La stima è che il nuovo prodotto della compagnia di Cupertino è destinato a trainare l’intero mercato globale, che sinora non era decollato del tutto e che dovrebbe raggiungere i 43,2 milioni di unità nel 2015, per una crescita del 129% rispetto al dato atteso per il 2014.
Altra novità rispetto alla situazione attuale è che i braccialetti Basic (quelli con un insieme ben definito di funzioni e che non possono eseguire applicazioni di terze parti) sono destinati a subire il sorpasso di quelli Smart (che possono funzionare da accessori ad altri apparati o in modo autonomo e risultano anche compatibili con applicazioni non proprietarie), a cui appartiene anche l’ultimo nato di casa Apple.
Inoltre alcune delle funzioni dell’Iwatch (salute, fitness, pagamenti mobili) dovrebbero soddisfare la classica domanda che l’utente medio si pone a proposito degli smart band: per quale motivo occorre realmente acquistarli? Anche per l’iWatch resta però ancora l’incognita sulla durata della batteria. Come reagiranno i concorrenti? Google, che ha fatto il suo ingresso nel settore con il sistema operativo Android Wear (che gira sui device di molti produttori), sarà costretta a investire nell’evoluzione della sua piattaforma, se vorrà competere con Apple. Nel breve termine i produttori dei braccialetti basic( Fitbit and Jawbone) potrebbero trarre dei vantaggi, ma è prevedibile che nel medio termine emergeranno dei braccialetti smart di fascia di prezzo bassa, destinati a prendere il soppravvento, un po’ come successo agli smartphone con i cellulari tradizionali.