Come spesso mi capita di sottolineare, per uno strano e incomprensibile paradosso, sembra che siano proprio i settori che più vivono di tecnologia ad essere restii ad utilizzarla nelle loro strategie di marketing e comunicazione.
Al di là di una questione di ritardo culturale, di assurde convinzioni del non avere bisogno di comunicare, o di cecità nei confronti di ciò che succede nel mondo e del ritmo assai veloce con cui cambiano le dinamiche di comunicazione, la questione è e resta sempre una sola: vince che c’è, chi si adegua, chi contestualizza, chi innova.
Hai un nuovo prodotto o servizio IT da comunicare? Le strategie di comunicazione vecchia scuola non possono aiutarti a raggiungere a pieno il tuo obiettivo.
Perché? Eccoti alcuni motivi su cui riflettere:
– Non sono all’altezza del livello innovativo del prodotto o servizio stesso. Per questo sminuirebbero lo stesso non riuscendo a comunicare correttamente il vantaggio competitivo.
– Spesso si rivelano dispersivi: possono raggiungere il target, ma molti contatti sono persi.
– Spesso si rivelano inefficaci: ogni media ha uno specifico messaggio. Sei certo che volantini, brochure & Co riescano a comunicare ciò che tu vuoi in modo appropriato?
– Il rapporto costo/contatto è troppo alto, dove per contatto intendiamo un reale e potenziale cliente.
Che fare dunque?
Un piano di marketing e comunicazione efficace non può prescindere dal contesto.
Per garantirsi un futuro, una solidità economica e la possibilità di investire sempre più in innovazione e tecnologia, le vecchie regole non funzionano più.
Il consumatore oggi è troppo informato, e può informarsi in ogni momento. Il tuo pubblico oggi è più attento, più partecipe. E vuole condividere, essere reso parte di un mondo. Per fare tutto questo le aziende, i brand, i prodotti devono “scendere tra la gente”, andare essi stessi dai loro potenziali clienti, non il contrario.
Lo hanno capito le grandi aziende del settore dell’automotive ad esempio, come Jaguar, Mitsubishi, Mercedes, Mini, Volkswagen.Se devo pensare a qualcosa di veramente innovativo, diverso, efficace, al momento penso al contextual marketing, al contextual advertising, ovvero fare del contesto la vera e prima risorsa per trovare la strategia di comunicazione più efficace, dando risposte efficaci. In un mercato frammentato e iper segmentato non sempre la stessa proposta funziona per tutti. Sapere contestualizzare, targettizzare non solo l’offerta ma anche il modo di comunicarla. Un’evoluzione del marketing one to one, che restituisce risposte mirate e personalizzate.
Un esempio di contextual marketing?
Famosissima è stata la campagna “Meet the Volkswagen”, dove gli utenti, su Facebook, erano invitati a scoprire quale fosse la loro Volkswagen ideale. Partecipare era semplice. Bastava andare sulla Fan Page della casa automobilistica, cliccare “mi piace” dalla tab dedicata e autorizzare l’applicazione ad accedere ai dati del profilo. Rispondendo a qualche domanda, il sistema faceva in modo di generare una proposta che potesse rispondere alle preferenze e agli interessi della persona.
Una risorsa preziosissima questa dei dati personali e la possibilità di accedervi. Semplicemente uscendo dal proprio palazzo, rendendo partecipi le persone, aprendo le porte del proprio mondo. Un gioco che ha divertito le persone, creato goodwill intorno al brand, conquistato nuovi clienti, fidelizzato gli storici. Un gioco sui social, un gioco virtuale in un contesto digitale, ma con gente vera.
Ed è proprio l’incontro tra digitale e reale che segna le migliori vittorie nel marketing. Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.