Il cloud viaggia a tassi di crescita decisamente interessanti da un po’ di anni a questa parte. Con un segmento, quello del public cloud, che sembra andare particolarmente bene (qua tutto quello che c’è da sapere sulle diverse modalità di cloud). Lo confermano anche i dati recentemente rilasciati da Gartner, che evidenziano come il mercato mondiale crescerà del 21,4% nel 2018, per un totale di 186,4 miliardi di dollari, in netto aumento rispetto ai 153,5 miliardi del 2017. E per i prossimi anni i numeri sono ancora più “monstre”, per quanto sia possibile: nel 2021, infatti, il cloud pubblico dovrebbe raggiungere l’iperbolica cifra di 302,5 miliardi di dollari a livello globale, dunque quasi il doppio rispetto al 2017. Se per il momento il Software as a service rappresenta ancora la fetta più importante dell’intera arena del public cloud, c’è da evidenziare come i servizi Iaas siano quelli che stanno viaggiando al ritmo più veloce.
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Chi vince la partita dello Iaas
La domanda è, naturalmente: chi sta vincendo questa partita? Per il momento, il dato di fatto è che il mercato è piuttosto concentrato, con i primi 3 operatori che cubano oltre la metà del giro d’affari dell’intero comparto: ovviamente stiamo parlando di AWS, Microsoft Azure e Google Cloud. Attualmente la posizione di forza del gruppo guidato da Jeff Bezos è indiscutibile (tanto da trainare i conti dell’intera Amazon, vedi qui), tanto da valere oltre il 44% dell’intero mercato Iaas mondiale, contro il 7,1% di Azure e il 2,3% di Google. Quello che però sta succedendo è che gli incumbent al momento stanno viaggiando a velocità di crescita decisamente più elevate. Google, in particolare, sta conoscendo un tasso di sviluppo intorno al +100% anno su anno.
Twitter e Fitbit in casa Google
Il punto di forza della nuvola marchiata Mountain View sembra risiedere soprattutto nella sua capacità di trattare workload che hanno a che fare molto con Google stessa, ossia Big Data e Analytics. Azure e AWS, al contrario, possono vantare piattaforme decisamente più ampie, capaci di offrire un vastissimo catalogo di proposte e soluzioni. Un successo di immagine arrivato proprio nelle ultime ore riguarda la decisione di Twitter, un nome mica da poco e già cliente di AWS, che ha deciso di spostare una parte dei propri workload proprio verso il cloud di Google. Pochi giorni prima era stata la volta di un altro pezzo da Novanta, ovvero il produttore di Wearable Fitbit. Un andamento che dovrebbe continuare nel prossimo futuro, tanto che, secondo molti analisti, la corsa nel cloud pubblico vedrà tre cavalli non più clamorosamente separati: nel 2020 il giro d’affari di AWS potrebbe attestarsi a 44 miliardi di dollari, quello di Azure a 19 miliardi e quello di Google Cloud a 17.