Strategie

Territorialità diffusa e impresa sostenibile: il percorso di Qintesi che parla italiano

Le sei sedi sono un primo risultato della strategia per raggiungere una più capillare presenza in tutta Italia, verso la realizzazione di un’impresa sostenibile. Gli obiettivi sono chiari e, per raggiungerli, un ruolo importante lo giocano le partnership e il recruitment di giovani talenti

Pubblicato il 07 Nov 2022

Fabrizio Pincelli

Foto di Angelo Amaglio

Lo scorso 26 settembre, la società di consulenza IT Qintesi ha ufficializzato il suo insediamento al Kilometro Rosso, il noto parco scientifico tecnologico che sorge alle porte di Bergamo. È la più recente evoluzione della strategia aziendale a cui il Presidente di Qintesi, Angelo Amaglio, ha dato il nome di “territorialità diffusa”: una definizione che lascia chiaramente trasparire l’intenzione di estendere i propri orizzonti e raggiungere una più ampia presenza lungo tutta la penisola italiana.

Cos’è la “territorialità diffusa”

“Storicamente le società di consulenza sono Milano-centriche” spiega Angelo Amaglio. “In parte si trovano anche a Roma, ma tutto il resto del Paese vive in qualche modo di riflesso. Non sono molte le società di consulenza di respiro nazionale e internazionale che cercano una presenza più capillare sul territorio. Noi stessi siamo partiti da Milano, dove c’è ancora il nostro ufficio principale con oltre 150 persone. Tuttavia, nel tempo abbiamo aggiunto altre cinque sedi”. Attualmente, in ordine dimensionale, Qintesi è presente anche a Marcon (nei pressi di Mestre) con oltre 90 persone, a Brescia e Mantova (attraverso IT-Link, società controllata) e a Roma, dove ha anche aperto un’unità locale presso la società collegata ITHUDE. Infine, c’è il Kilometro Rosso dove è stata fissata la sede legale, sempre rimasta a Bergamo (dove i fondatori di QIntesi hanno iniziato la loro avventura professionale)

Proprio dalla presenza in sei differenti province nasce il concetto di “territorialità diffusa”, che va letto con una doppia valenza, sia rivolto alle aziende, sia alle persone, con una forte attenzione al paradigma ormai ben noto dell’impresa sostenibile.

“Da una parte – precisa Angelo Amaglio – vogliamo portare su tutto il territorio nazionale le esperienze maturate nel tempo presso Clienti di grandi dimensioni, leader nei loro settori. Questo a beneficio di aziende medie e anche di stampo imprenditoriale che vogliono innovare e trovare nella tecnologia il modo di supportare il cambiamento, attraverso l’adozione di piattaforme applicative e tecnologiche avanzate; SAP e Google su tutte, ma non solo. Dall’altra parte, vogliamo riuscire ad attirare talenti che magari oggi, più ancora che in passato, sono un po’ restii a muoversi. Abbiamo già i primi riscontri: è più facile che il risultato sia positivo nel momento in cui si dispone di diversi insediamenti territoriali “di prossimità” ”.

Un percorso ancora lungo, verso l’impresa sostenibile

Nell’idea del Presidente di Qintesi, la “territorialità diffusa” è un percorso ancora ben lontano dal dirsi terminato, ma che ha già portato risultati importanti. “Non siamo una multinazionale della consulenza, ma una realtà imprenditoriale autonoma e indipendente” sottolinea Amaglio. “Per cui, passare da due a sei sedi è già un’evoluzione rilevante per noi. Qintesi, inoltre, è piuttosto giovane: è nata alla fine del 2011 e in questo periodo è passata da 50 a 350 dipendenti. È stato un percorso di crescita sostenibile che siamo riusciti a perseguire facendo affidamento solo sulla nostra capacità di finanziamento e sulla nostra forza relativa. Non è, però, un percorso concluso”.

Qintesi sta infatti valutando l’opzione di avviare altri poli al Centro-Sud. “Come hanno già fatto anche realtà più grandi di noi” precisa Amaglio. “Possiamo considerare la presenza in Lombardia, Triveneto e in parte in Emilia, grazie all’acquisizione di IT-Link, oltre che nella Capitale grazie alla partnership con ITHUDE già un buon punto di partenza. Però, entro il 2025 ci piacerebbe individuare nuove opportunità, anche attraverso operazioni di acquisizione di società di piccole / medie dimensioni che magari sono alla ricerca di occasioni di aggregazione per valorizzare le loro competenze distintive, in ottica di completamento della gamma dei servizi offerti”.

In tal senso, Amaglio racconta anche dell’idea di dar vita a poli di aggregazione con professionisti del Sud che qualche anno fa hanno deciso di frequentare l’università a Milano e poi hanno compiuto i primi passi nel mondo del lavoro all’interno di Qintesi. “A seguito della pandemia, alcune di queste persone sono tornate a casa – racconta Amaglio – ma siccome abbiamo mantenuto con loro dei buoni rapporti potremmo creare dei poli di aggregazione. Creare una territorialità diffusa, infatti, non vuol dire necessariamente avere filiali con centinaia di dipendenti ma anche solo gruppi di 10-20 persone ben focalizzate e organizzate. Questo abilita un concetto di prossimità: il nostro esperto è una persona disponibile e fruibile perché fisicamente vicina a chi ha la necessità di una consulenza. La competenza diventa accessibile”.

Un prerequisito: la sostenibilità

Il termine “territorialità diffusa” è anche sinonimo di “impresa sostenibile”, non solo nei confronti dell’ambiente, ma anche dei dipendenti. “Siamo una people company di circa 350 persone e quindi il tema della sostenibilità sociale è molto importante” conclude Angelo Amaglio. “La pandemia ci ha portato a riconsiderare il rapporto tra lavoro e interessi personali, il concetto del work-life balance. Questo ci ha indotto a declinare in un modo del tutto nuovo il filone dell’innovazione sostenibile. Anzitutto a beneficio dei nostri collaboratori, ma anche cercando di mantenere, e se possibile incrementare, l’attrattiva per i potenziali consulenti, in particolare, i giovani”.

Obiettivo giovani

Gli obiettivi sono chiari, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Per questo, Qintesi è attiva anche sul versante del recruitment di giovani, in particolare neolaureati. “Non aspettiamo che arrivino i curriculum, andiamo a cercarli direttamente nelle università per stimolarli” precisa Amaglio. “Puntiamo molto sui collegamenti con il mondo accademico. In tal senso, abbiamo rapporti – alcuni consolidati ed altri in fase di costruzione – tra cui quelli con l’Università di Padova, Ca’ Foscari di Venezia, Università di Bergamo, Università di Brescia, Mantova, Pavia, Reggio Emilia, Università dell’Aquila in Abruzzo, oltre ovviamente a quelli con tutti gli Atenei di Milano Roma. Questo ci ha portato alla piacevole scoperta che ci sono tanti centri di eccellenza distribuiti sul territorio nazionale. Inoltre, l’amministratore delegato di Qintesi, Alberto Pogna, e io stesso da tempo siamo docenti esterni presso la facoltà di economia dell’Università Cattolica di Milano. Questo ci offre l’opportunità di venire a contatto con profili interessanti da poter ospitare presso le nostre sedi per tesi o tirocini”.

Non a caso, dunque, Qintesi è presente e protagonista di molte iniziative ed eventi del mondo universitario, con l’obiettivo di fare brand awareness e conquistare potenziali giovani consulenti.

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