Il cloud come paradigma tecnologico applicativo fondamentale per sviluppare applicazioni confezionate su misura per ciascuna impresa e ciascuna specifica esigenza. Questa la missione di Plurimedia, società che sviluppa siti e applicazioni web con sedi a Genova e Desio (Monza e Brianza). Plurimedia è nata 20 anni fa, nel 2000, mettendo assieme un team di persone con la passione per il web, con diverse competenze e specializzazioni: programmazione, user experience, grafica e comunicazione. Come racconta a TechCompany360 Maurizio Galotti, socio fondatore di Plurimedia e responsabile sales & marketing, “Plurimedia nasce dall’idea e da una passione che è rappresentata dal Web. L’obiettivo, fin dall’inizio, era quindi quello di sviluppare applicazioni per il web, senza limitarci alla mera rivendita di prodotti. Facendo un largo uso delle tecnologie più innovative esistenti e con una profonda expertise lato grafica e comunicazione: crediamo infatti che per fare delle buone web app queste debbano anche essere usabili e accessibili dagli utenti, oltre che essere all’altezza da un punto di vista tecnologico e ingegneristico”.
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La scommessa sulle tecnologie innovative
Ovviamente la possibilità di realizzare delle soluzioni applicative su misura non è qualcosa di automatico ma, piuttosto, una possibilità che si è aperta soltanto in tempi recenti grazie all’avvento delle nuove tecnologie, che hanno fornito un incredibile impulso alla produttività software. “Quello che abbiamo continuato a fare in tutti questi 20 anni è una rincorsa continua sulle tecnologie e sull’innovazione. I nostri clienti sanno che noi siamo piccoli – siamo in tutto 15 persone – ma anche che possediamo dei livelli di seniority estremamente avanzati in contesti molto innovativi. Da un punto di vista strettamente tecnologico, i progetti che realizziamo presuppongono un’architettura completamente basata su cloud, su cui andiamo a innestare lo strato applicativo che riesce a fare determinate azioni richieste specificatamente dal cliente. C’è da osservare che noi siamo stati probabilmente tra i primi in Italia a usare il cloud, una dozzina di anni fa, quando ancora nessuno lo conosceva. Ormai tutto quello che facciamo è cloud e le nostre applicazioni possono essere definite come cloud native e sono capaci di funzionare su diverse piattaforme”.
La strategia commerciale
Il particolare modello di sviluppo applicativo perseguito da Plurimedia ha delle ricadute evidenti anche sulle sue politiche commerciali. L’aggancio ai potenziali clienti arriva anche attraverso una intensa attività di marketing, che presuppone la comunicazione sul Web, campagne congiunte con i vendor partner, web seminar e altro ancora. Una volta attivato il contatto, la partnership può iniziare soltanto se il prospect dimostra la predisposizione a sviluppare un progetto applicativo su misura e non ad acquistare una soluzione standardizzata. Una volta verificata la comunanza di intenti, viene proposto uno schema progettuale, quasi sempre incentrato su più moduli software, collegati tra loro via api. Le tempistiche di realizzazione sono relativamente brevi grazie al largo utilizzo della metodologie Agile: normalmente uno strato applicativo di media complessità viene rilasciato 3-4 mesi dopo il primo contatto con il cliente. “non abbiamo problemi a interfacciarci con le grandi società enterprise, però date le nostre dimensioni sappiamo essere economici e quindi le nostre applicazioni ben si adattano anche alle esigenze delle Pmi italiane. Uno dei mercati di riferimenti che abilitiamo è quello delle utility (energia, gas, ciclo idrico), lavorando a stretto contatto con questi operatori. Dando vita anche a delle vere e proprie succes stories per i nostri partner tecnologici (IBM e Red Hat su tutti, ndr)”.
Una politica di crescita a indebitamento zero
Il risultato è che oggi Plurimedia è una società in salute, con circa un milione di euro di fatturato e una quindicina di dipendenti, più una serie di collaboratori. Una dimensione medio-piccola, in un panorama ICT caratterizzato da una crescente tendenza alla concentrazione, che sembra però soddisfare i soci: “Potrei dire scherzosamente che abbiamo sempre operato con una logica genovese, date anche le nostre origini liguri. Abbiamo cioè sacrificato la crescita dell’azienda pur di non indebitarci. Ogni anno i nostri utili sono sempre stati reinvestiti nella società: acquisiamo risorse soltanto nel momento in cui ce lo possiamo permettere, senza ricorrere a un indebitamento con le banche. L’idea è di continuare su questa strada, anche se non escludo che in futuro potremmo cogliere delle opportunità di finanziamento interessanti”. Sulle prospettive post Covid le prospettive del fondatore di Plurimedia sono in chiaroscuro: “Da un punto di vista della produttività non è cambiato niente, i clienti acquisiti continuano a fornirci del lavoro e nuovi progetti. Certo da un punto di vista commerciale, soprattutto tra le Pmi, c’è stato un blocco di attenzione verso il tema delle web application, vista la difficile situazione contingente. D’altro canto, però, uno degli effetti positivi di questa emergenza è stato di spingere la digitalizzazione. Ad esempio in questi mesi abbiamo realizzato un’app, PluriDesk, con Ibm, che consente alle persone di prenotare il proprio posto di lavoro in ufficio”.