Sappiamo quanto stia lavorando Google per rendere l’esperienza di navigazione più veloce. Oltre ad aver semplificato la lettura di articoli tramite il progetto AMP, Accelerated , da anni il motore di ricerca studia metodi con cui alleggerire i contenuti conservati sui server dei siti web, prima della pubblicazione online. Nel 2014 aveva investito in un mezzo in grado di ridurre le foto del 10% rispetto al loro peso originale, tramite il formato WebP. Oggi il programma ha compiuto un salto migliore nella forma di Guetzli, un algoritmo open-source che codifica i file jpeg rendendoli il 35% più leggeri degli attuali. Come specificato dalla stessa Google, il sistema di riduzione è simile a quello sfruttato da Zopfli, che lavora sui png e gzip, senza creare un nuovo formato di lettura.
Se si vuole scendere nei tecnicismi, Guetzli, che in tedesco vuol dire cookie, si rivolge alla struttura delle immagini per mantenere la qualità pur diminuendo le dimensioni. Si basa su un modello definito psicovisuale che riesce ad approssimare la percezione dei colori e la maschera di visione in maniera dettagliata e approfondita, di fatto togliendo peso alle foto preservandone non solo la comprensione ma i tratti peculiari e migliori. L’unico problema è che per compiere tale procedimento, l’algoritmo impiega un po’ di tempo del precedessore ma con il risultato di rendere la navigazione decisamente più veloce e dinamica.