Datacore punta a espandere canale e attività in Sud Italia

Nuove risorse e nuovi investimenti per la regione EMEA. Nella Penisola aumentano le opportunità per i partner da Roma in giù, ma il Country Manager Bargoing precisa: «Più che di quantità, abbiamo bisogno di qualità». Pronta al lancio la nuova tecnologia Parallel I/O

Pubblicato il 05 Apr 2017

Domenico Aliperto

datacore

Il Sud Europa è per Datacore il mercato che cresce più velocemente. Ed è per questo che gli occhi del fondatore George Teixeira sono puntati sul Vecchio continente. Non è solo un modo di dire: dalla Florida, dove risiede il quartier generale dello specialista dei software di virtualizzazione, sono in arrivo 5 milioni di euro, che verranno investiti in 48 nuove risorse nelle divisioni Sales e Marketing oltre che nel comparto tecnico. Gli sforzi sono indirizzati a potenziare le vendite a livello enterprise e ad aumentare la brand awareness sul mercato. Sforzi che non potranno essere sostenuti senza l’apporto del canale, che lo stesso Pascal Le Cunff, numero uno della regione EMEA, definisce «il volto di Datacore».

Lo sviluppo del canale sul territorio italiano

In Italia, presidiata da Datacore dal 2011, questo significa prima di tutto spingere verso il Meridione, dove la presenza dei partner è ancora minoritaria e dove, specialmente in Lazio, ampliare il business vuol dire cominciare ad avere a che fare anche con la pubblica amministrazione. Lo spiega il Country Manager Remi Bargoing, contattato a margine della sesta edizione dei Datacore Days (di scena a marzo, in Francia), l’evento annuale con cui il gruppo condivide con partner, analisti e stampa risultati e strategie. «Ai due distributori storici Ready Informatica e Avnet si è appena aggiunto V-Valley, del gruppo Esprinet» , dice Bargoing. «Oltre a loro, lavoriamo con 90 rivenditori certificati, di cui il 75% opera a cavallo di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Alto Adige. Il 20% si trova nella zona di Roma mentre il restante 5% è in Sicilia e copre il Sud Italia. Abbiamo già una persona dedicata a quest’area, ma per la fine dell’anno ci sono in programma investimenti che ci permetteranno una ripartizione più forte al Centro-Sud, con un occhio di riguardo alle imprese di medie dimensioni, che rappresentano già il 75% del nostro fatturato. Per il 2017 intendiamo raggiungere le performance del nostro mercato di riferimento, la Francia del Sud, che è molto simile per strutture aziendali alla piazza tricolore».

Il ruolo della formazione per i partner 

L’importante per Bargoing è evitare rischi di sovradistribuzione, limitando al massimo possibili fenomeni di concorrenza e sovrapposizione tra le attività dei partner. «Le porte per collaborare con noi sono aperte, ma ora che abbiamo maturato un certo volume intendiamo focalizzarci sulla qualità». Chi vuole avvicinarsi all’offerta di Datacore deve quindi intraprendere un percorso strutturato di formazione, con attività di training sul piano tecnico, approfondimenti in ambito presales e corsi per sviluppare competenze anche in ambito relazionale.

Le aree tecnologiche di riferimento, tra partnership e IoT

Le principali aree d’intervento per lo sviluppo di Datacore in Italia rimangono lo storage, con le classiche soluzioni Software-defined e di virtualizzazione (a partire da SANSymphony, cuore della proposizione Datacore), l’iperconvergenza («rispetto alla quale siamo i più forti in Italia» , sostiene Bargoing) e la nuova tecnologia Parallel I/O, che andrà a innestarsi sulle altre offerte. Parallel I/O è di fatto un acceleratore delle performance della CPU, che viene ottimizzata rispetto all’analisi dei dati e dei tempi di risposta. La soluzione sarà commercializzata da maggio con il nome di DataCore Parallel Server (DPS) e si sa che sarà disponibile su Microsoft SQL Server. Tra i primi test, in occasione dei Datacore Days è stato citato il caso di uno stabilimento automotive che aveva bisogno di realizzare report dettagliati sulle disponibilità di magazzino. A condizioni normali, utilizzando hardware Oracle e sistemi di gestione Manhattan Associates, ci sarebbero volute 40 ore. Implementando Parallel I/O e senza la necessità di effettuare modifiche sul parco macchine, l’operazione ha invece richiesto soltanto sei ore.
Parallel I/O diverrà il fulcro della proposizione di Datacore anche e soprattutto nei confronti delle organizzazioni che dovranno gestire l’esplosione di dati che provocherà l’affermazione dell’IoT. «Crediamo che sarà una delle principali aree di crescita del prossimo biennio», spiega George Teixeira. «Non si tratterà solo di raccogliere diversi tipi di informazioni dai sensori, ma anche di trattare tutti questi input e queste transazioni nella maniera più rapida possibile, svolgendo analisi e generando azioni di risposta, tutto contemporaneamente. La nostra tecnologia ha già dimostrato di saper offrire i tempi di risposta più veloci dell’intera industry, e siamo convinti che si rivelerà cruciale nell’ottimizzazione dei motori di calcolo multi-core».

L’interoperabilità resta al centro 

Naturalmente in un mondo sempre più complesso e interconnesso, Datacore non può fare tutto da sola, ed è per questo che le partnership, a più livelli, saranno determinanti per garantire flessibilità e interoperabilità, fermo restando un certo purismo rispetto all’impostazione del business. L’accordo con Lenovo, per esempio, ha dato vita alla nuova appliance DX8200D, commercializzata per l’appunto dal colosso cinese ed equipaggiata sui server X3650 M5. Ma il marchio ‘powered by Datacore’ farà capolino anche su soluzioni Coservit e HGST. «Inoltre lavoreremo sempre più a stretto contatto con Microsoft per espandere la nostra presenza sull’Azure Cloud Marketplace e nell’ecosistema di alleanze di Redmond» , aggiunge Teixeira, che comunque non esclude contatti con vendor indipendenti che possano portare le soluzioni Datacore su verticali specifici, come Healthcare, Manufacturing, ERP, Finance. «Infine, anche se non è una priorità, continuiamo a valutare startup che sviluppano software potenzialmente complementari al nostro portfolio».

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