sicurezza dei dati

Kaspersky Lab: poco controllo sui dati personali

Una ricerca di Kaspersky Lab evidenzia come 2 persone su 3 non sanno “chi sa cosa” su di loro online e 2 genitori su 5 non sanno cosa ci sia in rete che riguardi i propri figli.

Pubblicato il 15 Nov 2018

gdpr

Dagli indirizzi email ai numeri di telefono, dai luoghi di lavoro alle date di nascita: online c’è una quantità allarmante di informazioni su di noi. Gli europei hanno perso le tracce del viaggio fatto dai loro dati personali, di quali aziende o piattaforme detengano informazioni sulla loro identità o addirittura sui loro stessi figli. In breve, troppe persone in Europa hanno perso il controllo dei propri dati. Questa è uno dei temi chiave trattati alla Kaspersky Next Conference, l’appuntamento che ha riunito esperti del mondo cyber a Barcellona dal 29 al 31 ottobre. È anche un problema che Kaspersky Lab si è impegnata a risolvere: l’incubatore di start-up dell’azienda, infatti, ha lanciato durante l’evento la versione Beta del suo servizio Privacy Audit, progettato proprio per offrire agli utenti il modo per scoprire quali informazioni su di loro sono disponibili nel mondo online.

Grazie ad uno studio condotto su oltre 7.000 consumatori in tutta Europa ( di cui 1.000 in Italia), Kaspersky Lab ha scoperto che la perdita di controllo dei propri dati personali è qualcosa che riguarda la maggior parte delle persone in Europa. Le ragioni dietro questo fenomeno sono molte. I risultati mostrano che il 64% delle persone coinvolte dallo studio non conosce tutti i luoghi del web nei quali i loro dati personali sono stati archiviati. Cosa probabilmente ancora peggiore, il 39% dei genitori intervistati non sa nemmeno quali dati personali vengono condivisi online dai propri figli.

È il momento di preoccuparsene

La ricerca di Kaspersky Lab mostra che i consumatori si preoccupano del destino delle loro informazioni: l’88% degli intervistati si preoccupa del possibile uso illegale dei propri dati. Il 57%, inoltre, si sentirebbe spaventato e/o stressato nel caso in cui i propri dati finanziari venissero violati. In particolare, solo il 45% dei partecipanti al sondaggio confida nel fatto che le grandi aziende si prendano cura dei loro dati e solo il 36% crede che i propri dati siano effettivamente protetti sui social media.

Nonostante questi dati, gli utenti non stanno facendo molto per evitare questo tipo di problemi e un numero preoccupante degli intervistati commette banali errori. Uno su cinque (20%) non protegge il proprio Wi-Fi con una password, il 31% afferma di “non aver mai aggiornato le opzioni di sicurezza del proprio router Wi-Fi” e il 30% non usa un software di sicurezza per la protezione dei propri dispositivi.

Ovviamente, anche laddove imprese e consumatori mettano in atto alcune forme di protezione, i comportamenti comuni possono renderle inutili. Le aziende che proteggono con cura i dati personali non possono impedire agli utenti di fare cose pericolose, come usare la stessa password per più account, condividere le loro password con altri o renderle facili da indovinare, o scegliendo di non proteggersi.

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