Intervista esclusiva

Enter: un ecosistema di servizi con un cuore Open

Mariano Cunietti, Cto del gruppo, racconta il lancio di un nuovo Partner Program dedicato alle web agency in ambito cloud

Pubblicato il 03 Mar 2017

Gianluigi Torchiani

open source cos'è
Mariano Cunietti, CTO and Cloud & Hosting BU Manager di Enter

Fare IT in un Paese come l’Italia significa spesso andare a traino delle decisioni e delle scelte dei grandi vendor di Oltreoceano. Come è naturale che sia, data la potenza di fuoco di queste aziende e la loro influenza sull’andamento della tecnologia. Ma è possibile anche seguire una strada diversa, più controcorrente e autonoma, basata su un’ottica open e cooperativa. Perlomeno è questa la strada che ha permesso a un’azienda come Enter di crescere progressivamente, andando a esplorare in prima persona ambiti innovativi come quello del cloud.

Mariano Cunietti, CTO and Cloud & Hosting BU Manager di Enter, riassume a Digital4Trade la storia di questa realtà, attiva dal 1996, che oggi può definirsi come un ecosistema di servizi infrastrutturali di base: reti, datacenter, cloud, spazi di lavoro, energia, logistica e produzione: «Abbiamo vent’anni ma lavoriamo in un clima da startup permanente, dal momento che continuiamo a sfornare progetti abbastanza innovativi. La nostra società è nata inizialmente come Internet service provider. La prima svolta è avvenuta nel 2004 quando ci siamo aggiudicati un bando come network provider per la fornitura di servizi per il mondo ospedaliero. Abbiamo quindi cominciato a fornire direttamente la connettività, con una crescita progressiva che ci ha portato a servire negli anni circa 13.000 realtà, soprattutto concentrate su Milano. Successivamente abbiamo costruito una rete proprietaria, da 400 km in fibra, che ci ha consentito di ampliare i margini, fare economie di scala e così via».

I passaggi successivi sono stati l’ampliamento di questa infrastruttura a livello internazionale, grazie all’acquisto di un ring di fibra capace di collegare Milano, Francoforte, Amsterdam, Londra e Parigi, la costruzione di un data center e, soprattutto, la decisione di scommettere sul cloud: «Inizialmente l’idea era quella di realizzare il progetto con VMware ma, dopo un mancato accordo, sia commerciale che, soprattutto, di vision, abbiamo cercato risorse nel mondo Open source, atterrando alla fine su OpenStack. Che si è affermato soprattutto come strumento per realizzare il Private Cloud, mentre noi invece abbiamo voluto puntare sul public cloud, perché abbiamo pensato che fosse giusto mettere in campo un’alternativa italiana ed europea a quelli che sono i big d’oltreoceano (AWS, Microsoft e Google). La scelta di OpenStack ci ha permesso di entrare in contatto con un nuovo modo di produrre le cose, grazie alla collaborazione con i developer, permettendoci di accelerare i tempi e recuperare il gap tecnologico. Abbiamo infatti sposato la cultura open source perché in sintonia con il nostro DNA, ma anche perché ci consente una velocità superiore rispetto a quello dei vendor tradizionali».

Il risultato è Enter Cloud Suite, un servizio IaaS distribuito in differenti Paesi (Italia, Germania, Olanda), costruito per le aziende e gli sviluppatori europei. Si basa sull’infrastruttura di rete proprietaria citata in precedenza, che garantisce pieno controllo su tutto lo stack di rete, maggiore flessibilità e livelli di performance e di servizio più alti per i propri clienti. Rendendo così possibile l’offerta di servizi di computing, storage e networking as a service, oltre a servizi avanzati di CDN (Content Delivery Network) e di DNS dinamico per il balancing e il failover geografico.

Il risultato è, sinora, un successo: «A febbraio 2015 abbiamo partecipato a un bando per diventare provider accreditati della Comunità europea e, insieme ai partner del nostro consorzio, abbiamo vinto quasi tutte le gare che sono state indette. C’è poi tutto il tema sulla privacy che il GDPR avvia, che sicuramente favorisce i player comunitari. In quest’ottica abbiamo recentemente aderito al CISPE, un codice di condotta europeo per i public cloud provider». I clienti tipici di Enter (tra questi il portale de Il Fatto quotidiano) sono aziende che, a prescindere dalla dimensione, vogliono avere la capacità di reagire in tempi brevi a degli adattamenti di mercato, che oggi sono molto più frequenti rispetto al passato, in maniera elastica, senza concentrarsi unicamente sul prezzo.

Questa strategia ha permesso a Enter di trovare il suo spazio nel mercato del cloud: «Le briciole che cadono dai tavoli dei Big del public cloud sono grossissime e a noi vanno benissimo. Certo, non dobbiamo aspettarci di fare un miliardo di dollari di fatturato l’anno. Noi dobbiamo scommettere su tutto quello che loro non possono fare, prima di tutto la vicinanza al cliente».

Una strategia che prevede un ruolo anche per i partner, che già da tempo hanno la possibilità di rivendere il servizio di Enter. In occasione di MeetMagento, che si sta svolgendo in queste ore a Milano, Enter lancerà il nuovo programma per i Partner rivolto alle web agency, ai fornitori di servizi e a quelle realtà che vogliano realizzare con Enter Cloud Suite l’infrastruttura cloud più adatta per il business dei loro clienti, lasciando a Enter gli aspetti tecnici di gestione e ottimizzazione. Enter offrirà al Partner una percentuale sul canone mensile dell’infrastruttura del suo cliente per tutta la durata del contratto. Una svolta che, evidenzia Cunietti, dovrebbe favorire anche l’aumento del numero dei partner e dei clienti finali, andando oltre il classico passaparola.
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