Alcuni macrotrend stanno attualmente segnando il settore dello storage nel mondo, con un impatto che si riflette in modo positivo, sia sugli operatori del canale, sia sulle aziende utenti delle soluzioni. Digital4Trade ne parla con Eric Herzog, che, nella divisione Storage Systems and Software Defined Infrastructure di IBM, ricopre la carica di vicepresidente product marketing e management, e vicepresidente per i canali storage a livello mondiale.
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Tutto sulla tecnologia flash
I sistemi di storage a stato solido sono in forte crescita e stanno conquistando il mercato. “Il primo trend globale, che quindi interessa anche l’Europa e l’Italia – spiega Herzog – è tutto ciò che riguarda la tecnologia flash. Dal punto di vista dei sistemi di storage, si osserva infatti la diffusione di questa tecnologia a tutti i livelli: flash nei sistemi ‘high-end’, flash nei sistemi ‘mid-range’, e flash nei prodotti entry-level”. Questo, precisa, avviene anche per il fatto che, oggi, gli array basati su flash, quindi su elementi di storage a stato solido, hanno raggiunto livelli di prezzo comparabili a quelli dei sistemi tradizionali basati su hard disk. “Vista dalla prospettiva dei partner di IBM, questa tendenza permette di fornire molti benefici agli utenti finali”.
I punti di forza
Con la tecnologia flash, i vantaggi di prestazioni, e l’eliminazione dei colli di bottiglia, si hanno infatti sia sui nuovi workload, come le applicazioni di intelligenza aumentata di Watson o i servizi SaaS (software as-a-service), sia sui workload tradizionali, come quelli relativi a database e software Oracle SQL, SAP, DB2. Non solo, ma i benefici, aggiunge il manager, si possono spalmare su tutta l’infrastruttura del data center, dove la tecnologia flash permette il risparmio di risorse a vari livelli: servono meno server, meno apparati di rete; si riducono gli ingombri di spazio in sale server e rack; si diminuisce il consumo di corrente, per l’alimentazione e i sistemi di raffreddamento. “Assodato che la tecnologia flash è un motore di forte crescita nel mercato storage, i partner del canale devono però, in ogni caso, saper proporre la corretta tecnologia flash per una determinata applicazione, indirizzando al contempo i vincoli di budget dell’utente finale. Quando gli utenti sono ‘big account’ e grandi imprese, i partner possono aiutarli a risparmiare, supportandoli nel processo decisionale, di volta in volta, necessario per scegliere il corretto assortimento di tecnologie flash adatte a sostenere i differenti workload” sottolinea Herzog.
Diffusione dello storage ‘software-defined’
Il secondo trend da rilevare, per Herzog, è che tutto oggi diventa ‘software-defined storage’ (SDS) e IBM, come emerge dalle stime della società di ricerche IDC, risulta il primo fornitore al mondo in questo mercato. “Ancora una volta, anche in tale ambito, il valore per i partner è che il nostro software è ‘agnostico’ rispetto all’infrastruttura sottostante, i nostri prodotti software operano infatti con tutte le tecnologie della concorrenza. Ad esempio, Spectrum Virtualize funziona con tecnologia EMC, NetApp, HP, DELL, o quant’altro, non ha importanza”. Qualunque siano le esigenze di storage, primario o secondario, IBM Spectrum è in grado di coprirle, facendo leva sui sette componenti della suite (Control, Protect, Archive, Virtualize, Accelerate, Scale, Cloud Object Storage), a cui i partner possono avere totale accesso, per l’esecuzione di test e sperimentazioni applicative; componenti che, oltre ad essere indipendenti dall’hardware, sono anche tutti in grado di operare in ambienti cloud ibridi.
Forte crescita dei sistemi di infrastruttura convergente
Il terzo trend evidenziato da Herzog è la rapida crescita, nel mondo dei server, delle soluzioni di infrastruttura convergente, che accorpano in un’unica unità integrata e preconfigurata risorse server, di rete e di storage. Quella di IBM si chiama VersaStack. Anche in quest’area di mercato, chiarisce il manager, i partner di IBM possono creare business, ma soprattutto è importante che il canale apprenda a commercializzare sia l’hardware, sia il software. “Su questo piano abbiamo necessità di formare la base di partner. Incontrando in settimana alcuni grossi distributori, ho detto loro che quando fanno il proprio programma di formazione per i rivenditori, devono enfatizzare, per chi vende solo gli array, che il sistema di storage viene fornito anche con il software. E questo discorso vale in Regno Unito, come in Italia, in Messico o in Giappone”. D’altra parte, aggiunge Herzog, i partner devono anche comprendere quali utenti non vogliono comprare uno storage array, e desiderano acquistare solo il software, la cui commercializzazione, sottolinea, garantisce comunque al canale notevoli margini.
Focus sulle capacità del canale
A livello globale, IBM realizza quasi l’80% del suo fatturato nello storage attraverso le attività di commercializzazione del proprio canale. “Il nostro obiettivo è potenziare i partner: molti di loro devono essere formati, per capire come lo storage si inserisce nel cloud, e nei workload di intelligenza aumentata, di cui abbiamo prima accennato. Per il futuro è importante che il canale sappia supportare sempre meglio gli utenti finali, aiutandoli a comprendere la crescente criticità di tecnologie come i sistemi flash, lo storage ‘software-defined’ e le infrastrutture convergenti, via via che si migra verso i nuovi workload e il cloud ibrido. Dobbiamo quindi assicurarci che i partner capiscano tutto ciò”. Un obiettivo, questo, che Big Blue sta perseguendo in Italia, tutta Europa, e a livello globale, attraverso vari programmi e attività di promozione e formazione, sia a livello commerciale, sia tecnologico.