Sono passati 50 anni dalla nascita del primo mainframe. Per il mondo dell’IT si tratta di un’era geologica, un arco di tempo che ha attraversato discontinuità importanti, come l’avvento del client server e poi quello del Web, innovazioni tecnologiche che hanno stravolto lo scenario. Eppure il mainframe è sopravvissuto, forse proprio per il ruolo strategico che ha sempre rivestito nelle organizzazioni che lo utilizzano. Anzi, continua a crescere, almeno in termini di potenza installata: in Italia i Mips sono raddoppiati dal 2007 a oggi, e gran parte della crescita è nel mondo bancario.
«I dati dei nostri conti corrente, le informazioni dell’anagrafe, delle pensioni, delle polizze assicurative, così come quelle che riguardano la pubblica sicurezza sono su mainfraime. Questi sistemi continuano a sostenere l’ossatura del Data Center nel manifatturiero, nelle banche e nella Pubblica Amministrazione», spiega Fabio Fregi, amministratore delegato di CA Technologies, azienda che è il primo Independent Software Vendor per questi sistemi, che come noto sono realizzati solamente da Ibm.
«Ci sono state delle evoluzioni, naturalmente. Oggi tutte le organizzazione stanno affrontando i nuovi trend, in particolare il Cloud, la Mobility e i Big Data, tutte tecnologie che possono essere abilitate da mainframe», aggiunge Fregi.
A livello mondiale, secondo dati Ibm, più del 70 per cento dei dati aziendali risiede su un mainframe e il 71 per cento di tutte le società della classifica “Fortune 500” gestisce il proprio core business con un mainframe. Più in dettaglio, 92 delle prime 100 banche, 23 delle prime 25 aziende del Retail, 9 delle più importanti compagnie di assicurazioni su 10, più di 225 enti pubblici statali e locali in tutto il mondo
Il mainframe ha diversi vantaggi, in particolare la sicurezza e l’estrema affidabilità, a “cinque nove” come si dice, ovvero pari al 99,999%. Di contro ci sono costi fissi elevati e bassa interazione applicativa con altri ambienti. Ma c’è anche, dopo tanti anni, un’oggettiva difficoltà a migrare i dati su altre piattaforme. Il bilancio finale è comunque a favore del sistema, tanto che una ricerca di Netconsulting conferma che al momento solo una minoranza delle aziende ha una strategia per la dismissione e che il ruolo del mainframe rimarrà strategico anche nei prossimi anni.
Tra le principali evoluzioni previste dalle aziende che lo utilizzano c’è una maggiore integrazione con ambienti web e distribuiti, seguita da una parziale revisione e riscrittura delle applicazioni installate, una priorità che dà l’idea dell’importanza di questa piattaforma per le organizzazioni che la usano.
C’è però un problema di competenze: si fa fatica a trovare giovani esperti che sappiano dedicarsi ai mainframe, mentre molti tecnici che ci hanno lavorato in questi anni si avviano al pensionamento. Per questo, CA ha deciso di investire, nella consapevolezza che i guasti hanno una criticità molto alta dato che i dati gestiti sono sensibili, ed è quindi cruciale offrire ai clienti servizi e skill elevati. La risposta è un centro di sviluppo, situato a Praga, a un’ora di volo dall’Italia, dove lavorano 400 persone, perlopiù giovani. Il loro compito è quello di semplificare la gestione della piattaforma e mettere a disposizione interfacce semplici, le stesse a cui siamo abituati quando utilizziamo i sistemi di ultima generazione.