Da San Francisco, dove si è svolto nei giorni scorsi l’IBM Think, IBM ha effettuato un annuncio destinato ad avere un forte impatto sulla diffusione di IBM Watson: in buona sostanza la soluzione di Big Blue dedicata ai Big Data e all’intelligenza artificiale diventerà utilizzabile su qualsiasi cloud, aprendosi così verso tutte quelle organizzazioni dotate di infrastrutture ibride. Più precisamente, tramite la loro integrazione con IBM Cloud Private for Data (ICP for Data), Watson e Watson OpenScale possono ora essere eseguiti in qualsiasi ambiente IT (infrastrutture locali, cloud privati, pubblici, ibridi e multicloud). Questo, nel concreto, significa la possibilità per le organizzazione di integrare l’AI nelle loro app indipendentemente da dove i dati risiedono, rimuovendo così il classico tema del vendor lock-in.
Un altro dei focus di Think 2019 riguarda la creazione di una serie di nuovi microservizi Watson creati per ICP for Data e basati su tecnologie open source, pensati per essere eseguiti su IBM Cloud e altri ambienti cloud pubblici, ibridi o multi-cloud. I nuovi servizi Watson si aggiungono a Watson Studio e Watson Machine Learning, attualmente disponibili su ICP for Data. Oltre al rilascio di queste soluzioni, IBM ha annunciato una futura funzionalità software, denominata IBM Business Automation Intelligence with Watson, che dovrebbe permettere alle aziende di applicare l’AI direttamente alle applicazioni. Inoltre, il software misurerà il livello di impatto e l’efficacia dell’AI sui risultati commerciali.