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L’automazione intelligente dei processi: sfide e opportunità per le aziende italiane



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Le grandi aziende italiane stanno adottando sempre più l’automazione dei processi: il 40% che utilizza RPA e il 56% workflow automation. Tuttavia, le PMI mostrano un ritardo significativo, ma emergono soluzioni su misura e startup innovative. Le competenze e l’organizzazione sono fondamentali: il 43% delle aziende ha figure dedicate e il 54% offre formazione

Pubblicato il 11 mar 2025



Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management

L’automazione dei processi aziendali sta guadagnando terreno tra le grandi imprese italiane, con una significativa adozione di tecnologie avanzate. Secondo la ricerca dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management del Politecnico di Milano, solo il 51% delle grandi aziende italiane utilizza complessivamente soluzioni di Business Process Automation, indicando che c’è ancora un ampio margine di crescita. Tra queste, il 58% ha implementato casi d’uso in diversi dipartimenti, ma solo l’8% ha adottato l’automazione su larga scala, principalmente nelle grandissime realtà multinazionali.

Le aree aziendali che beneficiano maggiormente dell’automazione tradizionale sono l’amministrazione, finanza e controllo (76%), seguite dalle operations (65%) e dagli acquisti (61%). Questi dati suggeriscono che le grandi aziende italiane stanno gradualmente riconoscendo il potenziale dell’automazione dei processi, ma c’è ancora strada da fare per una piena adozione e integrazione di queste tecnologie in tutti i settori aziendali.

Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management

Il 40% delle grandi aziende italiane utilizza già sistemi di Robotic Process Automation (RPA), posizionando l’Italia al terzo posto tra i principali paesi europei, dietro solo a Regno Unito (48%) e Germania (41%). Questo dato evidenzia una crescente consapevolezza dell’importanza dell’automazione per migliorare l’efficienza operativa.

Ancora più diffuse sono le soluzioni di workflow automation, adottate dal 56% delle grandi imprese, che consentono di eliminare attività manuali e ripetitive attraverso software di gestione e monitoraggio dei processi. Tuttavia, tecnologie più avanzate come il process mining e la process intelligence, che analizzano i dati per ottimizzare i processi, sono meno comuni, con un’adozione del 38%.

Osservatorio Intelligent Business Process Automation: il ruolo delle PMI e delle startup nell’innovazione dei processi aziendali

Il panorama dell’automazione dei processi in Italia presenta un netto contrasto tra grandi imprese e PMI, con queste ultime che mostrano un significativo ritardo nell’adozione di tecnologie avanzate.

Secondo i dati dell’Osservatorio, solo il 9% delle PMI italiane utilizza soluzioni di Robotic Process Automation (RPA), e meno dell’1% ha avviato sperimentazioni di intelligenza artificiale per l’automazione. Questo divario evidenzia una sfida cruciale per il tessuto imprenditoriale italiano, composto in larga parte da piccole e medie imprese.

Tuttavia, il mercato sta evolvendo in una direzione che potrebbe favorire un maggiore coinvolgimento delle PMI: stanno emergendo soluzioni pensate specificamente per le loro esigenze, con l’obiettivo di semplificare la creazione di automazioni su piccola scala, riducendo costi e requisiti di competenze. Questo trend potrebbe accelerare l’adozione di tecnologie di automazione anche tra le aziende di dimensioni più contenute.

Osservatorio Intelligent Business Process Automation della School of Management

Parallelamente, le startup stanno giocando un ruolo sempre più rilevante nell’ecosistema dell’automazione dei processi. L’Osservatorio ha identificato 312 startup a livello internazionale che propongono soluzioni di intelligenza artificiale per l’automazione, capaci di attrarre complessivamente 2,3 miliardi di dollari di finanziamenti. Queste startup non si limitano a offrire applicazioni verticali specifiche, ma stanno sviluppando piattaforme innovative per lo sviluppo, l’orchestrazione e il monitoraggio di agenti intelligenti, aprendo nuove frontiere nell’automazione dei processi.

È particolarmente significativo che il 52% dei finanziamenti totali sia stato diretto verso startup che offrono soluzioni di questo tipo, indicando un forte interesse degli investitori per approcci più olistici e scalabili all’automazione intelligente. Questo dinamismo nel settore delle startup potrebbe avere un impatto significativo sull’intero ecosistema, stimolando l’innovazione e rendendo le tecnologie di automazione più accessibili anche per le PMI.

La sfida per il futuro sarà quella di creare un ponte efficace tra l’innovazione proposta dalle startup e le esigenze specifiche delle piccole e medie imprese italiane, favorendo una diffusione più capillare delle tecnologie di automazione intelligente nel tessuto produttivo nazionale.

