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VMware Explore 2023: come accompagnare le aziende verso il cloud smart

In occasione dell’evento annuale di Barcellona, la società di Palo Alto ha confermato la sua focalizzazione sul canale quale modalità principale di presenza sul mercato. Lo spiega in questa intervista Danya Scelta, Corporate Account and Channel Director di VMware Italia

Pubblicato il 14 Nov 2023

Carmelo Greco

Danya Scelta, Corporate Account and Channel Director di VMware Italia

Danya Scelta, Corporate Account and Channel Director di VMware Italia, conferma a VMware Explore 2023 la vocazione channel-centrica della multinazionale di Palo Alto. Dai padiglioni della Gran Fira di Barcellona, dove si è tenuto dal 6 al 9 novembre l’appuntamento annuale rivolto a partner e clienti EMEA, ribadisce l’importanza dell’ecosistema, rafforzato da ulteriori partnership rispetto a quelle già in essere e dal potenziamento dei legami con quelle precedenti. Un modello, quello del canale come principale modalità di presidio del mercato, che per adesso neppure la prossima acquisizione da parte di Broadcom dovrebbe stravolgere. Almeno a giudicare da quanto lo stesso Presidente e CEO del colosso dei semiconduttori, Hock Tan, ha sostenuto sul palco della manifestazione.

Invitato da Raghu Raghuram, CEO di VMware, il numero uno di Broadcom ha rivolto un messaggio rassicurante ai circa 9000 partecipanti, affermando che la sua società non verrà meno agli impegni riguardo a innovazione, operation e, appunto, ecosistema. A patto ovviamente che il closig da 69 miliardi di dollari sia perfezionato, come previsto, entro novembre 2023. Del resto, Danya Scelta è cauta nel definire come potrebbe essere il modello del futuro e giudica prematuro azzardare qualsiasi ipotesi. Anche se non esclude possibili cambiamenti, con o senza Broadcom, rispetto alla prassi consolidata che in questi anni ha portato VMware a detenere una presenza capillare trainata da distributori e partner.

Il cloud smart al servizio dell’hybrid e multi cloud

“Tutti gli annunci di questi giorni, dalle offerte di nuovi servizi alle nuove partnership, contribuiscono a definire una direzione verso cui continuiamo a supportare i nostri clienti – sottolinea – affinché raggiungano quello che noi definiamo cloud smart”. A differenza del concetto di “cloud first” che in precedenza enfatizzava il ruolo abilitante della “nuvola” come unica leva per la modernizzazione tecnologica delle aziende, il cloud smart si fonda sulla capacità di sfruttare l’hybrid e il multi cloud. Con una capacità di adozione che dipende dalla tipologia di azienda e dal rispettivo livello di maturità.

“Ci sono clienti che, in quanto più piccoli, sono anche più snelli e veloci. Altri che, invece, per le infrastrutture di cui si sono dotati nel tempo hanno bisogno di un tempo maggiore per arrivare al cloud smart” dice infatti Scelta, aggiungendo che in Italia sia il privato sia il pubblico stanno dimostrando uno spiccato dinamismo ad abbracciare questo paradigma. “Oggi, poi, non si può non parlare di Artificial Intelligence applicata ai trend di tecnologie offerte sul mercato. I nostri annunci al riguardo puntano a dare un boost nell’ottica di operare in modo sicuro e di prevenire gli attacchi”. Il riferimento in particolare è a VMware Private AI with Intel – uno dei tanti annunci dell’evento – che oggi porta la capacità di calcolo e i modelli di AI dove i dati aziendali vengono creati, elaborati e consumati: cloud pubblico, data center aziendale o edge.

Non solo tecnologia, ma anche fiducia e trasparenza

Se ormai è chiara l’importanza non tanto del cloud in sé e per sé, ma del come sfruttarlo per distribuire in maniera differenziata i carichi di lavoro, allora diventa fondamentale indirizzare opportunamente le aziende. Ad esempio, cominciando da un’analisi e da un monitoraggio dei costi tali da generare scelte oculate. “Anche in questo aiutiamo i nostri clienti con dei servizi che danno la possibilità di analizzare i costi per decidere nel modo migliore” dice ancora Danya Scelta. Senza considerare che un processo di migrazione, una volta avviato, non è facilmente reversibile. La cosiddetta repatriation implica un effort pari se non superiore a quello speso per andare in cloud. Al centro del cloud smart ci deve essere quindi un’elasticità che deriva da un’adeguata infrastruttura sottostante.

Per questo è essenziale disporre di skill che non sempre si trovano all’interno delle aziende. Una lacuna su cui interviene VMware mettendo in condizioni l’azienda di comprendere il valore che si può trarre dalle stesse tecnologie oggetto del suo core business. In un mondo come quello attuale in cui ci sono diversi operatori che vendono infrastrutture, software e consulenza, per un’impresa non è sempre facile affidarsi. E questo sia per la mancanza di skill, sia perché le skill vanno poi aggiornate costantemente. Occorre un binomio fatto di fiducia e trasparenza come altrettanti caposaldi del processo di affiancamento che realtà come VMware realizzano grazie al proprio ecosistema di partner.

Dalla PA al privato, cresce l’interesse per l’innovazione

Esempi di questo binomio virtuoso si possono riscontrare nella pubblica amministrazione, con testimonianze tra cui quella di INAIL presente a Barcellona o di ARIA. La prima si serve di piattaforme VMware nel contesto delle sue pratiche di DevOps, mentre l’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti ha ricevuto il premio Customer Experiences Hero negli EMEA VMware Customer Achievement Awards 2023 per essere riuscita a far migrare i carichi di lavoro di oltre 44 data center locali. Nel privato non mancano dimostrazioni analoghe, seppure la capacità di spesa detta spesso la maggiore o minore propensione verso l’innovazione.

In ogni caso, tutte le aziende hanno bisogno di fare un cambio in grado di liberarle da sistemi obsoleti e da tecnologie che ne imbrigliano la competitività. Se VMware Explore rappresenta una vetrina fedele di questo interesse, lo si ricava da un misto di “fermento e curiosità”, per usare le parole di Danya Scelta. Entrambi palpabili tra i padiglioni della fiera, a detta della Corporate Account and Channel Director di VMware Italia, che conclude: “I clienti che hanno partecipato a VMware Explore hanno avuto la possibilità di collaborare, di confrontarsi, di incontrare realtà simili alla loro. Ma anche i tanti partner intervenuti hanno portato numerose idee e proposte. E i partner italiani, in particolare, si sono distinti per la loro consueta creatività”.

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