L’intelligenza artificiale è senza ombra di dubbio il trend tecnologico del momento, come abbiamo cercato di raccontare in alcuni articoli pubblicati dal nostro sito. Un ruolo in questo settore può essere giocato anche dagli operatori di canale, come conferma il sondaggio a risposta multipla che abbiamo ospitato in queste ultime settimane. Alla domanda, intelligenza artificiale, quali sono le opportunità per la filiera IT, la maggioranza ha fornito una risposta positiva: per il 35% le opportunità sono molte e concrete già oggi, soprattutto per alcuni settori verticali. Per un altro 25% le chanches sono invece riservate soprattutto ai grandi system integrator, che possono giocare un ruolo di concerto con i vendor. Il restante 40% è invece formato da pessimisti, con un 25% che sostiene come il mercato sia ancora oggi in una fase sperimentale. Un altro 15%, invece, pensa che le opportunità siano soltanto per i vendor. Considerato come, comunque, il mercato sia ancora ai suoi primi passi, il segnale che sembra arrivare dai nostri lettori è quello di una certa fiducia verso questo mondo. A parte l’entusiasmo per le singole tecnologie, però, dal punto di vista del trade è bene capire su quali cavalli puntare prima di buttarsi a capofitto su questo nuovo mercato. Qui, ad esempio, è possibile trovare una lista delle 50 startup più promettenti dell’intelligenza artificiale, in gran parte statunitensi, con tanto di spiegazione su tecnologie e mercati di riferimento.
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Il ruolo dei vendor: Amazon e Facebook
Ma come hanno sottolineato alcuni dei nostri lettori, non bisogna nascondersi dietro a un dito: buona parte della recente attenzione sul tema dell’intelligenza artificiale è determinata dal fatto che i big dell’Ict hanno deciso di investirci risorse, anche consistenti. vediamo più da vicino quali sono: innanzitutto c’è Facebook, che mira a costruire il “miglior laboratorio AI nel mondo”. Una ricerca che è già avviata: il social network ha messo sul piatto un vero e proprio assistente personale AI, M, e propone funzioni di riconoscimento facciale che permettono di ordinare, riconoscere e contrassegnare interi gruppi di amici. M”, che è in grado di fornire suggerimenti in base agli argomenti trattati nella conversazione via chat. Come tutti i programmi di machine learning più viene utilizzato più diventa efficiente. Amazon ha invece prodotto uno dei dispositivi di intelligenza artificiale più diffusi al mondo: l’altoparlante di casa Echo è dotato di Alexa, un assistente virtuale dotato di funzioni di intelligenza artificiale che può riconoscere e rispondere alle domande, leggere le notizie, leggere audiolibri, segnalare le previsioni meteo, riprodurre musica da Amazon Prime Music, Spotify e Pandora . Oltre che, naturalmente, ordinare un mucchio di prodotti Amazon. Non solo: Alexa diventa più intelligente giorno dopo giorno, grazie a migliaia di funzionalità che sono state aggiunte alla piattaforma a partire dal suo lancio.
La nuova strategia di Google
Al banchetto dell’Intelligenza artificiale non poteva certo mancare Alphabet: la stessa ricerca di Google come motore di ricerca è parzialmente alimentata da RankBrain, una tecnologia di apprendimento che aiuta Google a comprendere meglio le domande degli utenti e fornire risposte pertinenti. Ma in realtà è ormai l’intera strategia di Mountain View che è stata rio orientata all’intelligenza artificiale. Come ha spiegato il ceo Sundar Pichai, nel corso di I/O 2017, la recentissima conferenza dedicata agli sviluppatori. “In un mondo che dà la priorità all’intelligenza artificiale, stiamo ripensando tutti i nostri prodotti e utilizziamo l’intelligenza artificiale per risolvere i problemi degli utenti. Facciamo questo con tutti i nostri prodotti. Se usiamo il motore di ricerca, ad esempio, funziona diversamente grazie all’auto-apprendimento della macchina. Oppure, prendete Google Map, Street View riconosce automaticamente le insegne dei ristoranti o i cartelli stradali grazie allo stesso processo di auto-apprendimento”. Tra i nuovi prodotti pensati per la nuova era “A.I.” c’è sicuramente Google Lens, un app di ricerca per immagini che verrà integrata in Assistant e Google Foto.
IBM avanti a tutti
Non può poi non essere citata Apple che, con il suo assistente virtuale Siri è stata probabilmente la prima a evidenziare al grande pubblico le potenzialità dell’intelligenza artificiale. Dopo Siri, a dire il vero, non sono arrivate novità eclatanti su questo fronte dalla casa di Cupertino, che però dovrebbe averle riservate per il suo veicolo elettrico autonomo su cui è al lavoro da tempo o per i nuovi modelli di iPhone. Molto più attiva è Microsoft, che nel 2016 ha effettuato un importante investimento (250 milioni di dollari) su SwiftKey, la tastiera predittiva per smartphone, sbarcata ora anche su Android. Già lo scorso anno sono stati avviati importanti investimenti sul fronte chatbot: l’ultimo arrivato si chiama Zo che e in futuro potrebbe essere integrato con Skype in modo da garantire importanti servizi al mondo business. La compagnia che probabilmente più sta monetizzando il suo investimento nell’intelligenza artificiale è IBM, che grazie a Watson – il sistema di analisi dei dati basato sull’intelligenza artificiale – sembra negli ultimi tempi essersi rivitalizzata. Un ruolo chiave nell’intelligenza artificiale lo sta giocando anche un player come Nvidia, grazie ai suoi chip e alle sue GPU sta cavalcando da protagonista questo trend.