Previsioni

Per i Pc è in arrivo un quinquennio difficile

L’analisi di IDC prevede un decremento delle vendite dei computer e dei tablet tradizionali. Bene i convertibili e i notebook, specie quelli di ultima generazione

Pubblicato il 29 Ago 2017

Gianluigi Torchiani

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Non si aspettano anni facili per i produttori di hardware: è questa la prima impressione che si ricava dai dati appena rilasciati da IDC, relativi alle vendite globali di Pc (desktop, notebook e workstation) e tablet (tablet veri e propri e 2 in 1). In effetti nei prossimi cinque anni le spedizioni complessive di questi dispositivi dovrebbero conoscere un piccolo ma costante decremento: per l’esattezza dalle 435,1 milioni di unità commercializzate a livello globale nel 2016 si arriverà 398.300.000 nel 2021, per un passo all’indietro dell’1,7%.

I casi di successo

Queste percentuali complessive però non significano certo che tutte le categorie perderanno quota nei prossimi anni, anzi ce ne sono alcune attese in crescita, dunque produttori e operatori del trade dovranno essere capaci di riconvertire il proprio portafoglio se vorranno salvaguardare i propri margini. Lo dimostra il lento ma costante incremento del mondo notebook, atteso a uno sviluppo dello 0,7% annuale nel prossimo quinquennio, con vendite attese a quota 162 milioni nel 2021. A crescere saranno in particolare i modelli convertibili (+14% annuo) e quelli ultraslim (+11,8,%), mentre i modelli tradizionali dovranno conoscere un declino.

L’affanno dei Pc

Per quanto riguarda i tablet, da tempo in affanno, c’è da sottolineare come anche IDC non preveda grandi risalite: per gli esemplari classici si prevede un passo all’indietro del 6,8% annuo, mentre per i modelli 2 in 1 l’aumento sarà buono (+14,8% l’anno), ma comunque inferiore rispetto alle aspettative passate della stessa società di analisi di qualche anno fa. La colpa è di una transizione più lenta del previsto di produttori e OEM a questa nuova tipologia. Poche speranze, invece, per i classici PC da scrivania,  la cui crisi invece appare abbastanza netta (-3,5% annuo), per il semplice motivo che aziende e comuni consumatori tendono ad allungare il ciclo di vita degli apparecchi che hanno già in casa. Dunque appare difficile invertire la rotta, a meno di un vero e proprio boom legato all’adozione della realtà virtuale e a un’ulteriore espansione del gaming.

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