Lorenzo Zanotto, Business Unit Sales Manager di Attiva Evolution
In un mondo della distribuzione che si fa sempre più ristretto, in quanto a numero di operatori, c’è un attore che, da tre anni a questa parte, è riuscito a ritagliarsi progressivamente un suo ruolo, puntando sulla distribuzione a valore di brand emergenti e ancora non molto noti sul mercato nazionale. Stiamo parlando di Attiva Evolution, divisione specializzata di Attiva (distributore specializzato nel mondo Apple), che come racconta Lorenzo Zanotto, Business Unit Sales Manager di Attiva Evolution, si avvia a chiudere un 2018 molto positivo dal punto di vista dei numeri e non solo. Nell’anno fiscale che si è chiuso lo scorso fine settembre Attiva Evolution ha messo a segno un giro d’affari di circa 8 milioni di euro, vale a dire il doppio rispetto all’anno precedente, con un andamento positivo che sembra perdurare anche in questo finale di anno.
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Attiva Evolution: le ragioni del successo
Merito anche di una struttura che si è progressivamente ampliata, con un team che ormai coinvolge undici persone, di cui una collocata a Roma per presidiare i rapporti con i clienti di fascia medio alta. Le ragioni di questo sviluppo, naturalmente, risiedono nei nuovi vendor messi a listino ma non solo: «Alcuni nostri partner che prima si rifornivano da noi in maniera sporadica stanno progressivamente diventando più fidelizzati, dunque ora tendono ad acquistare in maniera continuativa da Attiva Evolution e non da altri distributori. D’altronde stiamo facendo un lavoro diverso:non guardiamo tanto ai i brand maggiori del mercato ICT, quanto piuttosto a quelli emergenti, a cui i distributori non hanno la possibilità di dedicare tempo e risorse. I numeri del nostro fatturato sono interessanti ma bisogna soprattutto guardare al margine medio che riusciamo a portare a casa, che è decisamente più elevato rispetto a quello che riesce a fare Attiva con la sua classica distribuzione consumer». Con Attiva Evolution si interfacciano ormai 450 tra reseller e system integrator presenti sul territorio nazionale, ma Zanotto ammette che l’80% del fatturato è generato dal 20% dei partner, a testimonianza dell’esistenza di uno spazio di crescita enorme.
Attiva Evolution: una storia replicabile?
La storia di successo di Attiva Evolution dimostra che nella distribuzione IT italiana c’è spazio per nuovi attori? La risposta di Zanotto è interlocutoria: «Senza una grossa società alle spalle come Attiva sarebbe stato impossibile mettere in piedi un nuovo distributore del nulla. Per fare bene la distribuzione occorre avere oggi una notevole solidità finanziaria alle spalle. A meno che, forse, di essere estremamente verticale. Personalmente mi aspetto un’ulteriore tendenza alla concentrazione nella distribuzione anche per ragioni legate alla finanza, cioè alla quotazione in Borsa dei maggiori distributori nazionali, che hanno l’obbligo di portare risultati per i propri azionisti. E l’acquisizione può essere una via. Per Attiva, d’altra parte l’investimento si è completamente autoripagato: abbiamo rispettato in pieno i target previsti, superando anche lo scetticismo che ci circondava nel mondo della distribuzione nazionale».
Attiva Evolution: le strategie per il futuro
Per il futuro la strategia di Attiva Evolution è chiara: nell’anno fiscale 2019 si punta a raggiungere un fatturato di almeno 12 milioni di euro. Arriveranno nuovi vendor, sempre software company nell’ambito infrastruttura e iperconvergenza, con un occhio particolare ad attori capaci di sviluppare il mercato enterprise, su cui si concentrerà in particolare l’attenzione del distributore. Anche per i partner sono in arrivo delle novità, innanzitutto con il lancio di un portale dedicato di Attiva Evolution, che servirà anche a dare un’impulso dal lato marketing e comunicazione, su cui il distributore ora vuole lavorare in maniera più continua.
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