Come promesso in occasione del recente WPC 2015, Microsoft punta tutte le sue carte sul cloud. Manca infatti ancora il crisma dell’ufficialità, ma pare ormai certo che la società di Redmond abbia fatto shopping in Israele, acquisendo un’azienda specializzata in soluzioni di sicurezza per la nuvola, Adallom, per una cifra anche piuttosto consistente (circa 320 milioni di dollari). Un prezzo non certo basso per una società non enorme (circa 80 dipendenti, 50 dei quali lavorano presso il centro di sviluppo di Tel Aviv), ma caratterizzata da competenze importanti in ambito cloud. Ambito tecnologico in cui, come noto, uno dei principali problemi e anche una delle maggiori barriere all’adozione, è rappresentato proprio dagli aspetti legati alla sicurezza. L’allontanamento fisico dei dati aziendali dai propri server fisici spaventa ancora non pochi manager, dunque tutte le società interessate a competere nell’arena del cloud devono cercare di offrire i più alti standard dal punto di vista della sicurezza.
La tecnologia messa a punto da Adallom risponde proprio a questi legittimi dubbi, permettendo ad applicazioni e informazioni che risiedono nei server dei cloud provider di essere “avvolti” in uno speciale livello protettivo, a cui si può accedere soltanto attraverso i meccanismi di command and control messi a punto dalla stessa società israeliana. La soluzione può anche rilevare attività sospette, come ad esempio un download unico di una grande quantità di documenti da parte di un singolo dipendente, nonchè mettere in atto apposite azioni di prevenzione. Secondo le indiscrezioni, Adallom dovrebbe diventare un vero e proprio centro di sicurezza informatica di Microsoft.