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Dati, privacy… Ecco i rischi dell’Internet of Things – infografica

internet of things privacy: Secondo i risultati della survey globale “Internet of Things: Connected Home” di Fortinet, la perdita dei dati è risultato il rischio più frequente dell’IoT, seguito da malware e accesso non autorizzato per i proprietari di abitazioni. I vendor dovranno essere in grado di offrire il giusto equilibrio tra sicurezza e privacy

Pubblicato il 25 Giu 2014

Marco Maria Lorusso

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Fortinet ha presentato i risultati di un sondaggio globale in cui sono stati interpellati i proprietari di abitazioni in merito alla questione dell’Internet of Things (IoT). La ricerca dal titolo “Internet of Things: Connected Home” analizza le questioni riguardanti la sicurezza e la privacy e cosa i proprietari delle abitazioni sono disposti a fare per abilitarla.

“La battaglia per l’Internet of Things è appena iniziata. Secondo la società di ricerche IDC, si prevede che il mercato IoT raggiungerà i 7,1 trilioni di dollari entro il 2020 – ha affermato John Maddison, vice presidente marketing di Fortinet -. In ambito di abitazione connessa IoT avranno successo i vendor in grado di offrire un equilibrio tra sicurezza e privacy rispetto a prezzo e funzionalità”.

I principali risultati emersi dal sondaggio spiegano che la maggior parte degli intervistati (61%) pensa che sia molto probabile che l’abitazione connessa possa trasformarsi in una vera realtà nei prossimi 5 anni; nello specifico, in Italia il 53% degli interpellati ha dichiarato che è molto probabile che ciò avvenga nello stesso lasso di tempo.

A livello globale (69%), la maggior preoccupazione risiede nel fatto che si pensa che un elettrodomestico possa essere coinvolto nella violazione dei dati o nella divulgazione di informazioni personali riservate, mentre in Italia il 55% degli intervistati si è dichiarato estremamente, o comunque, abbastanza preoccupato in merito all’argomento.

La privacy per l’internet of things e la fiducia su come i dati e le informazioni possano essere utilizzate, rappresenta a livello globale la maggior preoccupazione e l’Italia concorda con questa affermazione nel 42% dei casi. Sempre per quanto riguarda la privacy, il 62% ha dichiarato che si sentirebbe estremamente contrariato tanto da prendere provvedimenti, nel momento in cui il dispositivo domestico connesso raccogliesse segretamente, o addirittura in modo anonimo, informazioni sull’utente e le condividesse con altri; anche in questo caso, l’Italia si è mostrata concorde con la maggior parte degli intervistati sull’argomento.

Da queste affermazioni ne consegue che il 66% a livello globale è d’accordo sul fatto che solo l’utente può avere diritto a concedere l’autorizzazione all’accesso a questo tipo di informazioni e in Italia, addirittura il 74% vuole avere sotto controllo i dati raccolti.

Il 42% degli intervistati, poi, sostiene che spetterebbe al proprio Governo regolamentare i dati raccolti e in Italia la percentuale di chi è d’accordo su questo punto arriva al 49%. Nel caso in cui si scoprisse una vulnerabilità in un dispositivo, il 48% è d’accordo che il produttore del dispositivo stesso sia il responsabile degli aggiornamenti o delle applicazioni, mentre in Italia sale al 55% la percentuale di chi considera il produttore responsabile.

Il sondaggio ha poi chiesto ai proprietari delle abitazioni quali sarebbero, secondo loro, i metodi per garantire una giusta protezione e le risposte in sostanza sono state due: in proporzioni quasi simili, si pensa ad affidare a un router domestico la protezione oppure al proprio provider Internet. A questo proposito, il 40% sarebbe disposto ad acquistare un nuovo router wireless ottimizzato, il 48% “forse” lo sarebbe e oltre il 50% sarebbe disposto a pagare di più il servizio Internet per avere il funzionamento dei dispositivi connessi a casa propria. In Italia il 42% degli interpellati pagherebbe di più.

Ma anche se le risposte sono state quelle appena sopra illustrate, il prezzo poi si dimostra il maggior ostacolo che influisce sulle decisioni di acquisto dei dispositivi connessi, e questo si è riscontrato nelle risposte degli interpellati di tutti i Paesi.

“L’Internet of Things promette molti vantaggi per gli utenti finali, ma presenta anche serie sfide in ambito di sicurezza e privacy dei dati – ha poi concluso Maddison -. Per superare questi ostacoli sarà necessario implementare in modo intelligente diverse tecnologie di sicurezza, incluse autenticazione delle connessioni remote, reti private virtuali tra gli utenti finali e le loro abitazioni connesse, protezione da malware e botnet e sicurezza delle applicazioni, on-premises, nel cloud e come soluzione integrata da parte dei produttori di dispositivi”.

In sostanza, tutti vogliono le migliori garanzie per proteggere la propria privacy e i propri dati, ma quanta consapevolezza esiste sul fatto che la protezione va conquistata, aggiornata e soprattutto va ricercata e applicata…?

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