«Abbiamo corso, siamo cambiati, ora siamo diversi, migliori, pronti per accompagnare l’enterprise “of the future” verso la più grande rivoluzione tecnologica mai vista… per farlo, per raccogliere il mio testimone non potevo scegliere persona migliore». Applausi. Hpe Discover 2017 (qui la diretta multimediale esclusiva in tempo reale), pronti via e Meg Whitman, con i modi diretti e rigorosi di sempre, non fa giri di parole, sale sul palco e affronta così una Fiera di Madrid piena in ogni ordine di posto. Una fiera affollata di partner e clienti da ogni parte del mondo, tutti ugualmente interessati agli annunci, alle tecnologie, agli incontri ma, tutti, ugualmente curiosi di capire, dopo gli annunci dei giorni scori (qui lo speciale sulle dimissioni di Meg Whitman e il nuovo corso di Antonio Neri che partirà dal prossimo gennaio 2018) come e in che direzione si svilupperà il nuovo corso di una delle più grandi realtà del mercato ICT mondiale. Una multinazionale che, per altro, ha da sempre una relazione tutta particolare con l’Italia dove la comunità di partner è densissima (non a caso qui a Madrid come sempre la delegazione di system integrator e distributori, guidata da Paolo Delgrosso e Stefano Venturi, è molto numerosa) e capace di dare vita a progetti come HPE innovation Lab diventati ora caso di successo mondiale, come certificato dalla visita, in Italia, della stessa Meg Whitman lo scorso mese di giugno.
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HPE Discover 2017, verso “l’enterprise of the future” con dati, cloud, AI e… partner
Ma veniamo al dunque, alle linee guida e al nuovo corso di HPE. Un nuovo corso che ha, come detto, il volto conosciuto e rassicurante di Antonio Neri, attuale presidente e futuro Ceo «un manager, un amico, una persona perfetta per questo ruolo» spiega la stessa Meg Whitman. Un nuovo corso che, dopo le grandi manovre strategiche guidate con decisione dalla manager americana (dalla storica separation con HP Inc alla cessione della parte Software a Micro Focus passando per l’acquisizione di Simplivity, Nimble storage…) ha e avrà ora una impronta più marcatamente tecnologica, e non potrebbe essere altrimenti.
«Abbiamo davanti e stiamo già vivendo la più grande rivoluzione tecnologica di sempre – ha spiegato Meg Whitman prima di lasciare emblematicamente il palco ad Antonio Neri – l’esplosione digitale e l’inarrestabile produzione di dati e informazioni che ne è scaturita sta cambiando alla radice le imprese e determinerà il DNA delle imprese del futuro. Imprese che la nuova HPE di oggi, più flessibile, veloce, focalizzata, ha ora tutte le carte in regola per accompagnare come nessuno sul mercato. Per farlo ci saranno linee guida, direzioni che seguiremo con competenza, investimenti e soluzioni precise. Il presente e il futuro infatti, è ormai chiaro, non è fatto per esempio da una sola forma di cloud ma di un universo multicloud in cui imprese e manager devono essere accompagnati con piattaforme di automazione e “as a service” che permettano loro di orchestrare e scalare immediatamente le proprie infrastrutture IT a seconda dei carichi di lavoro delle esigenze, dei progetti, della criticità dei dati gestiti. Poi c’è la potenza ci calcolo, la necessità di gestire, in tempo reale, sempre più dati, di analizzarli, capirli, metterli al servizio del business e, da qui, come conseguenza naturale sia arriva all’Intelligenza Artificiale. Lo sbocco più naturale per cercare di affrontare la potenza e rapidità di calcolo dei dati oggi richiesti dal mercato. Un’intelligenza artificiale – ha spiegato Meg Whitman – che sarà parte integrate di tutte le aziende del futuro, non potrebbe e non potrà assolutamente essere diverso da cosi».
