L’era dello smart working è appena cominciata, e l’autunno ora alle porte sarà un banco di prova importante non solo per gli sviluppatori di tecnologie dedicate alla virtualizzazione degli strumenti di produttività, ma per l’intero mercato del lavoro italiano: se nel primo semestre del 2020 il digital workspace come fenomeno di massa ha mosso i suoi primi veri passi in una situazione di grave emergenza, in un contesto quindi caratterizzato il più delle volte da (re)azioni improvvisate e solo in qualche raro caso supportate da basi culturali adeguate, nei prossimi mesi è plausibile aspettarsi un approccio alla trasformazione digitale più maturo.
Il posizionamento e la proposizione di tech company, partner di canale e system integrator stanno di conseguenza evolvendosi in funzione di una domanda più massiccia e più consapevole. La nuova cognizione delle imprese, per fortuna, non riguarda solo il tema della preparazione sul piano delle reali opportunità offerte dalle tecnologie digitali in quanto abilitatori di business, ma concerne anche e soprattutto il tema della visibilità sui processi interni, e la consapevolezza di non disporre di assetti organizzativi e competenze sufficienti sul piano manageriale per gestire correttamente la transizione verso modalità di lavoro sempre più fluide e frammentate.
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L’approccio di Systematika al nuovo scenario
Ecco perché i partner di VMware, impegnata in prima linea in questa trasformazione con la sua gamma di soluzioni dedicate al digital workspace, stanno rielaborando il modo in cui intercettano e soddisfano le esigenze delle imprese, riequilibrando le componenti di system integration e quelle di education rispetto alla declinazione dell’offerta del vendor.
Systematika Distribution, per esempio, è da sempre in prima linea su questi fronti, ma sull’onda di ciò che il mercato ha vissuto negli ultimi mesi ha deciso di intensificare gli sforzi nel trasferimento delle conoscenze e delle competenze indispensabili per governare i nuovi strumenti e i nuovi metodi di lavoro. “Noi abbiamo sempre impostato il rapporto con i clienti in questi termini, dando forte enfasi all’aspetto formativo e abilitativo: anzi, direi che questo è da sempre stato considerato un elemento fondamentale, differenziante della nostra value proposition”, conferma Franco Puricelli, amministratore delegato di Systematika Distribution. “L’emergenza ne ha però forse trasformato la percezione, e quindi se prima era una forma di valorizzazione rispetto a una proposta peculiare, oggi ci stiamo avvicinando a qualcosa sentito come necessario dal mercato, e quindi, per noi, da evolvere ulteriormente”.
Come per molti altri system integrator, adesso la sfida di Systematika è quella di raggiungere nell’interazione con le imprese clienti un delicato equilibrio tra i concetti di anywhere office, user experience intuitiva e cybersecurity a misura di business. “Dal punto di vista della soluzione, VMware ha tutto ciò che occorre in tal senso. Quindi, al netto di integrazioni rappresentate da tecnologie di alleanza – come quelle che riguardano le piattaforme Microsoft, per esempio – ci siamo concentrati su come proporre ai nostri partner tutto questo al meglio, spostando a un livello più ‘custom’ la nostra proposta abilitativa grazie ai servizi di Advisory, disponibili in particolare sul tema Digital Workspace & Security”, spiega Puricelli.
La filosofia “any device” di VMware implica una consulenza a tutto tondo
Questo significa anche sfruttare i punti di forza della filosofia “any device” di VMware per far sì che l’approccio BYOD, correttamente integrato nel digital workspace, offra più opportunità che criticità alle aziende che vi ricorrono. “Uno degli scopi dei nostri servizi di Advisory è quello di valutare insieme al partner come implementare un progetto di questo tipo, per esempio selezionando una modalità a consumo tramite cloud rispetto a una che preveda la modalità on-premise o ibrida”, rilancia il numero uno di Systematika. “Smarcati gli aspetti di tecnologia e soluzione, il lavoro infatti non può essere considerato concluso fino a quando anche l’aspetto legato alla fruizione del servizio non viene affrontato”. Per Puricelli il business cloud-based è fondamentale: siamo in presenza di un fenomeno che rappresenta qualcosa di più rispetto a un cambiamento culturale o a una trasformazione tecnologica: “In modo particolare su temi come backup o servizi di infrastruttura gestiti, oggi la questione vantaggi/svantaggi è sdoganata. L’epidemia ha accelerato alcuni aspetti rispetto a temi finora solo esplorati, a partire dal remote working, e ne accelererà altri riguardanti l’infrastruttura necessaria”.
Nuove competenze per il digital workspace del futuro
D’altra parte, gli elementi della proposizione e della visione di VMware che si riveleranno fondanti per il mercato sono, dal punto di vista di Puricelli, sicurezza, modernizzazione delle applicazioni e modernizzazione del networking. Su queste aree ci sarà molto lavoro da fare, sviluppando ex novo o potenziando le competenze indispensabili per anticipare le prossime evoluzioni tecnologiche sul fronte del digital workplace e del percorso di sviluppo (tramite crescita organica e acquisizioni) che sta facendo VMware. “Per noi si tratta di proseguire nei percorsi formativi interni e di investire sempre di più in risorse per sostenere questo percorso”, chiosa Puricelli. “Ciò non riguarda solo le competenze che, per semplicità, definiremmo tecniche ma anche quelle legate alla parte di vendita e di proposizione giacché siamo sempre più in uno scenario di vendita consulenziale”.