Non più esercizi di potenza, prove di forza, partite a scacchi, vincitori di Sanremo e via discorrendo. Watson si è fatto le ossa e IBM sta pensando come renderlo concreto strumento di business per il proprio canale e i loro clienti. Si tratta di sfruttare le potenzialità del supercomputer, la sua capacità di estratte in maniera immediata informazione da una grandissima mole di dati, di utilizzarli per analisi predittive e indirizzarle verso le tante applicazioni che possono essere sfruttate dai tanti mercati verticali che ne trarrebbero enormi vantaggi.
«Mettendo insieme la potenza di Watson e la conoscenza del mercato dei nostri Business Partner, si aprono enormi opportunità – conferma John Kelly, IBM senior vice president, Cognitive Solutions and IBM Research -, dall’Internet of Things, all’healthcare, alla scienza, gli ambiti sono davvero tanti, e il giro d’affari che vi gira attorno e le sue previsioni sono di primario interesse. Si calcola che entro il 2025 il business legato al supporto alle decisioni in questo ambito arriverà a pesare 2 Tera di dollari, ossia 2 mila miliardi di dollari! Mentre 1,5 Tera sono quelli che, entro il 2020, deriverebbero dagli investimenti tradizionali che vi ruotano intorno».
Un piatto golosissimo dove i Business Partner che hanno adeguate competenze nei mercati verticali possono attovagliarsi. Gli occhi di IBM sono puntati a quelli più promettenti, tra healthcare, education, iIOT in generale e finance, ma chissà quanti altri possono aggiungersi, con risvolti importanti nell’intero ecosistema dei partner, i quali in tale contesto possono gestire il cloud, le architetture e i contenuti per i loro clienti.
Ma anche partecipando attivamente mettendo le mani nelle API di Watson, ora aperte e disponibili. I primi casi d‘eccellenza sono già pienamente operativi, in tutto il mondo, e IBM ha voluto portarli sul palco della propria PartnerWorld Leading Conference a esempio di quanto si possa ottenere affrontando i vari vertical dalla parte dell’analisi dei dati.