Analisi

Fatturazione elettronica verso la PA, ecco i risparmi

Costi ridotti di 1,6 miliardi di euro per la pubblica amministrazione. Benefici possibili per 3 miliardi a livello di Sistema Paese. Per arrivare fino a 60 miliardi di euro nel caso di digitalizzazione completa del ciclo del pagamento. I risultati dell’analisi dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione

Pubblicato il 29 Mag 2013

Redazione TechCompany360

firma-digitale-121129124636

Alessandro Perego, School of Management Politecnico di Milano

Con il tanto agognato decreto sull’obbligatorietà della fatturazione elettronica verso la PA, si è arrivati finalmente a fissare i paletti di un iter partito con la Legge Finanziaria 2008.

Il decreto sostanzialmente manda in pensione la fattura cartacea e obbliga le pubbliche amministrazioni ad adottare la fattura elettronica (emissione, invio, tenuta e conservazione sostitutiva del documento fattura).

Per amministrazioni pubbliche si vanno a intendere gli enti i cui conti concorrono alla definizione del conto economico consolidato della PA e che sono quindi comprese nell’elenco che l’Istat predispone annualmente sulla base del sistema europeo dei conti (Sec95).

Ma i tempi non saranno brevi. Perché se è vero che tutti potranno aderirvi su base volontaria, l’obbligo di adozione scatterà con un calendario dalle scadenze non certo ravvicinate: 6 giugno 2014 per Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti nazionali di previdenza e assistenza; 6 giugno 2015 per tutte le altre amministrazioni, escluse quelle locali.

Per quest’ultime la data non è stata fissata. La decisione è stata rimandata a un decreto da emanare entro il 6 dicembre di quest’anno.

Insomma, le cose finalmente cominciano a muoversi – anche se non con i tempi desiderati – ma con tutti i vantaggi e i potenziali benefici che ne derivano.


I risparmi nel dettaglio
Secondo la ricerca 2013 dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione, i risparmi non sono pochi. Grazie all’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA si possono ottenere risparmi diretti di oltre 1 miliardo di euro l’anno (se consideriamo solo gli impatti interni alle PA) e circa 1,6 miliardi di euro l’anno, considerando anche i potenziali effetti positivi sui fornitori della PA stessa.

Non solo. Se, in seguito a quest’obbligo, la fatturazione elettronica si diffondesse nel 20% dei rapporti fra imprese e si potrebbero recuperare circa 3 miliardi di euro in maggiori efficienze per il Sistema Paese.

Un valore che potrebbe arrivare addirittura a 60 miliardi di euro di risparmi complessivi nel caso in cui l’adozione fosse estesa a tutte le relazioni tra gli attori economici del Paese (sia tra le imprese, che tra queste e la PA). Praticamente cifre da grossa Finanziaria.

Esistono poi anche degli effetti positivi indotti derivanti dall’obbligo della fatturazione elettronica. I tempi di pagamenti potrebbero essere ridotti e far risparmiare interessi di mora che gli analisti dell’Osservatorio stimano fra 4,4 e 6,7 miliardi di euro in un anno.


L’adozione della fatturazione elettronica in Italia
Benefici tangibili e concreti, insomma. Che aumenterebbero se l’adozione della fatturazione elettronica fosse più pervasiva nelle imprese italiane e portasse a quell’effetto volano che molti si attendono.

A oggi sono circa 60.000 le aziende italiane che gestiscono almeno un documento del Ciclo dell’Ordine in formato elettronico.

Tuttavia, le relazioni “mature” che consentono di ridurre in modo concreto il costo del ciclo sono ancora decisamente limitate e coinvolgono meno dello 0,5% delle imprese italiane (il 5% se misurato sulla totalità delle imprese con più di 10 addetti). Numeri ancora bassi e che riguardano specialmente le medio-grandi imprese.

A fare “Fatturazione Elettronica pura” (come definita puntualmente dalla normativa, cioè con accordo esplicito tra le parti, che si impegnano a portare in Conservazione Sostitutiva le Fatture entro 15 giorni dalla data di emissione/ricezione) erano solo poche decine di imprese in Italia a fine 2012.

In compenso ci sono oltre 100.000 imprese che hanno portato in Conservazione Sostitutiva i principali Libri e Registri contabili.

La “cultura” della fatturazione elettronica, comincia quindi a prendere piede, ma è necessaria un’accelerazione che il decreto attuativo potrebbe favorire, chiosa Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio: “L’ obbligo della fatturazione elettronica verso la PA consente soprattutto di stimolare le imprese, purtroppo da sempre poco avvezze, a cogliere le opportunità dell’ICT e a dotarsi di soluzioni innovative basate sull’informatica a supporto dei processi di gestione del ciclo dell’ordine. Questo investimento porta notevoli benefici, non solo allo Stato, ma a tutte le organizzazioni, pubbliche o private che siano”.

I Quaderni del Fare
Proprio per favorire la “cultura” sui temi della fatturazione elettronica, l’Osservatorio ha realizzato una collana composta da tre contributi formativi e pratici in PDF che attraverso una serie di domande-risposte illustrano le azioni da intraprendere per portare la digitalizzazione in azienda: Quaderno del FARE – Fatturazione Elettronica verso la PA, Quaderno del FARE – Digitalizzazione del Ciclo dell’Ordine, Quaderno del FARE – Digitalizzazione dei DDT

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2