L’email è tutt’altro che morta, nonostante le previsioni catastrofiche che si potevano leggere ancora pochi anni fa. In effetti, nonostante l’esplosione di chat e sistemi di messagistica, la posta elettronica rimane lo strumento di lavoro maggiormente impiegato in ambito business. Di questo persistente successo, purtroppo, se sono accorti anche i cybercriminali che, infatti, utilizzano in maniera sempre più massiccia la posta elettronica per le loro campagne di attacco, prima di tutte il tanto temuto cryptolocker. Diventa quindi fondamentale poter contare su degli strumenti che consentono di rendere innocue le mail malevole su cui, un po’ per natura siamo portati a cliccare. Su questo specifico segmento si è focalizzata una giovane azienda italiana, Libraesva (con sede a Lecco) che ha messo a punto un sistema antispam (l’email content gateway ESVA – Email Security Virtual Appliance), che permette di bloccare il 99,98% delle email spam. Una soluzione che ha vinto diversi Award di settore e che è riconosciuta dal prestigioso Virus Bulletin come uno dei migliori ed efficaci sistemi di protezione e analisi dei contenuti della posta elettronica.
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Stop ai link malevoli
L’ultima versione, la 4.0, è stata appena integrata con la funzionalità UrlSand Protection, che protegge contro gli attacchi avanzati di phishing, malware zero day e ransomware che potrebbero colpire gli utenti attraverso un link presente nel corpo delle email. Ogni link viene riscritto dal sistema URLSand Protection e al momento del click l’utente è indirizzato alla Sandbox in cloud installata negli EsvaLabs per l’analisi. Se il link passa i controlli, all’utente è consentito accedere alla pagina o sito di destinazione, considerato privo di rischi. In caso risulti portatore di minacce, appare una schermata che avvisa della pericolosità e del blocco attivo su quello specifico collegamento. Più in generale, il gateway messo a punto da Libraesva può essere installato sia in cloud che on premise, come appliance virtuale, ed è caratterizzato da un’estrema semplicità, tanto da poter essere pienamente operativa in appena un paio d’ore. Tutto questo, ovviamente, senza ostacolare i workflow aziendali, che non devono essere rallentati in maniera significativa.
Clienti sempre più grandi
Grazie a queste armi, Libraesva è riuscita a imporsi nel mercato antispam, dove pure si trova a competere con colossi del calibro di Symantec, Mc Afee, ecc. Inizialmente diffusa soprattutto tra le Pmi, nel corso del tempo Libraesva si è allargata nel mondo enterprise, tanto che tra i clienti italiani ci sono aziende come Ansa, Giorgio Armani, Cattolica assicurazioni, Italcementi, ecc. Il gruppo ha poi stretto accordi con alcuni service provider, tra cui Aruba, che per appositi progetti può appoggiarsi alla soluzione di posta Libraesva. Inoltre sono state stipulate delle vere e proprie partnership OEM con Avira e Bitdefender. Spicca poi la strategia di internazionalizzazione, in particolare sul mercato britannico ma anche in Turchia e negli Emirati arabi.
Il punto di forza, ha spiegato il Ceo Paolo Frizzi, risiede nella specializzazione: “Fondamentalmente siamo dei super esperti della email security, ci dedichiamo tutti i giorni a questi ambiti. Mentre invece per i colossi della sicurezza informatica la protezione della posta è soltanto un prodotto di un portafoglio ben più ampio e talvolta persino trascurato”.
Il ruolo del canale
Un caso di successo in cui anche il canale gioca un ruolo importante. In realtà la partnership con il vendor italiano prevede due livelli: innanzitutto ci sono i registered partner, che sono quelli che effettuano poche installazioni l’anno. Poi ci sono i veri e propri partner certificati, circa 150 a livello globale (120 in Italia), che lavorano in maniera continuativa con il brand e che sostengono dunque un’adeguata attività di formazione, anche attraverso una presenza fisica. Per aumentare il proprio giro d’affari, però, il gruppo esclude l’avvio di un’intensa attività di recruitment di nuovi partner, considerato che numerosi reseller e system integrator abituati a lavorare con il mercato enterprise sono già arrivati negli scorsi anni. Piuttosto, si punta a spingere i partner già esistenti a incrementare il proprio parco clienti.