Competenze e organizzazione: le chiavi per il successo dell’automazione intelligente

Il successo nell’implementazione dell’automazione intelligente dei processi aziendali dipende in larga misura dalle competenze disponibili e dall’organizzazione interna delle imprese. La ricerca dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation offre spunti interessanti su questo fronte.

Tra le grandi aziende che hanno avviato sperimentazioni di automazione dei processi, emerge un quadro variegato in termini di approccio organizzativo:

  • il 43% ha definito figure di riferimento interne
  • il 40% ha istituito un vero e proprio team dedicato
  • il 17% si affida esclusivamente a risorse esterne, indicando una preferenza per lo sviluppo di competenze interne.

Questa tendenza è supportata dal fatto che il 54% delle organizzazioni ha attivato programmi di formazione su competenze tecniche e di analisi dei processi, mirando ad ampliare la platea di persone coinvolte nell’automazione.

Tuttavia, emerge una criticità: attualmente, sono principalmente gli esperti IT a dedicarsi all’automazione, suggerendo la necessità di una maggiore interdisciplinarietà.

Le competenze specifiche

In termini di competenze specifiche, in un’azienda su due sono presenti esperti di analisi e ottimizzazione dei processi, mentre è più limitata la presenza di Data scientist o esperti verticali come specialisti di User experience o di RPA. Questo scenario evidenzia l’importanza di sviluppare un mix equilibrato di competenze tecniche e di business per massimizzare i benefici dell’automazione intelligente.

Un aspetto positivo è l’attenzione al monitoraggio dei risultati: il 74% delle aziende ha implementato sistemi per valutare i benefici raggiunti, concentrandosi principalmente sulla riduzione dei costi operativi (62%), il miglioramento della qualità dei processi (48%) e la riduzione dei tempi di completamento (45%).

Tuttavia, solo il 7% delle aziende ha creato una roadmap dedicata all’automazione a livello aziendale, suggerendo la necessità di un approccio più strutturato e a lungo termine. Per affrontare queste sfide, le aziende dovrebbero concentrarsi non solo sull’acquisizione di competenze tecniche specifiche, ma anche sullo sviluppo di una cultura organizzativa che favorisca l’innovazione e l’integrazione dell’automazione intelligente in tutti i livelli aziendali.

Ciò potrebbe includere la creazione di percorsi di carriera specifici per esperti di automazione, l’implementazione di programmi di formazione continua e la promozione di una maggiore collaborazione tra i dipartimenti IT e le unità di business.

Osservatorio Intelligent Business Process Automation: il futuro dell’automazione dei processi

Le prospettive future dell’automazione dei processi in Italia si delineano come un mix di opportunità e sfide. Secondo i dati dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation, si prevede una crescita significativa nell’adozione di tecnologie avanzate di automazione.

Il 45% delle aziende già attive nell’automazione dei processi tradizionale intende introdurre competenze di intelligenza artificiale nei prossimi 12 mesi, segnalando un chiaro trend verso l’Intelligent Process Automation (IPA).

Tra le aziende che hanno già implementato soluzioni di IPA, il 62% prevede di ampliare il numero di processi automatizzati, mentre il 47% mira a integrare ulteriormente l’AI e la Process Intelligence. Questi dati suggeriscono una tendenza verso un’automazione sempre più sofisticata e pervasiva.

Un’area di particolare interesse è l’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa nell’automazione dei processi. Le startup che offrono soluzioni in questo ambito stanno attirando notevoli investimenti, con il 52% dei finanziamenti totali diretti verso piattaforme che facilitano lo sviluppo, l’orchestrazione e il monitoraggio di agenti intelligenti. Questo indica un potenziale cambiamento di paradigma nell’approccio all’automazione, con soluzioni più flessibili e adattabili.

L’inclusione delle PMI

Un altro aspetto cruciale sarà l’inclusione delle PMI in questa trasformazione. Attualmente, solo il 9% delle PMI utilizza soluzioni di RPA, ma l’evoluzione del mercato verso soluzioni più accessibili potrebbe accelerare l’adozione anche in questo segmento. Il futuro dell’automazione dei processi in Italia dipenderà dalla capacità delle aziende di navigare in un panorama tecnologico in rapida evoluzione, bilanciando l’innovazione con la necessità di una trasformazione sostenibile e inclusiva. Sarà fondamentale un approccio olistico che consideri non solo gli aspetti tecnologici, ma anche quelli organizzativi, culturali e strategici, per realizzare pienamente il potenziale dell’automazione intelligente nel tessuto produttivo italiano.

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