Presente, futuro dunque che Meg Whitman ha disegnato e lascia ora nelle mani di Antonio Neri, presente e futuro che poggiano per gran parte su un concetto che è di fatto il filo rosso, l’anello di congiunzione di ogni discorso qui a Madrid, ovvero l’ecosistema. Un ecosistema fatto di system integrator, service provider, reseller, distributori, start up, sviluppatori e ancora da vendor complementari e alliance storiche. Un ecosistema che, tatticamente, si integrerà con la nuova HPE dando vita a soluzioni innovative e su misura per target di mercato precisi, clienti, opportunità…
HPE Discover 2017, dal multicloud al super computing
A Meg Whitman dunque il compito di tracciare la strada, la traiettoria, gli obiettivi “data driven” che HPE può e deve raggiungere… ad Antonio Neri invece, il compito, in una sala stracolma, di mettere su strada una simile strategia dando concretezza estrema al tutto. A partire dall’annuncio di Hpe OneShpere «La prima soluzione di gestione multicloud completamente saas (as a service) – ha spiegato Neri -. Una piattaforma che consente a imprese e manager di “navigare” con estrema agilità tra le nuvole “on premise” tra i servizi di cloud pubblico e ancora tra le infrastrutture software defined e di cloud ibrido con grande immediatezza. Si tratta di un portale as a service che permette ai manager, agli sviluppatori e ai Cio di accedere alle risorse IT con grade velocità a prescindere dalla tipologia di infrastruttura cloud in cui si trovano». Dopo il grande focus sul modello di business legato al cloud e ai nuovi attori della filiera (qui lo speciale sul pre-evento di Cloud28+), annunci tecnologici e di piattaforma. Ma non è finita perché, come anticipato da Meg Whitman, uno dei maggiori focus della nuova HPE sarà proprio sul super computing e sulla potenza di calcolo. Una strada già inaugurata da tempo con il progetto The Machine, con il recente lancio della “new compute experience” e dei nuovi server Gen 10 e che qui a Madrid ha conosciuto nuovo slancio con la presentazione della piattaforma Superdome flex. «Una piattaforma – ha spiegato Neri – che ci avvicina ancora di più alla realizzazione concreta della nostra visione legata al progetto The Machine. Superdome Flex è stata infatti disegnata secondo i principi del Memory-Driven Computing e offre vantaggi unici nell’indirizzare e gestire carichi di lavoro “data-intensive” attraverso una potenza di calcolo mai sperimentata prima di adesso. Una potenza che mette al servizio delle imprese tutti i vantaggi più reali e concreti dei Big Data».
HPE Discover 2017, il futuro è dell’industrial IOT e dell’Intelligenza artificiale
HPE Discover 2017 come “laboratorio tecnologico a cielo aperto” è quindi una realtà che si respira a pieni polmoni nei padiglioni della fiera di Madrid e nel corso dell’intensa sessione generale di cui il top management è stato protagonista. Una sessione che, come detto ha salutato il debutto di soluzioni e piattaforme Multicloud, supercomputing e, come anticipato da Meg Whitman anche di Intelligenza Artificiale. Un focus inevitabile, quello sull’Ai che, per completezza, era già stato annunciato nei giorni scorsi con un comunicato che sanciva il varo di una precisa strategia in ambito deep learning. Qui tutti i dettagli.
In tema di ecosistema e di complementarietà di offerte tra vendor, system integrator e alleanze strategiche, a sancire perfettamente il nuovo corso di HPE ci ha pensato l’annuncio, per il quale sul palco si sono ritrovati sia Meg Whitman sia Antonio Neri, di uno storico accordo di partnership con ABB, colosso della robotica e dell’automazione industriale. «Una perfetta sintesi dell’integrazione vitale tra componente IT e componente OT da cui scaturisce l’opportunità, senza precedenti, dell’Industrial IOT, un mercato da oltre 800 miliardi di dollari» ha spiegato Antonio Neri. Una partnership decisiva quella tra HPE e ABB, una nuova strada di ampio respiro che guarda al mondo dell’Industrial IOT, in una logica di integrazione tra sistemi industriali, cloud, edge computing e infrastrutture ibride. Un’annuncio sul quale Internet4Thing ha redatto immediatamente un reportage dedicato che è possibile consultare qui.
Prima di chiudere il sipario, la General Session di HPE Discover 2017 ha voluto celebrare così il saluto a Meg Whitman e la fine del suo mandato
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— Marco Maria Lorusso (@MarcoLorux) 28 novembre 2017