Quante volte capita di non riuscire a capire che differenza c’è tra un’offerta di cloud server e un’altra?
Le proposte sembrano tutte uguali e sui siti dei provider si fatica a capire tecnicamente come è sviluppata l’infrastruttura.
Da una parte si può pensare che l’architettura rappresenti un segreto industriale che si desidera custodire stretti stretti però, a pensare male, si può anche ritenere che molti provider preferiscano non scendere nei dettagli, o meglio preferiscano non menzionare assolutamente come tecnicamente è realizzata la propria infrastruttura perché, di fatto, potrebbe essere qualcosa di molto “economy”, come ad esempio dei semplici server stand-alone con un sistema di virtualizzazione sopra… e il cliente, mediamente preparato e interessato a quello che acquista, potrebbe storcere il naso. Quindi meglio lasciare nel dubbio e convincerlo con una buona offerta commerciale.
In questo articolo parleremo dell’offerta specifica del cloud provider CoreTech, che svela come tecnicamente è sviluppata la proposta Stellar.
Il modello adottato da CoreTech, e di seguito descritto, può benissimo essere replicato da chi desidera sviluppare un’infrastruttura cloud privata nella propria azienda.
Leggendo, ci si renderà conto che per realizzare un “buon cloud” servono materie prime eccellentie scelte architetturali specifiche, oseremmo dire in alcuni casi anche coraggiose (per via dei costi).
L’adozione di sistemi cloud privati, pubblici o ibridi ormai coinvolge una larga fetta delle aziende con infrastrutture informatiche e l’offerta Stellar si rivolge a chi ha bisogno di una soluzione IaaS full optional affidabile e con prestazioni garantite.
I server forniti sono progettati per soddisfare le esigenze di ambienti di produzione ad alte prestazioni e continuità di servizio garantita, come server di posta, di autenticazione, file sharing, desktop remoto, database, sistemi gestionali/applicativi quali ERP, CRM, etc… e, in genere, tutti quei servizi per i quali vengono sfruttate le moderne tecniche di virtualizzazione.
Ma vediamo più da vicino, anche sotto l’aspetto tecnico, come si differenzia l’offerta Stellar rispetto ad altri prodotti.
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Small Cloud Cluster
Stellar, a garanzia di prestazione e affidabilità, basa la sua infrastruttura su due colossi leader di settore: VMware e HPE.
I server sono organizzati in micro-cluster – chiamati Small Cloud Cluster(SCC) – composti da tre host ciascuno (quindi un cluster a 3 hypervisor):
Si tratta, ad esempio, di server HP fascia DL360 Professional, con doppio alimentatore, doppio processore Intel Xeon ad 8 o 10 core di ultima generazione, almeno 192GB di RAM, doppia scheda di rete fisica per un totale di 8 porte da 1GBit e 1 scheda di rete da 10GBit (usata per i Backup delle VM).
Come sistema di virtualizzazione sugli hypervisor viene utilizzato VMware vSphere, soluzione commerciale leader di mercato.
Questo tipo di struttura permette di implementare la funzione High Availability di VMware, per garantire business continuity delle applicazioni presenti sul cluster.
Al raggiungimento del massimo numero di Cloud Server per Small Cloud Cluster, le nuove istanze (ovvero le nuove VM) vengono ospitate su un nuovo cluster.
Storage
Lo storage è di tipo DAS– Direct Attached Storage, ovvero uno storage collegato direttamente agli hypervisor.Ogni host-hypervisor è collegato allo storage tramite doppia connessione SAS 12GB alle 2 differenti controller per garantire la Tolleranza ai Guasti (Fault Tolerance) ed evitare la presenza di un Punto Critico Unico (SPOF, Single Point of Failure) nella connessione tra hypervisor e storage.
Lo storage principale è un HPE MSA(2040 o un più recente 2050), uno storage appunto provvisto di doppio controller e doppio alimentatore, con dischi SAS SSD (sSSD) da 2,5”.
In cascata allo storage MSA è collegato un Disk Enclosure che supporta invece dischi da 3,5” per supportare eventuali Volumi collegati alle VM fino a 50TB.
All’interno delle unità di storage, i dischi sono organizzati in volumi configurati in RAID-6.
Per approfondimenti sullo storage MSA2040, vi rimandiamo a questo articolo
Ogni cluster dispone quindi di 2 tipi differenti di dischi: SSD Enterprise (sSSD) da 1,8TB e SAS meccanici da 6TB-8TB da 7.2k rpm (questi ultimi installati su Disk Enclosure).
Ogni tipo di disco sullo storage MSA, come già detto, è configurato in RAID6.
Questa differenziazione ha ragione di esistere per soddisfare le diverse esigenze di I/O disco (o spazio) che possono avere specifici casi d’uso delle VM.
Tra i cloud server Stellar ci sono VM da oltre i 50 TB con esigenza I/O disco per le quali un disco SSD sarebbe sprecato oltre che costoso. In questi casi, il disco dati della VM viene posizionato sul disk enclosure composto da dischi da 6TB/8TB in configurazione RAID 6.
Firewall dedicato, VLAN e Switch Enterprise
A ciascun Small Cloud Cluster è dedicato un firewallche ha lo scopo di proteggere tutte le VM del cluster stesso.
Il server virtuale può avere un indirizzo IP statico privato o Pubblico (o più indirizzi IP) e una banda passante garantita di 100Mbps.
Per ogni cliente viene creata automaticamente una VLAN dedicata e isolata, in modo da garantirne la massima sicurezza all’interno dell’architettura cloud stessa.
Dalla console di gestione di Stellar è possibile modificare le regole di traffico relative alla propria VM agendo direttamente sul firewall dedicato al cluster, limitatamente ai propri indirizzi IP.
Ogni Small Cloud Cluster è collegato ad uno switch HPE Aruba tipo 5406R. Questo switch dispone di doppio alimentatore e doppia controller e può alloggiare fino a 6 moduli indipendenti. Ogni modulo può arrivare fino a 24 porte, dando al 5406R la capacità totale di 144 porte di rete.
Su questo switch trovano posto anche moduli di rete con porte a 10Gbit.
Ogni hypervisor ha un collegamento a due moduli distinti dello switch Aruba. In questo modo viene garantita la fault tollerance anche della parte di rete.
Ad ogni switch Aruba possono essere collegati al massimo 4 Small Cloud Cluster.
Per approfondimenti sullo switch Aruba 5406R, vi rimandiamo a questo articolo