado di trasmettere la sua visione a colleghi, team, clienti rendendoli partecipi di progetti e risultati. Il capitale umano insomma è la prima e più preziosa risorsa sulla quale un operatore di canale deve sapere investire.

Imprenditore come guida di un gruppo di “persone” e poi come “innovatore” che ha la capacità e il coraggio di non rimanere ancorato a mercati nei quali si sopravvive e non si cresce, in cui il prezzo è rimasto l’unica leva di business. Questo è vero scouting, fiuto per le nicchie ad alto valore aggiunto, nicchie tecnologiche e fatte di nuovi strumenti per comunicare e raggiungere il cliente: social networks, video, nuovi modelli di marketing che arrivano dal digitale. Per questi imprenditori è lecito pretendere un supporto dalle Istituzioni, dal Governo, dalla Politica. Il cappello dell’Agenda Digitale non può essere riservato alla Pubblica Amministrazione. Incentivi, voucher fiscali, ogni tipo di strumento deve facilitare gli investimenti delle Pmi e supportare il lavoro dei “messaggeri” del digitale.

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