La strategia Cloud sta pagando in termini di risultati e obiettivi raggiunti, anche a livello nazionale. Queste le principali indicazioni che arrivano dall’Oracle Technology Summit” di Milano, un evento rivolto ai decisori IT delle più importanti organizzazioni italiane. Alessandro Ippolito,VP South-EMEA Technology e Country Leader di Oracle Italia, ha messo in evidenza in evidenza l’evoluzione della multinazionale IT in questi anni: “Oracle è un’azienda che ha saputo abbracciare innovazione ed aprirsi, non solo tecnologicamente, ma anche in termini culturali. L’intento è di continuare a essere capaci di attrarre giovani talenti e trasmettere il nostro DNA al mercato. In questi ultimi anni siamo stati molto attivi nelle università e nelle tematiche sociali, cercando di costruire sempre di più un modo di operare Innovation first. Un’attenzione testimoniata anche da recenti riconoscimenti, come l’inserimento nella lista delle migliori aziende italiane in cui lavorare stilata da LinkedIn. A corollario di tutto questo c’è la forza della nostra proposizione cloud, abbiamo la grande responsabilità e onore di poter accompagnare clienti in questa trasformazione”.
Proprio il cloud, dopo l’inaugurazione della Cloud Region di Milano nel dicembre 2021, è stato inevitabilmente il tema di maggiore discussione del Technology Summit. Andrea Sinopoli, VP e Cloud Tech Country Leader di Oracle, ha evidenziato come nell’ultimo anno il consumo del cloud da parte dei clienti sia aumentato di circa il +50%. Ben 14.000 le aziende e organizzazioni pubbliche italiane clienti di Oracle e circa 200 quelle di livello enterprise. In particolare, in questa fase ci sono due settori che stanno maggiormente puntando sul cloud Oracle: quello dei servizi finanziari e quello della Pubblica amministrazione. Un altro passaggio importante è che la Cloud Region italiana di Milano – che fa parte di una rete globale che al momento conta 41 strutture nel mondo, più altre 9 già pianificate – è tra le prime in Europa a fornire servizi, oltre che IaaS e PaaS, anche SaaS (ERP/EPM/SCM, HCM, CX).
Cosa sta spingendo il cloud
Secondo Sinopoli ci sono tutta una serie di fattori che stanno spingendo il cloud nel nostro Paese: “I costi dell’energia elevati, ormai diventati per le aziende un modello di riflessione, costituiscono sicuramente un fattore di accelerazione. L’obsolescenza della base installata che oggi, secondo le nostre analisi, ha costi associati che possono arrivare al 30-40% del budget IT; e da ultimo la spinta del PNRR (soprattutto nell’ambito pubblico), con fondi cospicui che accelerano la digitalizzazione, anche per effetto dell’iniziativa del PSN (Polo Strategico nazionale, a cui Oracle lavora attivamente da un anno e mezzo)”.
Per quanto riguarda l’aspetto più prettamente tecnologico, Oracle continua a puntare ancora sul multicloud: “Si tratta di un modello su cui fin da subito di abbiamo puntato, lo abbiamo costruito grazie soprattutto alla partnership con Azure, che prevede 12 region interconnesse tra loro, garantendo latenze bassissime, con fluidità. Ma abbiamo realizzato l’approccio multicloud anche con altri provider. Si tratta di un approccio che permette a clienti di scegliere migliori tecnologie, abbassando il rischio e consentendo di creare un’alternativa. Altro nostro punto di forza è il cloud distribuito: siamo in grado di portare cloud dove serve al cliente, senza cambiare contenuto tecnologico. Rispondendo al concetto di internet of cloud”.
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Il ruolo della AI
Oracle ha poi evidenziato come il proprio Cloud sia decisamente più open di quello che si potrebbe pensare, grazie al contributo offerto alla Community open source. Senza dimenticare l’intelligenza artificiale: ”Oracle non si occupa di soluzioni esotiche alla Chat GPT, ma lavoriamo da anni alla AI con un taglio enterprise, introducendo delle tecnologie e inserendo algoritmi sempre di più ed embedded all’interno delle nostre soluzioni applicative”, ha evidenziato Ippolito.
L’intelligenza artificiale è anche la chiave per uscire dal Decision Dilemma, cioè della difficoltà di prendere decisioni derivante dalla sovrabbondanza di dati a disposizione. Michele Porcu, VP EMEA per il Business Value, Service & Strategy, ha sottolineato come per fare in modo che i dati continuino a essere veramente un valore aggiunto per le imprese sia necessario cambiare approccio alla decision intelligence. Per Oracle la strada è quella di puntare su strumenti capaci di supportare il processo di valutazione, comprensione, follow up, affinamento di dati e informazioni, allineandolo con i processi decisionali propri di ogni azienda e i KPI più rilevanti.
L’attenzione alla data sovereignity
Per quanto riguarda il futuro, un tema che Oracle intende cavalcare particolarmente è quello della Data Sovereignity. In particolare le nuove “cloud region sovrane” di Madrid e Francoforte che – attraverso un cd. “realm” sovrano dedicato alla UE e completamente isolato dagli altri realm commerciali di public cloud – saranno riservate alle esigenze delle realtà pubbliche e private che hanno i requisiti più stringenti in termini di sovranità, gestione e residenza del dato all’interno dell’Unione Europea.